La musica brasiliana perde il suo genio: è morto João Gilberto

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E’ stato e resterà il più grande nome della musica brasiliana, perché anche tutti i bravissimi che sono venuti dopo – Caetano Veloso, Gilberto Gil, Gal Costa e Roberto Carlos – si sono ispirati a lui, e agli inizi lo hanno preso ad esempio, imitandolo.

Fu un genio della bossa nova, la samba che incontra il jazz e che riesce a far entrare la musica brasiliana, nella mappa musicale del mondo.

João Gilberto ha cambiato e modernizzato la musica brasiliana nel 1958 presentando al mondo il diverso ritmo, quella che fu la sua bossa nova che è stata una vera e propria rivoluzione in fatto di cadenza del samba sulle corde della chitarra, quelle cadenze ridotte al minimo, mentre tirava fuori un suono leggero, originale, armonioso e raffinato, agilissimo com’era a ritardi e progressi armonici.

E’ stato un grande musicista, e anche quando cantava, con quella sua voce così morbida e perfettamente calibrata, si comportava come un musicista. La lezione al mondo la diede con i suoi tre album, una sorta di “santissima trinità” della discografia brasiliana. Chega de saudade (1959),  O amor, o sorriso e a flor (1960) e João Gilberto (1961) . Sono questi i dischi in cui un genio diventa mito. In questi tre dischi c’è la sintesi del ritmo samba che esce da quella sua chitarra che evocava sempre il suono ritmico del tamburo di quel particolarissimo genere di musica.

João Gilberto era un perfezionista, e forse proprio questa ricerca della perfezione lo ha reso così geniale. Eppure ebbe un carattere molto poco socievole, un temperamento particolarmente distaccato nei confronti del mondo. Era nel silenzio della solitudine infatti, che metteva a punto le sue canzoni. Lui, che ha avuto in vita l’orecchio assoluto, e che sapeva ascoltare più di chiunque altro, e “sentiva” ciò che nessuno ha sentito mai, e per questo è riuscito a cambiare la musica brasiliana, divenuta eterna nel 1958 con lo spirito della bossa nova.

Questo è anche il motivo per cui Caetano Veloso ha ragione quando dice che, “meglio del silenzio, solo João Gilberto“.

Molti jazzisti hanno incrociato il loro cammino artistico con Gilberto. Pensiamo al sassofonista Stan Getz, ,che invitò Gilberto e Jobim a collaborare a quello che divenne uno degli album di jazz più venduti di tutti i tempi, “Getz/Gilberto“. Il disco consacrò a livello internazionale anche Astrud Gilberto, moglie di João , grazie alla composizione di Jobim, “The Girl From Ipanema“, che la fece diventare un’icona della musica internazionale pur non essendo dotata di particolari doti vocali. Fu quello un disco di una leggerezza spiazzante, un’anestesia dalla grigia quotidianità; la morbidezza ovattata del cool jazz dei Getz, coniugata al ritmo della samba, che dona un concentrato di musica calda, imbastita sulla tipica venatura malinconica carioca, che dà al lavoro un sapore agrodolce, rendendolo assolutamente accattivante.

Lui è andato via, a 88 anni, in un giorno di luglio, ma a noi restano Insensatez, Aguas de março, Desafinado, Rosa Morena; a noi resta una narrazione tecnica, imbastita sull’amore e che sa di eternità.

https://www.youtube.com/watch?v=EQC4Ye7hr9Y

Simona Stammelluti 

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