Maltempo e danni, la reazione di Musumeci

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Il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, già commissario per il dissesto idrogeologico in Sicilia, pronto a varare provvedimenti contro la mancata tutela del territorio.

L’ex presidente della Regione, e adesso ministro della Protezione civile e delle Politiche del mare, Nello Musumeci, è stato anche, nel corso dell’intera legislatura a palazzo d’Orleans, il commissario per il dissesto idrogeologico, ovvero al timone della cabina di regia per le iniziative preventive e di contenimento al fine di scongiurare, o quanto meno attenuare, eventi franosi, inondazioni e disastri legati soprattutto alla scarsa o mancante manutenzione del territorio, o all’abusivismo. Adesso, a fronte di quanto di catastrofico accade in Emilia Romagna, rilancia il dovere dell’assunzione di responsabilità. E l’appello investe anche la Sicilia, soggetta ai dissesti e alle calamità. E Nello Musumeci afferma: “Non si gioca con la vita. Chi sbaglia deve pagare. Vale per i cittadini, deve valere anche per chi ha responsabilità nel governo del territorio. Domani al Consiglio dei ministri proporrò una misura per fermare le stragi da dissesto idrogeologico. E nei prossimi giorni un disegno di legge che colpisca ritardi e inadempienze”. E poi, in riferimento alle conseguenze devastanti dei cambiamenti climatici, già in atto, aggiunge: “La situazione é sempre di emergenza, ma nulla è più prevedibile: con condizioni climatiche così bizzarre potrebbe accadere ancora, persino nelle prossime settimane”. E poi sulle risorse aggiunge ancora: “Troveremo i fondi necessari, ma al tempo stesso va verificato se le somme stanziate negli anni alle articolazioni dello Stato per la lotta al dissesto idrogeologico siano state tutte utilizzate. Sarebbe assurdo chiedere altri soldi senza avere speso quelli in dotazione. Cominciamo a spendere quello che c’é. Inutile cercare altro denaro se qualcuno ha ancora risorse nel cassetto per la lotta al dissesto idrogeologico”. E poi, più tecnicamente, su cause e colpe spiega: “Ricorre una serie di concause. L’acqua arriva sempre. E quando arriva vuole trovare i letti dei fiumi sempre liberi, guai a invaderli. E’ mancata la cultura della tutela del territorio, visto solo come oggetto da sfruttare. Occorrerebbe un alto senso di responsabilità di tutti nel rileggere gli eventi e capire chi, in un momento di ‘distrazione’, aveva il compito di vigilare e non l’ha fatto. Nessuna misura può essere adeguata se la tutela del territorio non diventa per tutti la preoccupazione numero uno”. E poi conclude: “Stiamo lavorando a uno strumento prezioso. Al più presto presenteremo un disegno di legge sulla prevenzione strutturale da tutti i rischi e da tutte le calamità. Chi sbaglia dovrebbe avere la sanzione che merita. In modo da generare un effetto di deterrenza. Attualmente invece chi dovrebbe vigilare sul territorio non sempre lo fa e non rischia nulla: anzi, genera emulazione”.

Giuliana Miccichè

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