Alfonso Buscemi: “Una vita da cigiellino”

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Il suo nome da tempo è accostato alla Funzione Pubblica Cgil: prima legato al territorio agrigentino, ora a quello siciliano. Il sindacalista Alfonso Buscemi, 55 anni, originario di Aragona, rappresenta ormai un importante punto di rifermento  per l’Organizzazione di categoria. Le sue battaglie e  la sua attività trovano ampio apprezzamento tra i lavoratori, ma anche da parte delle Istituzioni, con cui quasi periodicamente si confronta nei Tavoli tecnici e di concertazione alla ricerca delle soluzioni alle vertenze o alle emergenze oggetto di contesa sindacale.

Oggi per noi di Sicilia24h.it risponderà ad alcune domande che gli abbiamo posto a riguardo della sua professione.

Quanto è difficile oggi il lavoro di un sindacalista?

“Io, per la verità, lo definirei una vera  e propria  missione. E’ un’attività complessa, articolata, ma certamente gratificante se si opera con passione, competenza ed onestà. Significa esercitare un ruolo sociale a difesa di quello che viene considerato l’anello più debole: cioè il lavoratore. Io, in tanti anni di impegno sindacale, ho capito che non c’è un copione standard da seguire, che vale per tutte le scene. Oltre alla preparazione e alla conoscenza della materia, servono serietà, credibilità e trasparenza. Questi sono valori fondamentali che ti danno forza contrattuale nelle interlocuzioni e finiscono per fare la differenza, si rivelano utili nello spostare l’ago della bilancia verso la tua posizione”.

Prima di  ricevere il prestigioso incarico a livello regionale, lei ha svolto la funzione di segretario generale della Fp Cgil ad Agrigento. Che esperienza è stata? E quanto è servita come trampolino di lancio?

“Agrigento è stata per me una vera e propria palestra sindacale. Ho dato parecchio, ma ho ricevuto anche tanto, sia in termini di esperienza che  di formazione  e di relazioni. Ho acquisito, grazie anche alla mia caparbietà e determinazione, un enorme bagaglio, i cui contenuti e strumenti hanno prodotto risultati rilevanti nell’esclusivo interesse dei lavoratori e dell’Organizzazione che ho l’onore di rappresentare. Io sono   un uomo al servizio della Cgil. E continuerò ad esserlo: ovviamente fino a quando   sarò utile alla causa”.

Parliamo della sua esperienza a Palermo, nelle vesti di segretario regionale di Fp Cgil Sicilia. Come è stato l’impatto e quali sono i risultati?

“Dopo una primissima fase di inevitabile assestamento, forte anche della dote portata con me da Agrigento, ho messo a disposizione della struttura tutto il mio sapere sindacale e le conoscenze di cui dispongo. Il percorso di lavoro è stato subito fruttuoso grazie soprattutto alla piena intesa, sempre nel rispetto dei ruoli, raggiunta, in tempi brevi, con il segretario generale, Gaetano Agliozzo, al quale va la mia stima e gratitudine per la grande fiducia che ripone nei confronti del sottoscritto. Tante le iniziative, le battaglie, le  proposte portate avanti nel corso di questi due anni di mandato a difesa dei lavoratori. Con risultati gratificanti raggiunti grazie ad un gruppo dirigente della nostra Organizzazione diffuso in tutto il territorio siciliano all’altezza del compito.

In particolare mi preme ricordare quelle che hanno ruotato attorno al settore di Igiene Ambientale, per i drammi che i lavoratori vivono quotidianamente in ordine al mantenimento del posto di lavoro ed il diritto ad una retribuzione equa e puntuale.”

Quali i risultati raggiunti?

