“Antimafia Xydi”, il verdetto del Gup

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Conclusa l’udienza preliminare nell’ambito dell’inchiesta antimafia nell’Agrigentino cosiddetta “Xydi”. Rinviati a giudizio 9 imputati. Altri 19 saranno giudicati in abbreviato.

Lo scorso 28 settembre la Procura antimafia di Palermo ha notificato 30 avvisi di conclusione delle indagini preliminari a carico di altrettanti indagati nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Xydi”. Nel frattempo gli stessi indagati non hanno opposto mezzi o documenti a difesa o, invece, li hanno opposti ma non sono stati ritenuti sufficienti per essere scagionati. E così, poi, il 17 novembre, i 30 avvisati non sono stati più indagati ma imputati, perché a loro carico la Procura ha formulato la richiesta di rinvio a giudizio.

Adesso il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Paolo Magro, ha rinviato a giudizio ordinario 9 dei 30 imputati. Il prossimo 23 marzo, innanzi ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara, risponderanno presente: Giuseppe Falsone, 51 anni, ergastolano di Campobello di Licata e già capo provincia di Cosa Nostra agrigentina.

Poi Antonino Chiazza, 51 anni, di Canicattì, Pietro Fazio, 48 anni, di Canicattì, Santo Gioacchino Rinallo, 61 anni, di Canicattì, Antonio Gallea, 64 anni di Canicattì, Filippo Pitruzzella, 60 anni, ispettore della Polizia in pensione, di Campobello di Licata, Stefano Saccomando, 44 anni, di Palma di Montechiaro, Calogero Lo Giudice, 47 anni, di Canicattì, Calogero Valenti, 57 anni, residente a Canicattì. Gli altri 19 hanno scelto di essere giudicati in abbreviato. Il prossimo 17 marzo la Procura antimafia di Palermo inizierà la requisitoria a carico di Giancarlo Buggea, 52 anni, imprenditore di Canicattì, l’avvocato Angela Porcello, 51 anni, di Naro, Luigi Boncori, 69 anni, di Ravanusa, Luigi Carmina, 55 anni, di Caltanissetta, Simone Castello, 71 anni, di Villafrati, Emanuele Cigna, 21 anni, di Canicattì, Giuseppe D’Andrea, 50 anni, assistente capo di Polizia, di Agrigento, Calogero Di Caro, 74 anni, boss di Canicattì, Vincenzo Di Caro, 40 anni, di Canicattì, Gianfranco Gaetani, 53 anni, di Naro, Giuseppe Grassadonio, 50 anni, di Agrigento, Annalisa Lentini, 41 anni, di Agrigento, Gaetano Lombardo, 64 anni, di Favara, Gregorio Lombardo, 66 anni, di Favara, Antonino Oliveri, 36 anni, di Canicattì, Calogero Paceco, 56 anni, di Naro, Giuseppe Pirrera, 62 anni, di Favara, e Giuseppe Sicilia, 42 anni, di Favara.

Due avvocati di Canicattì, Annalisa Lentini e Calogero Lo Giudice, rispondono solo delle ipotesi di reato di falso e procurata inosservanza di pena perchè avrebbero, insieme alla collega Angela Porcello, falsificato la data di spedizione di una raccomandata al fine di rimediare a un errore nella presentazione dell’atto di appello di una condanna, nei confronti di un cliente della Porcello, nel frattempo divenuta definitiva. E la punta del compasso delle indagini è stata l’avvocato Porcello, difensore di diversi mafiosi e attualmente candidata collaboratrice della giustizia. Lei, in rapporto professionale e poi sentimentale con Giancarlo Buggea, avrebbe assunto un ruolo di vertice in Cosa Nostra organizzando i summit, svolgendo il ruolo di consigliera, suggeritrice e ispiratrice di molte attività delle famiglie mafiose. Nello studio legale, rassicurati dall’avvocatessa dell’impossibilità di effettuare intercettazioni, si sono riuniti, per almeno due anni, i capi del mandamento di Canicattì, delle famiglie di Ravanusa, Favara e Licata.

L’inchiesta “Xydi” ha confermato la perdurante posizione di vertice di Cosa Nostra di Matteo Messina Denaro, anche lui destinatario della misura cautelare e della richiesta di rinvio a giudizio, che ha continuato a impartire direttive sugli affari illeciti più rilevanti gestiti dai clan agrigentini. La posizione di Matteo Messina Denaro è stata stralciata in quanto latitante. Ed è stata separata, per motivi di salute, anche la posizione di Giuseppe Giuliana, 56 anni, di Delia.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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