Interrogatorio di garanzia, bocche chiuse della famiglia Sferrazza. Oggi tocca alla commercialista

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Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere dinanzi al Gip del Tribunale di Agrigento i nove componenti della famiglia Sferrazza – accusati di associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio, posti agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta “Malebranche”.

Ieri mattina, davanti al gip Luisa Turco che ha firmato l’ordinanza su richiesta del procuratore Luigi Patronaggio e dei pm Paola Vetro e Alessandra Russo, sono comparsi tutti per l’interrogatorio di garanzia. Tecnicamente si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il principale indagato è Gioacchino Sferrazza, insieme a lui sono finiti ai domiciliari anche il padre Gaetano, la moglie Maria Teresa Cani, i figli Fabiana e Gaetano, il fratello Diego, la moglie Giovanna Lalicata e i figli Gaetano e Clelia. Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Daniela Posante, Giovanni Castronovo, Chiara Proietto, Antonella Arcieri e Giacinto Paci. La decima indagata finta agli arresti domiciliari è la commercialista Graziella Falzone, 53 anni, assistita dagli avvocati Santo Lucia e Salvatore Falzone, che sarà interrogata stamattina, insieme ai tre indagati (in tutto sono 22 le persone sotto inchiesta) destinatari di un provvedimento che impone loro l’obbligo di dimora nel comune di residenza. Si tratta di Francesco Maraventano, 38 anni, anche lui in passato ex presidente dell’Akragas; Vincenzo Lo Cicero, 36 anni e Assuntina Lupo, 55 anni.

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