Gli scienziati al lavoro per capire chi sono i “resistenti” al covid-19

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Sempre più spesso ci si imbatte in soggetti che vivono a stretto contatto con un positivo al covid senza venirne contagiati.
Sui perché di questa dinamica gli scienziati sono all’opera, ma anche per capire perché siano più uomini che donne a contagiarsi e perché alcuni soggetti contraggono nuovamente il virus a stretto giro.

Gli addetti ai lavori stanno quindi cercando di capire come muta questo virus all’interno dell’essere umano, analizzando diversi casi, soprattutto quello di persone che – statisticamente ormai – non si infettano seppur avendo avuto contatti di convivenza stretta con un positivo. Cercano la spiegazione nel sistema immunitario, oltre quelle che sono le normali regole dettate dal protocollo ossia il distanziamento, la mascherina e l’igienizzazione frequente delle mani.

Un team di lavoro di scienziati e genetisti di Tor Vergata, con un consorzio internazionale, sta analizzando i casi e si avanza l’ipotesi che esistano geni che rendano alcune persone più protette dal contagio e quindi più resistenti, perché se il virus è lo stesso, la differenza la fa “chi lo ospita”. Lo studio è in corso ed è molto complesso perché servirebbero individui molto esposti al virus come il personale sanitario e i parenti dei positivi, che siano negativi sia al sierologico che al tampone.

E’ il genetista di Tor Vergata a Roma, Giuseppe Novelli a spiegare che “quando c’è una pandemia i fattori in gioco sono il patogeno, l’ospite e l’ambiente, ossia il contesto in cui si sviluppa l’infezione. Noi ci siamo concentrati sulla seconda, che è fondamentale”.

Poi continua: “Ci siamo prima concentrati sui malati gravi e abbiamo scoperto che esiste un 10-12 per cento di casi che hanno una caratteristica genetica particolare, non riescono cioè a produrre interferone che è la prima molecola di difesa. Sulla base di questa esperienza ci siamo chiesti se ci sono differenze genetiche in quelli che noi chiamiamo i resistenti cioè persone che quando convivono con un soggetto che è certamente positivo non solo non si ammalano, ma non si infettano nemmeno”.

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