La Cassazione ha annullato due di tre ipotesi di tentata estorsione contestate al presunto boss Antonio Massimino, 54 anni, di Agrigento, a danno di due costruttori agrigentini, e per le quali ha già subito la condanna a 6 anni di reclusione. I giudici, accogliendo il ricorso firmato dall’avvocato Salvatore Pennica, hanno disposto un secondo processo d’Appello solo per una delle tre presunte tentate estorsioni. Si tratta del tentativo di imporre agli imprenditori Li Causi l’assunzione di un operaio. La Cassazione ha inoltre reso definitiva la condanna di Liborio Militello, 53 anni, presunto braccio destro di Massimino, difeso dall’avvocato Giovanni Castronovo. La condanna si riferisce solo ad una richiesta di “messa a posto” per la costruzione di un immobile. La pena, 5 anni di reclusione, dovrà essere rideterminata dal giudice in fase esecutiva.
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