Decadimento e sconfitta (Smile, please!)

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Diciamolo, noi donne sui 50 anni – che un tempo erano “di mezza età” e oggi “vivono la loro seconda giovinezza” [mah] – scopriamo per la prima volta nella nostra vita il significato della parola “decadimento” e viviamo inesorabilmente la sconfitta (irreversibile).

Capita, ci dicevano. Ed infatti è capitato.

Dai su non facciamo quelle che “ma io” ecc. ecc.
“Ma io” niente. 

Sperimentiamo – ma dovremmo dire subiamo – quel “fantastico mondo\” che è la premenopausa, e dunque cose come l’insonnia (mai provata prima), la stanchezza cronica (un tempo si spaccava il mondo a mani nude), i dolori in parti del corpo che non pensavi neanche esistessero, il caldo improvviso (quando mai?!), il freddo che ne segue (e questo in tutte le stagioni dell’anno), il gonfiore, l’irritabilità (alcune di noi però sono nate irritate e pure irascibili) e poi ancora la sconfitta dei jeans di una vita che non ti entrano e non ti entreranno più (questo accade anche alle eterne magre) della pelle del viso che un bel giorno, mentre così passi davanti allo specchio senza volerlo, ti appare diversa da tutto il resto della tua esistenza. Ti appare come dire … spenta; e allora tu sorridi, pensando che si riaccenda qualcosa ed invece niente. 

Se prima mangiavi la qualunque e stavi sempre bene ora provi a mangiare bene e ti senti rallentata, e poi l’acidità di stomaco, e la stitichezza, e il reflusso. 

E allora capisci che devi fare qualcosa. 

E qui scattano le due – e dici due – opzioni. 

Lottare o arrendersi. 

Ecco, io appartengo alla categoria di donne che si sono arrese.
Arrese al tempo, che passa inesorabile e lascia i suoi segni ma anche dosi di inaspettata saggezza. Ma continuo ad avere sogni, desideri (più o meno possibili), traguardi (più o meno raggiungibili) e voglia di “esistere”. 

Quella ammetto che va e viene, ad intermittenza, a giorni alterni. Perché capita che ci siano giorni in cui vorrei che il mondo non mi vedesse, non mi considerasse, non contasse su di me e sul mio modo di essere e di esistere. Vorrei talvolta essere l’anello mancante; senza che però gli altri se ne accorgano. 

Dicevamo, le due opzioni. 

Arrendersi e allora chi se ne frega!
I jeans non vanno? Me ne compro uno nuovo.
Le rughe segnano il viso? Provo a portarle con disinvoltura, così come tutti gli altri difetti che ci sono sempre stati e magari nessuno li ha mai visti o non vi hanno mai fatto caso.
Sono stanca? Mi riposo. Non posso? Resisto. 

Insomma … cose così. 

E poi c’è l’altra opzione: fare la guerra al tempo. Combatterlo, con tutte le proprie forze (e anche soldi, perché senza quelli, non si fa poi tanto). E allora “pronti, via!” 

Creme, massaggi, punturine, cambio di colore di capelli, trattamenti, digiuni più o meno intermittenti, palestre, pillole per dormire e altrettante per stare sveglie. 

Sia chiaro … io non giudico nessuno, anzi sono molto solidale con tutte quelle a cui la famosissima “crisi di mezz’età” mette un po’ in crisi. 

Ognuno fa ciò che vuole e ciò che sente, e preserva quello che ritiene più giusto preservare. 

Io personalmente credo che contro il tempo non si possa mai vincere; magari per un po’, illudendosi di ingannarlo in qualche modo, ma alla fine qualcosa di noi rivelerà sempre ciò che siamo diventate. Che poi o ti rifai tutta (da testa a piedi) oppure qualcosa “non tornerà”. 

Già. Qualcosa non tornerà. 

Non torna ciò che è stato, ma resta ciò che siamo diventate, dopo essere state, aver sbagliato e dopo aver goduto di una giovinezza alla quale – diciamolo – non abbiamo mai fatto caso. 

Io se proprio devo proteggere qualcosa vorrei riuscire a preservare la mia testa (cervicale permettendo!) Vorrei riuscire a ricordare, avere pensieri belli, avere ancora la forza di gestire una emozione che si traduce poi in parola e che mi accompagni per il tempo che resta. 

Vorrei continuare ad essere ispirata, appassionata e gentile con il prossimo. 

Il capello bianco alla fine lo copri se non ti piace, ma se perdi il mordente ti senti come un sacco vuoto che non sta più in piedi. 

E allora care mie, forza e coraggio. 

Ognuno faccia quel che crede giusto per sentirsi bella e viva. Bella e sopratutto viva e semmai qualcosa non dovesse andare per il verso giusto, c’è sempre il piano B: una bella botta di fortuna che ci conduca dove vogliamo; centro estetico o pasticceria non importa, l’importante è arrivare a sera con la solita accogliente frase: “anche oggi, ce l’abbiamo fatta”. 

Peace & love 

S 

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