Moncada molla la protesta: “Chiedo scusa a tutti, ma adesso voglio essere ascoltato”

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“Otto anni di riflettori puntati su di me e le mie imprese. Sono assolutamente incensurato e nel corso della mia vita ho lavorato sempre onestamente”.

Queste le parole di Salvatore Moncada subito dopo la plateale protesta che lo ha visto andare sul tetto di un capannone e dal quale aveva lanciato moniti assolutamente poco rassicuranti. “O mi danno retta oppure l’epilogo di questa vicenda è già scontato” – aveva dichiarato.

Con pazienza, i Vigili del Fuoco si sono avvalsi dell’autoscala e sono saliti fino su, sul tetto. Hanno messo un casco protettivo all’imprenditore il quale salito sul cestello è stato riportato giù con un grosso sopspiro di sollievo per tutti.

Tanto capillare lavoro per gli uomini della Polizia di Stato chiamati a soccorrere l’imprenditore. Dopo una intensa attività di mediazione ad opera del Dirigente della Squadra Mobile, del Dirigente del locale Commissariato, del Dirigente dell’U.P.G.S.P e un lungo intervento telefonico del Prefetto di Agrigento, Moncada desisteva dai suoi intenti.

Poi la conferenza stampa. “Chiedo scusa a tutti – ha dichiarato Moncada – per il subbuglio provocato con questa mia azione. La mia protesta così plateale mia ha portare a salire sul tetto per il semplice motivo che voglio essere ascoltato e trattato come un cittadino comune”.

 

 

 

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