Finanziaria lacrime e sangue

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Tagli alle pensioni dei dipendenti regionali, blocco del turn over e delle assunzioni, aumento dei canoni del Demanio: i dettagli sulla finanziaria approvata dalla giunta Musumeci.

Altri particolari emergono nell’ambito della finanziaria appena approvata dalla giunta Musumeci, e proposta all’Assemblea Regionale per l’esame e l’approvazione definitiva entro il prossimo 28 febbraio al fine di scongiurare il ricorso ancora all’esercizio provvisorio. Nel testo è prevista la conferma dell’accordo con lo Stato per pagare a rate in 10 anni il disavanzo da 1 miliardo e 700 milioni di euro. Ciò libera risorse per oltre 400 milioni di euro utili al bilancio di previsione 2021 – 2023. E’ necessario però che nel frattempo intervenga positivamente il giudizio di parifica da parte della Corte dei Conti, atteso il 27 febbraio, del bilancio consuntivo del 2019. E sono altrettanti necessari tagli, contenimento della spesa almeno fino a 40 milioni di euro, e riforme, ovvero le condizioni poste dal governo di Roma per consentire la rateizzazione del disavanzo. Dunque, e tra l’altro, a pagare il prezzo dei nuovi tagli saranno i pensionati della Regione e i giovani che sperano in un posto di lavoro pubblico. Per i pensionati regionali è previsto un contributo di solidarietà per le pensioni superiori a 1546 euro, che sarà progressivo e trattenuto alla fonte. Concretamente si tratta di un taglio che nella media è dalle 20 alle 50 euro, e che aumenterà fino a quasi 80 euro per le pensioni superiori ai 5000 euro al mese. In percentuale il contributo di solidarietà è compreso tra lo 0,25% fino all’1,5%. L’altra misura impopolare sarà il nuovo blocco del turn over, ossia non si potranno sostituire i dipendenti in pensione. Nei prossimi anni si calcola che saranno in pensione circa 500 persone, e che si bloccheranno almeno 300 assunzioni. Tuttavia, ai dirigenti di alta fascia che gestiscono fondi europei è consentito di proseguire il servizio anche oltre il limite pensionabile mantenendo anche il livello retributivo massimo. E ciò perché vi è la necessità di completare l’impiego dei programmi comunitari in corso. Infine una mazzata incombe sul turismo con l’obbligo di un codice di autorizzazione per le strutture ricettive e multe fino a 2500 euro al giorno a chi non lo esibisce, oltre all’aumento dei canoni del Demanio. Tradotto: piove sul bagnato per le imprese colpite violentemente dall’emergenza sanitaria.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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