Crisi, tutto a catafascio

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Non solo gli autotrasporti: anche le imprese edili in agitazione a causa del caro energia e dell’aumento dei prezzi e delle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime. L’intervento dell’Ance Sicilia.

E’ un catafascio, tutto sottosopra, in rovina. La crisi ucraina, e non solo, perché il caro energia è esploso prima della crisi ucraina, ha provocato l’esplosione delle bollette. E di conseguenza, tra il tanto altro, non solo gli autotrasporti, già in sommossa, ma anche le imprese edili annunciano lo stop. Perché gli impianti di produzione delle materie prime sono aggrediti mortalmente dalle bollette, e i prezzi delle materie prime si impennano vertiginosamente. E a fronte di ciò, i cantieri, in difficoltà nell’approvvigionamento delle indispensabili materie prime, sono costretti a gettare la spugna. Il presidente dell’Ance costruttori edili di Sicilia, Santo Cutrone, conferma e spiega: “Il caro-carburanti, gas ed energia, i prezzi alle stelle delle materie prime, la difficoltà a reperirle, e la chiusura degli impianti di produzione strozzati dal caro-bollette, rendono impossibile proseguire le attività dei cantieri, e costringono le imprese edili siciliane a sospendere tutto e a porre il personale in cassa integrazione per difficoltà di approvvigionamento dei materiali. E’ a rischio la sopravvivenza dell’intero comparto”.

Dunque, è altrettanto sommossa. E Cutrone traccia in prospettiva gli stop: “Cominceranno le imprese del settore dei lavori stradali, a causa dell’aumento del 600% del costo dell’asfalto, che non rende più sostenibile l’esecuzione di interventi ai prezzi fissati all’atto dell’aggiudicazione dell’appalto. Seguiranno le imprese impegnate nei cantieri del ‘Superbonus 110%’ e del ‘Bonus facciate’ e, quindi, quelle interessate dalle infrastrutture strategiche e dagli appalti finanziati dal ‘Pnrr’. E’ persino a rischio la possibilità di completare le opere del ‘Pnrr’ entro le scadenze concordate con l’Unione europea” – conclude. Ordunque bisogna rimediare, e il presidente dei costruttori edili siciliani invoca: “Servono misure vere di emergenza per salvare dal disastro il settore che più di tutti ha garantito la ripresa del Paese e della Sicilia. Non possiamo più attendere: i prezzi di bitume, acciaio e alluminio sono inarrivabili, tutti gli altri materiali scarseggiano e sono troppo cari. In più, la volatilità delle tariffe di elettricità, gas e carburanti rende insostenibile l’economia dei cantieri e i trasporti”.

Poi Santo Cutrone si rivolge al presidente della Regione, Musumeci, al governo regionale e ai deputati regionali e nazionali eletti in Sicilia. Così: “Occorre che tutti insieme pressino sul governo nazionale e su Camera e Senato affinchè siano adottate tutte le necessarie misure per calmierare i prezzi e per compensare adeguatamente gli aumenti intervenuti in fase di avanzamento dei lavori. Non ci bastano le misure varate finora in modo surrettizio e figurativo. Ed è anche necessaria una proroga dei termini del Superbonus 110%: in queste condizioni di difficoltà sarà impossibile completare entro il prossimo mese di giugno il 30% dei lavori nel caso di villette ed edifici unifamiliari”. E poi, in conclusione, Cutrone prosegue: “Bisogna aiutare le imprese ad affrontare i maggiori costi. Il mercato peggiora di giorno in giorno, ormai è fuori controllo. Per questo occorre che le stazioni appaltanti applichino un adeguamento automatico dei prezzi delle forniture e dei materiali ai valori correnti di mercato”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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