Dell’Utri, la scarcerazione, l’attesa di Berlusconi (video)

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Ai primi di dicembre Marcello Dell’Utri, adesso ai domiciliari, conclude lo sconto della pena per concorso esterno alla mafia. L’11 novembre testimonierà Berlusconi.

Tra meno di due mesi l’ex senatore Marcello Dell’Utri sarà libero perché avrà scontato la condanna per concorso esterno alla mafia. Ai primi di dicembre si concludono i 7 anni di carcerazione che sono stati inflitti al co-fondatore di Forza Italia. E ciò grazie agli sconti di pena e alla buona condotta Già nel luglio del 2018, il Tribunale di Sorveglianza, accogliendo quanto richiesto dai difensori di Dell’Utri, ha disposto il differimento della pena per motivi di salute. E Marcello Dell’Utri è stato trasferito dal carcere agli arresti domiciliari. Calcolando gli sconti per buona condotta, ovvero 45 giorni in meno di reclusione ogni 3 mesi, Dell’Utri ha trascorso tra carcere e domiciliari circa 5 anni e 8 mesi di detenzione dopo la condanna definitiva subita nell’aprile del 2014 e l’arresto in Libano a Beirut. Poi è stato estradato in Italia e recluso prima a Parma e poi a Rebibbia a Roma.

Nelle motivazioni della sentenza definitiva di condanna, i giudici descrivono Marcello Dell’Utri come – testualmente – “il garante decisivo dell’accordo tra Silvio Berlusconi e Cosa nostra e la sistematicità nell’erogazione delle cospicue somme di denaro da Marcello Dell’Utri a Gaetano Cinà sono indicative della ferma volontà di Berlusconi di dare attuazione all’accordo al di là dei mutamenti degli assetti di vertice di Cosa nostra”. Nel frattempo, il 20 aprile del 2018 la Corte d’Assise di Palermo ha condannato Dell’Utri a 12 anni di carcere al processo di primo grado sulla presunta trattativa tra Stato e mafia all’epoca delle stragi tra il ’92 e il ’94.

E ciò perché – si legge ancora nelle imputazioni della Procura di Palermo – Marcello Dell’Utri sarebbe stato “l’uomo cerniera nella seconda parte della trattativa tra Cosa nostra ed i nuovi referenti politici, che trovavano espressione nel partito di Berlusconi insediatosi con l’appena nata seconda Repubblica”. Il processo “trattativa” adesso è in corso in Appello, e i difensori di Dell’Utri hanno ritenuto opportuno, quanto logico, citare come testimone l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi “per – si legge nell’invito a testimoniare – riferire su quanto sa a proposito delle minacce mafiose subite dal governo da lui presieduto nel 1994 mentre era premier”. Berlusconi avrebbe dovuto presentarsi a Palermo lo scorso 3 ottobre. Tuttavia, poiché i suoi difensori hanno appreso che l’ex premier è indagato dalla Procura di Firenze come tra i mandanti delle stragi del ’93 e del ’94, la Corte d’Assise d’Appello di Palermo ha deciso di ascoltare Berlusconi come testimone assistito, in quanto indagato di reato connesso, in presenza di un avvocato e con la facoltà di non rispondere alle domande che comporterebbero dichiarazioni auto-indizianti. Ordunque, Silvio Berlusconi sarà ascoltato il prossimo 11 novembre.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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