“La Regione Siciliana asservita militarmente”

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La Commissione regionale antimafia ha presentato la relazione conclusiva dell’istruttoria sul “Sistema Montante”. Fava: “La Regione asservita militarmente”.

La Commissione regionale Antimafia, presieduta da Claudio Fava, ha approvato la relazione finale dell’istruttoria sul cosiddetto “Sistema Montante”. I commissari si sono soffermati, in particolare, sui rapporti tra Antonello Montante, i politici e una parte dell’apparato burocratico della Regione. La relazione conclusiva, votata all’unanimità, è stata presentata a Palazzo dei Normanni. E nel documento, tra l’altro, si legge: “Per molti anni è esistito un governo parallelo, che ha occupato militarmente le istituzioni regionali e che ha spostato i luoghi della decisione e di indirizzo politico della spesa. Tutto questo utilizzando la lotta alla mafia come salvacondotto, la chiave che avrebbe dovuto spalancare ogni porta: un’antimafia dei padroni e degli affari. Vi è stato un golpe sotto il profilo democratico, ovvero una diminuzione della funzione della politica. Siamo di fronte a un sistema che non riguarda solo Montante, ma di un sistema a cui tanti hanno dato benevolenza e complicità. E’ un sistema che è stato protetto e questa protezione ha attraversato tutti i livelli istituzionali, fino ai punti più apicali”. E poi, nella relazione, il cosiddetto “Sistema Montante” è spiegato così: “E’ stato una sorta di occupazione materiale della Regione Siciliana, capace di resistere per una lunghissima stagione e di interferire sulla politica e sulla spesa delle istituzioni regionali determinando coalizioni e assetti di governo”. E poi, in occasione della conferenza, Claudio Fava ha spiegato: “Un pezzo di pubblica amministrazione è stato asservito in modo militare, pretendendo che l’Assessorato regionale alle Attività produttive fosse una propaggine degli interessi di Confindustria. Tutto questo con l’intervento della burocrazia regionale. Gli assessori, infatti, cambiano, ma ciò che conta è l’assetto amministrativo. A questo proposito abbiamo potuto verificare due metodi utilizzati nei confronti dei dirigenti: quelli da premiare perché disponibili all’obbedienza e quelli che andavano cacciati via. Dunque, liste di proscrizione che venivano elaborate a tavolino, in cui si decideva chi avrebbe dovuto lasciare l’assessorato. Addirittura alcuni dirigenti hanno tenuto dei provini prima di entrare all’assessorato: provini da fare a casa di Montante. In un caso arrivando anche alla impudenza di fare mettere per iscritto al dirigente che doveva essere indicato dall’assessore ciò che Montante voleva che facesse: una scrittura privata totalmente illegittima in triplice copia, con una da dare all’Assessore, una a Montante e una al futuro dirigente”. E poi, alla domanda sul ruolo del presidente della Regione dell’epoca, Rosario Crocetta, Claudio Fava ha risposto: “Avremmo voluto chiederglielo… ma non è stato possibile ascoltarlo. La sensazione è che fosse più un esecutore di progetti che andavano oltre l’orizzonte del suo governo. Crocetta in quegli anni serviva a controllare tutto ciò che poteva essere controllato sotto il profilo politico e amministrativo”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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