“Messina Denaro”, tre a giudizio (video)

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Rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino. I difensori: “Dimostreremo la sua innocenza”. Abbreviato e patteggiamento per due Carabinieri.

Zappalà, Vaccarino e Barcellona

Il tenente colonnello Marco Alfio Zappalà, in servizio alla Dia, la Direzione investigativa antimafia, di Caltanissetta, è stato arrestato dai Carabinieri del Ros lo scorso 16 aprile insieme ad Antonio Vaccarino, ex sindaco di Castelvetrano, città natale di Messina Denaro, e ad un altro Carabiniere, l’appuntato Giuseppe Barcellona, in servizio alla Compagnia di Castelvetrano. I tre sono imputati, a vario titolo, dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo dei reati di “accesso abusivo a un sistema informatico”, e di “rivelazione di segreti d’ufficio”.. E a Vaccarino, già alla ribalta della cronaca perché tra il 2004 e il 2006 avrebbe intrattenuto con Messina Denaro una corrispondenza coperta dai Servizi segreti, è contestata l’aggravante di aver favorito Cosa Nostra e la latitanza di Matteo Messina Denaro.

Dunque, il tenente colonnello Zappalà avrebbe ricevuto dall’appuntato Barcellona, a lavoro nell’ufficio trascrizione delle intercettazioni della Compagnia di Castelvetrano, alcuni ‘screenshot’ di conversazioni tra due soggetti indagati, che tra l’altro disquisivano sul possibile covo di Messina Denaro e commentavano alcuni aspetti del funerale di Lorenzo Cimarosa, cugino acquisito di Matteo Messina Denaro, e collaboratore di giustizia morto vittima di una grave malattia nel gennaio del 2017. Ebbene, il tenente colonnello Zappalà avrebbe inviato il contenuto degli ‘screenshot’ all’ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino. E Vaccarino li avrebbe mostrati al presunto boss, Vincenzo Santangelo, titolare di un’agenzia funebre a Castelvetrano.

Più in particolare, nelle conversazioni intercettate i due conversanti insultano Santangelo perché avrebbe offerto gratis il funerale a Cimarosa, e poi si cimentano in congetture su dove si nasconderebbe Matteo Messina Denaro. Ordunque, adesso la giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Annalisa Tesoriere, ha rinviato a giudizio Antonio Vaccarino. Il processo inizierà in primavera innanzi al Tribunale di Marsala. E poi Marco Alfio Zappalà ha ottenuto di essere giudicato con rito abbreviato: prima udienza il 27 febbraio. E poi Giuseppe Barcellona ha chiesto il patteggiamento della condanna e la giudice Tesoriere si pronuncerà il 6 febbraio. Il 2 maggio scorso il Tribunale del Riesame ha restituito la libertà ad Antonio Vaccarino.

Poi la Procura di Palermo ha presentato ricorso in Cassazione, e la Cassazione ha rinviato gli atti ad una nuova sezione del Tribunale del Riesame che ha appena imposto nuovamente la reclusione in carcere, ripristinando la misura cautelare, a carico dell’ex sindaco. A seguito del rinvio a giudizio di Vaccarino, i difensori, gli avvocati Baldassare Lauria e Giovanna Angelo, hanno dichiarato: “Siamo certi che in dibattimento la vicenda si chiuderà con l’assoluzione. Il professor Vaccarino ha sempre collaborato con lo Stato a costo di mettere a rischio la sua vita e la sua famiglia. Rileviamo che già il Tribunale del Riesame ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare per insussistenza indiziaria dei reati. In sede dibattimentale si esaminerà dettagliatamente la vicenda, e porteremo nuove evidenze che dimostrano l’assoluta infondatezza dell’ipotesi di reato di favoreggiamento”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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