“Montante”, i testimoni di nozze e la prescrizione

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Altra udienza al maxi processo sul “Sistema Montante”. Un test: “Il boss di Serradifalco fu suo testimone di nozze”. Ipotesi di reato prescritte per Linda Vancheri e altri.

Innanzi al Tribunale di Caltanissetta è in corso il maxi processo sul cosiddetto “Sistema Montante” a carico di 30 imputati nell’ambito dell’inchiesta imperniata sull’ex presidente di ConfIndustria Sicilia, Antonello Montante, tra il filone del presunto dossieraggio e della rivelazione di notizie riservate con accessi abusivi ai sistemi informatici di polizia, tramite scambi di favori ad elevatissimo livello tra le forze dell’ordine e non solo, e il filone politico, ovvero l’intreccio di interessi ruotanti intorno al governo Crocetta, in carica tra il 2012 e il 2017. Ebbene, nel corso dell’ultima udienza ha deposto come testimone il maresciallo dei Carabinieri Giuseppe Francolino, in servizio dalla Dia (Direzione investigativa antimafia) di Caltanissetta all’epoca delle ipotesi di reato contestate. E Francolino tra l’altro ha affermato: “Durante gli accertamenti patrimoniali, da fonti confidenziali, venni a sapere che i testimoni di nozze di Antonello Montante e della moglie Antonella Ristagno erano stati Paolino Arnone, il figlio Vincenzo, Antonino e Rosalia Lanzalaco. Vincenzo Arnone era capomafia di Serradifalco. Chiesi a due miei colleghi di effettuare gli accertamenti. I registri dei matrimoni non si trovavano e quindi battemmo a tappeto le Curie. Le nozze erano state celebrate il 23 dicembre del 1980. Poco dopo consegnai al capocentro Bonavita la mia relazione sulle indagini patrimoniali che avevo effettuato e lui apportò delle modifiche. Dopo aver corretto la mia relazione, secondo le sue indicazioni, la riconsegnai a lui ma non venne inviata in Procura perché Bonavita voleva avere una maggiore cognizione sugli accertamenti patrimoniali e mi chiese di chiedere il supporto della Guardia di Finanza. Chiedemmo alla Finanza di segnalarci se emergevano delle situazioni che potevano ricadere nei compiti della Dia e di verificare se nel flusso di denaro fossero emersi legami con la criminalità organizzata. Dopo oltre un anno, il 6 novembre 2009, ci arrivò una nota dalla Guardia di Finanza. Non avevano trovato nessuna irregolarità fiscale. Bonavita mi disse che l’indagine poteva essere chiusa non essendo emersi elementi di nostra competenza” – ha concluso Francolino. Antonello Montante ha negato che Vincenzo Arnone sia stato suo testimone di nozze perchè minorenne quando lui si è sposato: “Il padre Paolino invece sì”. Nel frattempo il presidente della sezione penale giudicante del Tribunale di Caltanissetta, Francesco D’Arrigo, ha comunicato che è prescritto il reato di truffa in concorso contestato ad Antonello Montante, all’ex assessore regionale all’Industria, Linda Vancheri, e all’imprenditore gelese Carmelo Turco. Così è anche per l’ipotesi di simulazione di reato (per la quale Montante è stato assolto in Appello) contestata all’ex dirigente di ConfIndustria, Carlo La Rotonda, e per il favoreggiamento addebitato agli imprenditori Andrea e Salvatore Calì. Solo l’ufficiale dei Carabinieri Letterio Romeo, accusato di soppressione, distruzione o occultamento di atti pubblici o scritture private, ha rinunciato alla prescrizione.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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