Laboratori d’analisi, stop alla serrata

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E’ stata annullata la serrata dei laboratori d’analisi in Sicilia e la mobilitazione regionale del 31 marzo. Domani confronto tra i sindacati e l’assessore Volo.

E’ stata annullata la serrata dei laboratori d’analisi in Sicilia e la mobilitazione regionale del 31 marzo. Tuttavia, nonostante le 17 sigle sindacali che raggruppano i 1.800 laboratori di analisi e specialisti convenzionati abbiano annunciato lo stop alla protesta, nel concreto la vertenza fra Regione e sindacati di categoria si inasprisce. Seppur a macchia di leopardo, alcuni laboratori presentano agli utenti il conto integrale delle prestazioni sanitarie. E Salvo Gibiino, coordinatore del Cimest, uno dei promotori del contenzioso, spiega: “La Regione ha ridotto del 15% il budget del 2023 al settore. Il decreto obbliga le strutture accreditate a dividere il budget annuale in dodicesimi al fine di dare assistenza per tutto l’arco dell’anno. E’ matematico che la quota mensile così ricavabile non sia sufficiente a coprire tutte le prestazioni di cui c’è richiesta. Il budget si esaurisce mediamente il 20 di ogni mese. Ecco perché in questi giorni molti laboratori stanno facendo pagare gli esami ai clienti”. L’effetto pratico è che ai pazienti che si recano nei laboratori di analisi per esami semplici come l’emocromo e gli altri collegati sono chiesti circa 20 euro. E cifre maggiori per tutti i controlli più approfonditi. I deputati del Movimento 5 Stelle, Antonio De Luca e Carlo Gilistro, rivelano: “Abbiamo ricevuto segnalazioni da parte di chi ha rinunciato agli esami. Parecchi laboratori di analisi sono rimasti pressoché vuoti. Tantissimi pazienti hanno preferito rimandare le analisi cliniche programmate perché altrimenti avrebbero dovuto pagare di tasca propria gli esami pur non avendone la possibilità, visto che tantissimi laboratori hanno esaurito il budget a disposizione per gli esami in convenzione. Ci avviciniamo sempre più rapidamente verso una sanità appannaggio dei soli benestanti. Non lo permetteremo”. L’assessore regionale alla Sanità, Giovanna Volo, replica: “Mi stupisce che qualcuno stia facendo pagare gli esami, visto che ho già comunicato che incontrerò i sindacati di categoria martedì 28”. Gibiino controbatte: “Il far pagare gli esami ai pazienti non dipende dalla protesta, è un effetto automatico del taglio al budget deciso dalla Regione”. Replica ancora l’assessore: “Questo argomento sarà sul tavolo martedì. Temo che qualcuno si stia trasformando in puro imprenditore. Ma va ricordato che gli ospedali sono pronti a reggere l’urto dei pazienti che si sposteranno verso il pubblico”. E Pietro Miraglia, presidente dell’Ordine dei Biologi della Sicilia, rilancia: “I privati chiedono la riprogrammazione del fabbisogno sanitario per il 2023 ed il relativo aumento dei fondi messi a disposizione delle strutture. Auspichiamo che si possa finalmente aprire una stagione di proficua collaborazione tra Regione siciliana e operatori privati della sanità i quali, sul territorio, forniscono una capillare assistenza a quelle migliaia di cittadini che chiedono solo di essere curati in tempi brevi dal momento che la sanità pubblica versa in una situazione precaria e difficilmente è in grado di fronteggiare le loro richieste. Speriamo che il nuovo governo della Sicilia comprenda che noi privati siamo indispensabili. Eroghiamo, infatti, milioni di prestazioni a costi contenuti rispetto a quelli forniti dal pubblico. Oggi più che mai c’è bisogno di dialogo e voglia di un percorso comune”.

Giuliana Miccichè

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