Musumeci “blinda” la Sicilia. La rabbia di studenti e lavoratori al nord

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La Sicilia si prepara ad una parziale riapertura a partire da domani ma l’ordinanza del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci che tiene l’isola chiusa per quanto concerne gli spostamenti, a nuovi eventuali arrivi, fa discutere e determina la protesta soprattutto degli studenti fuori sede che da settimane non vedono l’ora di tornare a casa.

“Chi vuole venire in Sicilia – ha più volte precisato Musumeci – sa che deve rimandare di qualche settimana. Attualmente non può entrare e non potrà entrare. Se potessi farei entrare in milioni, specie i turisti, ma non posso farlo”.

Per il governatore la blindatura con molta probabilità rimarrà per tutto il mese di maggio, anche se alcuni accessi sono consentiti. Dopo maggio, se il dato epidemiologico lo consentirà, si potrà riaprire. Molti studenti o lavoratori, bloccati lontano dall’isola dal Lockdown, chiedono di ritornare dalle famiglie da cui sono lontani da settimane.

“Nessuno ha speso una parola per i fuorisede – dicono gli studenti siciliani – il nostro diritto a rientrare a casa è considerato un capriccio, in Sicilia si può rientrare «solo a nuoto o a piedi. Non ci sono voli e non ci sono treni”.

C’è una forte mobilitazione, si stanno organizzando petizioni e ci si affida anche alla politica per convincere Musumeci a fare marcia indietro. I deputati regionali Nello Di Pasquale e Michele Catanzaro del Partito Democratico sono al fianco degli studenti ed hanno rivolto al presidente della Regione Siciliana l’invito a valutare la situazione.

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