La crisi Cmc e l’insurrezione in Sicilia

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Lavoratori e imprese sul piede di guerra nei cantieri bloccati a causa della crisi della Cmc in Sicilia. In bilico la Palermo-Agrigento e l’Agrigento-Caltanissetta.

La Cmc, la Cooperativa Muratori e Cementisti, di Ravenna, ha presentato al Tribunale l’istanza ed è stata ammessa al concordato preventivo in continuità aziendale. Si tratta del congelamento delle pretese dei creditori, per un periodo di due mesi, prorogabili altri due mesi, in attesa che l’impresa si doti di un piano di risanamento finanziario capace di garantire la continuità aziendale ed il pagamento dei debiti. Altrimenti, scaduto il termine, sarà il Tribunale a dichiarare il fallimento. Ebbene la Cmc di Ravenna ha in appalto in Sicilia, tra l’altro, tre opere pubbliche di ampio rilievo, le strade Agrigento – Caltanissetta e Agrigento – Palermo, e poi la Metropolitana di Catania. Dunque, si è scatenato l’inferno, perché i lavori sono in stop, i lavoratori sono senza stipendio in ragione del congelamento delle pretese creditorie, e così anche i fornitori di beni e servizi, oltre i gravissimi disagi per gli utenti. Quindi si tenta di correre ai ripari. 130 lavoratori senza stipendio hanno occupato, tra Villafrati e Mezzojuso, gli uffici della Scpa (Società consortile per azioni) Bolognetta, che è una sub-appaltatrice controllata dalla Cmc, e hanno rivendicato il pagamento delle mensilità di lavoro arretrate nell’ambito del maxi-appalto da 290 milioni di euro per le opere tra Bolognetta e Lercara Friddi, ovvero il tratto palermitano della Palermo – Agrigento. Il sindacalista della Cgil, Francesco Piastra, sul posto dell’insurrezione insieme ai colleghi di Cisl e Uil, spiega: “La direzione aveva assicurato che ci avrebbe dato notizie sulle mensilità arretrate di novembre e dicembre, e invece non è accaduto. Siamo pronti ad occupare a oltranza gli uffici”. Nel frattempo, i circa 70 creditori della Cmc di Ravenna hanno chiesto ai governi regionale, nazionale ed all’Anas di subentrare negli appalti alla Cmc. Più nel dettaglio, si tratta del “Comitato delle imprese creditrici del Gruppo Cmc di Ravenna per le opere pubbliche in Sicilia”, costituito da oltre 70 tra aziende edili e fornitori, che vantano crediti per 50 milioni di euro verso la Cmc che non paga fatture da 18 mesi. Il Comitato ha inoltre incaricato l’avvocato Patrizia Stallone di Palermo di agire legalmente nei confronti di Anas per il recupero indiretto dei crediti. L’Anas sarebbe già a lavoro per autorizzare il subentro nell’appalto del consorzio Integra, che detiene il 20% delle quote della società Bolognetta. Si tratta della stessa soluzione che il ministero dello Sviluppo Economico ha adottato per riavviare i lavori lungo la Siracusa – Gela, autorizzando il subentro delle imprese affidatarie e sub-affidatarie nell’esecuzione dell’appalto assegnato dall’Anas al contraente generale Cmc di Ravenna. E ciò per scongiurare che la Siracusa – Gela, come l’Agrigento – Palermo, l’Agrigento – Caltanissetta e la Metropolitana di Catania, siano le ennesime incompiute, e per salvare complessivamente più di 2mila posti di lavoro.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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One Thought to “La crisi Cmc e l’insurrezione in Sicilia”

  1. Rosaria

    CMC, vedi CoopCostruttori, vedi… vedi… vedi… Cambiano le sigle ma non la sostanza. Slot macchine che fottono soldi appannaggio dei membri della governance e dei mega dirigenti e di qualche fortunato consulente esterno

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