Settembre 2023 - Sicilia 24h
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L’ADAS Agrigento e lieta di presentare la terza edizione della manifestazione “Metti in moto il dono”. Istituita dalla FIDAS, Unire la passione per le due ruote, la sicurezza sulla strada e il gesto profondamente solidale che è la donazione di sangue. È questo lo spirito che animerà l’iniziativa che si svolgerà domenica 1° ottobre ad Agrigento, capitale della cultura 2025, tale manifestazione si inserisce all’interno di un calendario di incontri che ha visto protagonisti i moto club di tutta Italia e fa da sfondo alla campagna estiva che si prolungherà per l’appunto, sino il prossimo 01 ottobre 2023, ultima tappa della carovana di motociclisti. La giornata prevede il raggruppamento e la registrazione, nel piazzale antistante la Casa Natale di Luigi Pirandello, dei partecipanti provenienti da Agrigento e paesi limitrofi unitamente ai partecipanti provenienti da Caltanissetta e Mazzarino e Gela, intorno alle ore 12 la carovana inizierà il giro per le vie principali della città con successiva conclusione nei pressi del piazzale Giglia San Leone, dove saranno accolti per l’appunto dal Sindaco Miccichè e dalle Autorità Civili, Militari e Religiose.

Il sottoscritto Dott. Pietro Miraglia, nella qualità di Presidente dell’Ordine dei Biologi della Regione Sicilia, facendo seguito al comunicato stampa pubblicato il 29 settembre 2023 , all’interno del sito internet della Vs testata giornalistica, rappresenta quanto segue anche per smentire le affermazioni, connotate da estrema falsità, esposte dai Consiglieri dell’Ordine dei Biologi della Regione Sicilia i quali hanno addebitato al sottoscritto lo stallo amministrativo e burocratico.

La nota pervenuta a codesta Spett.le Redazione contiene delle falsità che, oggi più che mai, necessitano di essere smentite dal sottoscritto che, sin dalla sua elezione a Presidente dell’Ordine Regionale dei Biologi Siciliani, ha agito con correttezza, buona fede e con la diligenza del bonus pater familias.

In particolare i Consiglieri hanno falsamente dichiarato che, in data 29 luglio 2023, gli stessi hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti del sottoscritto, il quale, ad oggi, risulterebbe, secondo le loro fantasiose tesi, responsabile di non aver convocato l’Adunanza per porre ai voti la mozione di sfiducia presentata.

Il regolamento del funzionamento del Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Biologi della Sicilia prevede espressamente, all’art. 3, che Ciascuna carica può essere sfiduciata anche singolarmente con la maggioranza dei due terzi dei componenti del Consiglio”.

Ebbene, i pregiatissimi Consiglieri, che oggi non agiscono di certo per il bene dell’Ordine e dei suoi iscritti ma come aventiniani in preda ad una napoleonica sete di protesta e ingiustificata vendetta nei confronti del sottoscritto, dimenticano che la mozione di sfiducia del 29 luglio 2023 non è stata sottoscritta dai 2/3 del Consiglio Direttivo.

Difatti, quella proposta, sottoscritta esclusivamente dai Consiglieri Ajello, D’Amico, La Porta, Li Causi, Martinico, Mondello, Pitruzzella e Simone (e dunque da nove consiglieri), non raggiungeva il quorum previsto dalle norme.

Senza dilungarsi troppo sul funzionamento degli organi collegiali politico-assembleari che, per la loro valida costituzione, richiedono la partecipazione di un quorum strutturale pari ai 2/3 del Consiglio stesso, lo scrivente, nel rispetto delle norme regolamentari, ha ritenuto improcedibile una richiesta che, sin dalla sua genesi, mancava di uno degli elementi essenziali che avrebbe attribuito regolarità alla mozione presentata.

In ordine all’unica mozione di sfiducia considerata valida, poiché sottoscritta da 10 consiglieri, si evidenzia che la stessa è stata presentata in data 9 settembre 2023 e, dunque, ad oggi non risultano decorsi i 30 giorni previsti dall’art. 8 comma 4 del Regolamento ed il sottoscritto ha fissato l’adunanza per il 9.10.2023, l’ultimo giorno utile, solo per consentire di attendere la definizione del contenzioso cautelare presso il Tar Lazio avente ad oggetto il commissariamento del Comitato Centrale, con cui l’ordine siciliano ha il diritto dovere di interloquire per la risoluzione della situazione di stasi che si è venuta a creare e per approfondire le modalità con cui gli aventiniani ispirati dal loro dominus hanno raggiunto la sottoscrizione della mozione a cura del numero minimo di 10 componenti, acquisendo la firma della tesoriera che formalmente e ripetutamente aveva inveito contro gli aventiniani, li ha accusati di gravi fatti di reato e paventato indebite pressioni e condizionamenti.

