Agrigento è Capitale della Cultura nell\’anno del Giubileo; una cultura fatta non solo di monumenti ma incentrata sul valore umano dell’ accoglienza , dell’integrazione, del dialogo e delle relazioni tra le diverse etnie del Mediterraneo

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Di Dorotea Rizzo

Momenti di gioia per la città di Agrigento che, pochissimi   giorni fa , è stata proclamata capitale italiana della Cultura per il 2025 dal ministro Gennaro Sangiuliano battendo l\’agguerrita concorrenza di altri 9 progetti presentati da Aosta, Assisi (Perugia), Asti, Bagnoregio (Viterbo), Monte Sant\’Angelo (Foggia), Orvieto (Terni), Pescina (L\’Aquila), Roccasecca (Frosinone) e Spoleto (Perugia).

\”La Capitale della Cultura – dice il ministro Sangiuliano – fa accendere i riflettori su una città, ed è un bene, considerata la grande varietà di luoghi che offre l\’Italia: questa è la nostra ricchezza. Ma ciascuna di loro è uno scrigno, per questo cercherò di fare qualcosa e di recuperare in qualche modo anche con le cittadine che sono arrivate finaliste\”. E annuncia che dal prossimo anno \”oltre alla capitale della Cultura e a quella del libro proclameremo anche la capitale dell\’arte contemporanea\” e grazie all\’Ue \”la capitale europea del Mediterraneo\”. \”Oggi non ha vinto Agrigento, non ha vinto la Sicilia, ma ha vinto l\’Italia perché in questo momento storico e politico aver promosso questo dossier, il cui progetto è incentrato sui temi degli scambi culturali fra popoli, sull\’accoglienza, sull\’integrazione, sul dialogo, sulle relazioni delle diverse etnie del Mediterraneo, è stato un grande atto di coraggio e di estrema sensibilità della commissione e quindi di riflesso della classe dirigente nazionale\” spiega il sindaco di Agrigento, Francesco Micciché.

E ai colleghi delle altre città finaliste dice: \”Non lasciamoci oggi, cerchiamo di creare una rete culturale turistica, dalla Valle d\’Aosta alla Sicilia, creiamo la nazionale sportiva dove gli atleti non si conoscono o quasi, ma hanno tutti lo stesso obiettivo e tutti lo stesso spirito d\’appartenenza: quello di essere italiani. Grazie\”. Il governatore della Sicilia Renato Schifani assicura che la Regione darà il proprio supporto perché Agrigento \”possa cogliere per intero tutte le opportunità di crescita offerte da questo prestigioso ruolo. Un titolo che la città merita non soltanto per la sua storia, i suoi monumenti, per gli autori che sono patrimonio di tutto il Paese e dell\’Europa intera\”.

Sul fatto che tutti i progetti presentati siano stati di grande livello non ha dubbi il presidente della giuria Davide Desario: \”Le 10 città con i loro progetti – spiega il giornalista – hanno dimostrato capacità organizzativa, visione, ma non hanno voluto nascondere le loro fragilità, anzi le hanno messe al centro dei progetti facendole diventare punti di forza. I progetti delle altre nove città non meritano di andare dispersi, anzi vanno sostenuti. Tutte insieme queste splendide città fanno la nostra nazione: vanno supportate, aiutate, ma soprattutto ascoltate\”. Anche la ministra del turismo Daniela Santanchè fa le congratulazioni alla città siciliana: \”E\’ un\’occasione per promuovere l\’immenso patrimonio culturale, artistico, enogastronomico di una terra ricca di storia e piena di meraviglie\”. Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi auspica un gemellaggio con Gorizia, capitale della cultura europea mentre la collega Lucia Borgonzoni parla di \”un riconoscimento prestigioso, volano per lo sviluppo del tessuto economico e sociale del territorio\”.

Il titolo di Capitale italiana della cultura è conferito per la durata di un anno. La prima città ad aggiudicarsi il riconoscimento fu Mantova nel 2016, poi Pistoia nel 2017, Palermo nel 2018 e Parma nel 2020, prorogato anche nel 2021 a causa della pandemia. Lo scorso anno Procida, nel 2023 Bergamo e Brescia, nel 2024 Pesaro.

E’ vero,  Agrigento è la città della valle dei templi , patrimonio dell’Unesco , degli antichi splendori di una civiltà, quella greca,  che la città  testimonia a tutto il mondo attraverso la visione di uno splendido e suggestivo   altopiano, non distante dal mare e a  pochi passi dal centro storico,  da cui si  ergono gli imponenti templi .Ma, leggendo la motivazione,  ci accorgiamo subito che non è solo questo che ha indirizzato la  scelta e ciò  riempie di orgoglio  non solo gli agrigentini ma tutto il nostro paese:

\”Agrigento assume come centro del proprio dossier di candidatura la relazione tra l’individuo, il prossimo e la natura coinvolgendo l’isola di Lampedusa e i Comuni della provincia e ponendo come fulcro il tema dell’accoglienza e della mobilità. Il progetto risponde in modo organico all’obiettivo di presentare ad un pubblico vasto un programma di grande interesse a livello territoriale, ma anche nazionale ed internazionale. Il ricco patrimonio culturale del territorio è il volano con cui si valorizza la variegata offerta culturale proposta in un’ottica di innovazione e promozione e, di conseguenza, di successivo sviluppo socio-economico che trova ispirazione nei concept tecnologici più moderni. Il coinvolgimento attivo delle giovani generazioni potrà promuovere la cultura come caposaldo della crescita individuale e comunitaria. La giuria pertanto raccomanda la città di Agrigento per il titolo di Capitale della cultura per l’anno 2025\”.

Agrigento storicamente è sempre stato un luogo di accoglienza e continua ad esserlo.  Meta di un pubblico molto vasto, proveniente da tutte le parti del   mondo, verso il quale l’offerta culturale della città deve entrare in un’ottica innovativa e di progresso. Agrigento non è solo  una semplice esposizione turistica dell’immensa e inestimabile  ricchezza  monumentale e artistica, costituita tra l’altro non soltanto dalla Valle dei Templi , ma  risponde in pieno all’obiettivo dell’iniziativa \”capitale italiana della cultura\” che consiste nel  \”valore,  della leva culturale per la coesione sociale l’integrazione , la creatività , l’innovazione , la crescita, lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo\”, come già specificato nell’articolo 2 del bando stesso. Ecco che tale prestigioso riconoscimento   in questa ottica della cultura diventa anche una sorta di scommessa per il futuro, una messa alla prova per  un radicale miglioramento, un impulso alla crescita di tutta la comunità. Allora avanti tutta e buon proseguimento cara Agrigento citta del Mandorlo in Fiore e, scusate il bisticcio, fiore all’occhiello della nostra terra di Sicilia, dell’ l’Italia e del mondo intero.

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One Thought to “Agrigento è Capitale della Cultura nell\’anno del Giubileo; una cultura fatta non solo di monumenti ma incentrata sul valore umano dell’ accoglienza , dell’integrazione, del dialogo e delle relazioni tra le diverse etnie del Mediterraneo”

  1. Antonella

    Bellissimo articolo

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