Femminicidio Lorena Quaranta, chieste le attenuanti generiche per l\’assassino Antonio De Pace

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Ha chiesto le attenuanti generiche durante la requisitoria il procuratore generale nei confronti del giovane di origini calabresi Antonio De Pace, condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio dell’ex fidanzata Lorena Quaranta, l’infermiera di Favara uccisa nel marzo del 2020 nella sua abitazione di Furci Siculo nel Messinese. I giudici della Corte d’Appello adesso dovranno valutare anche un’eventuale riduzione della pena stabilita in Assise lo scorso luglio. A pesare, nella ricostruzione della Procura, la mancanza di episodi violenti pregressi e le modalità dell’omicidio simili a un raptus. Non ci stanno i familiari della ragazza, rappresentati dall’avvocato Giuseppe Barba, che invocano il carcere a vita per il giovane. Stessa richiesta è stata avanzata dagli avvocati di parte civile. L’infermiere calabrese era stato dichiarato capace di intendere e di volere e quindi imputabile, al termine della perizia medica effettuata per conto della Procura dal professore Stefano Ferracuti che aveva evidenziato l’assenza di “disturbi psichiatrici” nel ragazzo, all’epoca dei fatti vittima di una “importante condizione ansiosa”.

Alla base sembra esserci una sola \”giustificazione\”, tremenda: uno stato d\’ansia che da giorni avrebbe tormentato il 27enne, provocato dalla paura di essere stato contagiato dal coronavirus insieme alla stessa Lorena. Ipotesi successivamente smentita dai tamponi effettuati su entrambi dal personale sanitario.

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