La Cgil scrive al primario del Pronto Soccorso dell’ospedale di Agrigento: “Troppe criticità, incontriamoci”

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“Abbiamo voluto aspettare alcune settimane prima di scriverLe questa nota perché abbiamo ritenuto che fosse giusto rendersi conto di cosa succede al pronto soccorso di Agrigento di persona, prima ancora, che fossimo noi a raccontarLe l’esperienza giornaliera della tanta gente che ha bisogno assistenza.

Abbiamo salutato positivamente un incarico a lunga scadenza e con una selezione pubblica che premi il merito, perché riteniamo che gli incarichi a tempo spesso facenti funzioni, non consentano di programmare l’attività a medio e lungo periodo ed in queste circostanze il danno ai cittadini è incalcolabile.

E’ cronaca quotidiana per i cittadini che accedono alle cure del P.S., che non sono in codice rosso, stazionare per molte  ore nella sala d’attesa prima di essere visitati,spesso ammassati in un assembramento che fa a pugni con le misure di prevenzione anti covid 19.  Purtroppo, la rabbia ed il legittimo nervosismo dei pazienti e dei familiari, si scaricano nei confronti del personale sanitario del nosocomio agrigentino, che lavora in mezzo a tante difficoltà e queste aggressioni diventano determinanti per fare rifiutare gli incarichi dei professionisti nel pronto soccorso. A nostro giudizio una delle principali cause di questo ingorgo al pronto soccorso è l’assenza della medicina del territorio che faccia da filtro per i tanti malati in codice bianco o verde. La politica regionale, d’altronde, non riesce a occuparsi con investimenti adeguati del problema e perciò necessita che l’Azienda faccia la sua parte con assunzione di personale giovane e motivato con contratto a tempo indeterminato, evitando così che i nostri bravi medici vadano ad arricchire con la loro professionalità altre regioni se non, in alcuni casi, altri Stati.

Egregio Direttore al fine di conoscere quale programmazione e azioni intende mettere in campo per dare una svolta, nei limiti delle proprie competenze, ai suddetti problemi denunciati, si chiede un incontro. Certo che raccoglierà la sfida aprendosi al contributo di quanti hanno a cuore un servizio sanitario nazionale con il volto “ umano”, in attesa di gradito riscontro, si saluta  distintamente”.

 

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