“Cgil e Filtcem: ancora morti sul lavoro, sulla sicurezza occorre fare sul serio”

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L’anno non poteva cominciare peggio, ancora morti sul lavoro, il primo del 2019, che prosegue  una strage infinita!

 

Cercheremo, ovviamente,  di capire meglio le dinamiche, ma una cosa la possiamo dire subito: ci troviamo  sempre non di fronte a “tragiche fatalità” ma a precise inosservanze di norme comportamentali o di deficienze strutturali.

 

L’unica cosa certa è che Massimo Aliseo, 28 anni di Canicattì, padre di 2 bambine una delle quali avuta da pochissimi giorni, non c’è più.

Secondo i dati dell’Osservatorio Indipendente di Bologna sono stati 703 i morti sui luoghi di lavoro del 2018, ma se a questi aggiungiamo anche quelli “in itinere”, arriviamo a oltre 1450 lavoratori morti per infortuni: sono circa 4 morti al giorno!  

 

Per questo occorre accrescere e non diminuire l’attenzione da parte di ogni livello di Governo che sembrano, invece, aver dimenticato la questione!

 

E’ tollerabile una cosa del genere? Noi riteniamo di NO! Noi riteniamo che occorrerebbe accrescere la “cultura della sicurezza” e aumentare i controlli e le ispezioni per verificare che il rispetto delle regole non sia solo un fatto documentale e burocratico ma corrisposta ad un effettivo investimento sulla sicurezza delle persone.

 

Nei mesi scorsi avevamo lanciato l’idea, subito raccolta dal Dr. Dario Caputo nuovo  Prefetto di Agrigento,  di unire gli sforzi di prevenzione e di repressione affinché queste cose non succedano. Si tratta di rilanciare e concretizzare quello sforzo per realizzare quelle sinergie utili ad accrescere la capacità di formazione, informazione, controllo.

 

Come CGIL e FILCTEM, in queste ore, mentre ci stringiamo angosciati e  commossi al dolore straziante della Moglie e dei familiari di Massimo Aliseo,  che adesso debbono conoscere la solidarietà vera delle Istituzioni e non essere lasciate soli, gridiamo ancora più forte che su queste questioni occorre fare sul serio e non – come tutte le altre volte – che una volta calato il sipario tutto ritorna come prima, come nulla fosse.

Questa morte non sia vana, serva almeno a scuotere le coscienze, a sollecitare una riflessione comune per evitare che si continui a lavorare e a morire.

Massimo Aliseo lavorava in un Azienda dove il Sindacato non c’è e non può svolgere il suo ruolo pienamente, anche per questo Ci auguriamo che la Magistratura faccia piena luce su quanto accaduto e sia fatta giustizia.

Se nessuno potrà ridarci Massimo Aliseo almeno serva ad evitare che ci siano altre morti come questa.

Si apra un dibattito serio su quanto è avvenuto, sarebbe utile se l’intera Area Industriale dove era ubicata l’Azienda, si fermasse per 1 ora per riflettere sulle condizioni in cui si svolge il lavoro, proporremo a CISL e UIL e alle Associazioni Datoriali che si possa realizzare una riflessione comune su questi temi.

Non vogliamo altre morti,

vorremmo lavorare per vivere e non per morire!

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