Gianfranco Miccichè nella terra delle tragedie. E poi, Iacolino e Fontana…

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Avvistato, avvistato!

Si, da qualche giorno il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè si trova ad Agrigento per organizzare con i vertici locali liste, listini, candidature in occasione delle prossime recenti votazioni regionali e nazionali.

E visto quanto accaduto appena qualche mese addietro, quando i vertici di Forza Italia agrigentina, unitamente ad un manipolo di tragediatori sparsi in Sicilia, avevano pugnalato alle spalle (o hanno cercato di farlo senza riuscirci) la domanda sorge spontanea: Ma Gianfranco cosa è venuto a fare nella terra delle tragedie?

Si, quelle stesse tragedie che Miccichè ha provato sulla propria persona, sulla propria pelle, sulla propria carriera politica ad opera di un gruppo assai specializzato nel creare spunnapedi a destra e a manca.

Ci confrota il fatto che comunque, Gianfranco Miccichè, possiede le spalle abbastanza larghe ed è sicuramente conscio del fatto che venire ad Agrigento tra Galli, Margot e Murcuzzo occorreva prima preparare i carri armati, munirsi di tuta aerospaziale e parlare a lieta facci in un noto hotel della Città dei Templi.

“Iu vaiu cca, tu va ddra, tu chi mi dasti, iu chi ti dugnu, cicchi ciacchi e umma umma”, e vissero tutti felici e contenti.

Oggi, contenti. Si, perchè le recentissime new entry nel clan Gallo-La Rocca-Zambuto e cioè quelle di Totò Iacolino e Vincenzo Fontana impongono alcune riflessioni. Dicevamo oggi contenti, ma solo oggi. Fino a pochissimo tempo fa Iacolino e Fontana erano decisamente scontenti e sconcertati proprio dai vertici agrigentini con i quali, adesso, inciuciano, mollicano, ridono.

Prima erano pianti (politici); ci fu u scappa scappa da Gallo e company e con tanto di sbattere la porta (usiamo un eufemismo perchè in realtà le recriminazioni furono devastanti). Ma tant’è. La politica fa anche questi scherzi.

Fontana aveva già deciso il passaggio nell’Udc di Decio Terrana. E’ bastato u iocu de tri carti per farlo desistere ed accomodarsi dove prima era seduto con tanto di cilizi, chiova di deci e vitra aguzzi. Oggi pensa di stare in una comoda poltrona.

Secondo noi, sia Fontana che Iacolino, sanno perfettamente che la sedia non è tanto comoda.

Del resto solo un bambino di un mese non capirebbe che Gallo e company, incapaci di presentare una lista alle comunali di Sciacca, hanno chiamato i due professionisti agrigentini solo perchè a corto di voti e per un vero e proprio bisogno visto che le acque azzurre non sono poi così tanto azzurre. E se sarà il caso, quando le cose si sistemeranno, nulla preclude il fatto che i tre torneranno ad odiarsi come prima, più di prima.

E loro, grandi e vaccinati, cadono in questo spunnapedi?

Già. Ma un punto a loro favore dobbiamo anche darglielo: e se vincono?

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One Thought to “Gianfranco Miccichè nella terra delle tragedie. E poi, Iacolino e Fontana…”

  1. Franco

    però si sono sistemati tutti, figli, nipoti, cognati, generi e figliastri. Pensano solo per loro posizioni dirigenziali e le loro famiglie. Dopo essersi sputtanati a vicenda. La verità è che alcuni sono senza dignità, pur di sistemarsi la vendono al miglior offerente. Ricordiamoci delle pecore…. che rientrano nel gregge non appena il pecoraio scatena i cani di mannira. Personalmente, riconosco e va dato il merito all’on. Gallo, è il numero 1. Li mette sempre dentro il sacco, li costringe a calarsi le braghe, rigirandoli come gli conviene. Fa bene, questo meritano, complimenti per la sua vittoria totale

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