“C’è una  ordinanza emessa recentissimamente del Giudice del Lavoro di Palermo, la quale suggella quella che è stata, sin da subito, una nostra legittima rivendicazione. Il pronunciamento dispone il diritto dei lavoratori della Belice Ambiente, a cui era stato negato il passaggio a seguito della riforma, a transitare nella Srr Palermo Ovest. E’ evidente che questa novità è destinata a cambiare gli attuali scenari,  tenuto conto che ci sono tanti altri casi analoghi in Sicilia. Si rimetterà così in gioco il destino occupazionale di numerosi dipendenti, rimasti fuor dal circuito dell’assunzione nel passaggio della Legge. Sempre in tema i rifiuti, abbiamo  organizzato, lo scorso anno, un Focus  a Palermo alla presenza di relatori qualificati e della nostra leader nazionale, Serena Sorrentino.  Gli atti di quel convegno sono stati riportati in un volume che abbiamo pubblicato e del quale, sovente, l’assessore regionale Pierobon, presente a quell’incontro, porta come modello di lavoro e di confronto nei suoi interventi pubblici. Mi piace anche ricordare che, per la prima volta, in Sicilia nelle elezione delle RSU del 2018 Fp Cgil si è piazzata al primo posto. Ovviamente anche su altri fronti mi sono e ci siamo spesi, portando a casa risultati positivi e significativi successi sindacali, apprezzati dai nostri numerosi iscritti”. 

Parliamone

“Un’altra delega affidatami in segreteria regionale è quella sulle Funzioni Centrali, un comparto molto difficile da seguire in quanto, tranne qualche caso, abbiamo un blocco del turn-over da troppi anni. Quindi  ci troviamo con  lavoratori, la  cui età media è molto alta, che vivono una situazione occupazionale stressata per le continue e maggiori competenze attribuite, in ragione anche della carenza di personale, a fronte delle quali non ricedono  sufficienti gratificazioni. Si pensi, ad esempio, che per quasi dieci lunghi anni hanno avuto il contratto di lavoro bloccato, rinnovato solo l’anno scorso e scaduto il 31 dicembre 2018. L’attuale governo non dà alcun cenno positivo nel riconoscere il diritto di questi lavoratori a ad avere il rinnovo contrattuale. Per questa ragione il giorno 8 di giugno saremo in piazza con una manifestazione nazionale a Roma. Non abbiamo una contrattazione di secondo livello che possa affidare il giusto ruolo ai lavoratori nelle scelte che li riguardano. Mancano le risorse economiche ma facciamo fatica anche ad imporre il giusto coinvolgimento sull’organizzazione del lavoro. Pur nella difficoltà descritta, ho creduto subito alla esigenza di ascoltare i lavoratori di questo comparto e mi sono messo a girare in lungo  in largo la Sicilia con assemblee nei posti di lavoro, e grazie ad una presenza bene organizzata ed apprezzata da parte di tutta la Funzione Pubblica siciliana,  nelle elezioni delle RSU 2018 per la prima volta, anche qui, dopo 20 anni, abbiamo conquistato la leadership. Fp Cgil è stato il sindacato di categoria più votato”.

Quali le prossime sfide?

“Da qualche mese mi è stata affidata la delega al precariato. E’ una materia, anche questa, di grande impatto e di grande responsabilità  dal punto di vista della scommessa sindacale. Basti pensare che, da un lato, abbiamo ancora precari che stanno dentro la Pubblica Amministrazione  sin dagli anni ’90, dall’altro c’è la consapevolezza diffusa che non si può più tirare eccessivamente la corda. D’altronde, finalmente, le due principali richieste avanzate da tempo dal nostro sindacato  sono diventate ormai Leggi, togliendo alibi a quanti hanno, fino ad ora, pretestuosamente opposto resistenza. La prima richiesta si tratta della storicizzazione della spesa. Cioè la Regione Siciliana finanzia queste stabilizzazioni garantendo  il contributo attuale fino al 2038. La seconda norma è il Decreto cosiddetto Madia che facilita l’assunzione di questi lavoratori in deroga ad alcune norme, riconoscendo l’anzianità e la professionalità acquisite in oltre vent’anni di lavoro e in modo da non perderle, il cui effetto sarebbe stato quello di rendere vana la formazione degli stessi che è costata denari alla collettività. Infine, abbiamo un altro pezzo di precariato: quello dei lavoratori utilizzati in Attività Socialmente Utili (ASU). Qui siamo fuori da ogni regola e buon senso. Infatti, se il comportamento adottato nel pubblico fosse nel privato, le aziende rischierebbero la denuncia per utilizzo di lavoratori in nero. Loro non godono di nessuna copertura contributiva pensionistica e non hanno una regolare busta paga. Ma sono utilizzati a pieno titolo come lavoratori subordinati, svolgendo mansioni e rispettando regole previste per tutti gli altri dipendenti pubblici. Si tratta di poco più di cinquemila lavoratori, a cui va data una pronta risposta occupazionale”. 

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