Messina Denaro: \”Non mi pento\”

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Matteo Messina Denaro alle tre sorelle incontrate in carcere: “Non mi pento”. Poi il colloquio con la figlia Lorenza: “Se vorrai il mio cognome all’anagrafe, io non mi opporrò”.

Matteo Messina Denaro alcune settimane dopo l’arresto ha incontrato tre sorelle in carcere. E ha confidato che lui non si pentirà. Dall’altra parte del vetro si sono sedute Rosalia, che poi sarebbe stata arrestata, Bice e Giovanna. Lui, Matteo, ha parlato sottovoce, e aiutandosi con il labiale ha scandito: “Non mi pento”. Il boss non collaborerà con i magistrati. Ha negato le sue colpe per delitti e stragi. E’ gravamente malato. E non ha intenzione di tradire le persone che lo hanno favorito e protetto, e che adesso sono ricercate. Diversamente dalle sorelle, l’unica figlia accertata di Matteo Messina Denaro, Lorenza Alagna (è il cognome della madre), 26 anni, non avrebbe mai voluto incontrare il padre. Lui, Matteo, ne ha sofferto, e ha coltivato rancore verso la figlia, come emerso dai pizzini che gli sono stati sequestrati, e dove, tra l’altro, lui di lei ha scritto: “degenerata nell’infimo”, “sciacqualattuga”, oppure, spacciandosi come venditore ambulante con un’amica, Lavinia, le racconta riferendosi così a una che definisce sua figlia: “Io non lavoro più, è vero. Però mi sono reso conto in questo periodo che l’imbelle o l’ebete, alias mia figlia, non ne capisce niente di mercato e di vendite. Non ne capisce proprio un cazzo. Forse capisce solo il cazzo, è questo il punto. E quindi devo essere io che la sto coadiuvando per cercare di insegnarle cosa fare. Perché questo è lo scotto che si paga al fatto che non sono mai state con me sul lavoro. Quindi io ufficialmente non lavoro più, non vado più in nessuna fiera. Però ancora oggi la devo consigliare perché la vedo che non è in grado. Non sa sfruttare le situazioni. Io sono uno che se posso guadagnare dieci guadagno dieci. Lei invece se può guadagnare dieci guadagna due”. Dopo la cattura del padre, la figlia lo ha incontrato per la prima volta in carcere, a L’Aquila, il giorno del compleanno di lui, lo scorso 26 aprile, e lui, Matteo, l’avrebbe trattata con freddezza, rimproverandola di non averlo mai ringraziato per i regali. Lei lo ha informato di avere riallacciato i rapporti con le zie. E prima di salutarsi, Matteo così si sarebbe rivolto alla figlia: “Se vorrai il cognome di Messina Denaro all’anagrafe, io non mi opporrò”.

Nel frattempo non è stato ancora designato il detenuto al 41 bis che sarà in compagnia del boss durante l’ora quotidiana di socialità, come è secondo prassi, e come è stato, ad esempio, per Totò Riina nel carcere di Opera. Attualmente il capomafia è in solitudine, e l’ora d’aria la trascorre camminando in un cortiletto di tre metri per tre. Ha mantenuto la passione per i libri: legge. E si impegna anche nella ginnastica: in una delle due stanzette dove alloggia utilizza una panca e alcuni attrezzi sportivi. Televisione? A Messina Denaro non interessa tanto. Il regolamento consente un numero di canali limitato: tutti della Rai, poi Canale 5, Rete 4, Italia uno, La Sette, Cielo, Iris e TV 2000, sintonizzati e abilitati da un tecnico di fiducia della direzione del carcere. Impossibile è accedere alle reti locali. Gli è permesso di consultare i quotidiani nazionali fino a un massimo di cinque al giorno. Non può cucinarsi il cibo ma solo riscaldare il vitto del convento. E’ sottoposto alla chemioterapia. Ad assisterlo sono una infermiera, un oncologo e un anestesista. L’elenco di ciò che è ammesso in cella è tassativo: forbicine rigorosamente con punte rotonde, taglia unghie senza limetta, pinzetta e rasoio in plastica. Vietati gli spray e le calzature in cui sono nascondibili oggetti.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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