E’ evidente, dunque, che i sottoscrittori della nota, sprezzanti delle norme che regolano l’Ordine Regionale, agiscono solo per sete di potere e, figurativamente parlando, come longa manus che sta tentando con armi improprie di imporre una dittatura all’interno della Federazione Nazionale dei Biologi.

Il tentativo di sovvertire il risultato delle elezioni di 57 mila biologi, di cui 7 mila in Sicilia, certo non lo sta portando avanti il sottoscritto, che invece è vittima di sifatto tentativo perpetrato anche nelle altre regioni con un ben noto regista che non ne fa neanche mistero e la cui strategia ha portato al commissariamento, da parte del Ministero della Sanità, del Comitato Centrale, della Federazione Nazionale dei Biologi, in cui in presenza di un Presidente senza maggioranza, anziché attendere pazientemente di risolvere la dialettica interna anche con l’ausilio del Ministero, come ha fatto il sottoscritto che ha più volte chiesto l’intervento del Comitato Centrale e della federazione.

Nella nota trasmessa alla stampa, i consiglieri asseriscono falsamente che l’Ordine Siciliano non sia in linea con il programma nazionale ma, in verità, il sottoscritto si è attenuto alle disposizioni della FNOB, ottemperando a tutte le loro richieste.

Sempre con la F.N.O.B., è stato siglato il protocollo per alcuni servizi erogati da loro.

Tra i tanti compiti dell’Ordine regionale vi è quello di custodire l’elenco degli iscritti, la cancellazione degli stessi, il rilascio di documenti, vigilare sulla professione, e inoltre la riscossione delle quote annuali. Operando nella più assoluta autonomia, fondi permettendo.

Per l’operato ostruzionistico da parte dei Consiglieri di maggioranza anche le più elementari e basilari attività sono state ostacolate e solo con l’azione ed il senso di responsabilità dell’ufficio di presidenza si è riusciti ad evitare pregiudizi gravi ed irreparabili per l’ordine e per gli iscritti e, tale situazione, è stata ampiamente e diffusamente esposta al Ministero della Salute, con nota trasmessa il 5 settembre 2023 e sollecitata in data 27 settembre 2023.

Brolo, 30 settembre 2023

                                                                                                                      Dott. Pietro Miraglia

Presidente OBS SICILIA

Ioppolo Giancaxio, straordinario paesello in provincia di Agrigento, amato forse di più dai forestieri che dai paesani stessi. A margine di questa metafora (che vuole rimarcare di più semmai il fatto che “gli stranieri” amano davvero Ioppolo Giancaxio), ogni tanto balza al centro delle attenzioni per fatti, avvenimenti o circostanze, che non sempre fanno piacere ad alcuni e possibilmente fanno tanto ridere a molti altri.

Vuoi per imperizia (quando a tutti costi si deve gettare fango, anche falsando notizie mediatiche), vuoi per qualche stupidaggine ingenua, dicevamo, il paese del melone giallo ogni tanto, viene alla ribalta.

Don Dino è il nuovo parroco della piccola cittadina; ha sostituito l’Arciprete Don Angelo Portella, magari non uno straordinario comunicatore ma ricco di umanità, versatilità, attitudine verso gli altri, soprattutto fra i più giovani. Insomma, un grande prete che adesso si gode il meritato riposo.

Don Dino lo ha sostituito e, diciamolo chiaramente, la fede iopppolese con lui è cambiata. Non sappiamo se in meglio o in peggio, ma è cambiata. Don Dino, prende le chiavi del portone principale della Chiesa Madre San Francesco di Paola, le mette in tasca e ne fa quello che vuole.

 

Da qualche tempo il portone non viene più aperto; sembrerebbe che tra le due enormi ante non ci sia più quell’equilibrio che possa far coincidere viti, bulloni e serrature. Se così fosse, per sistemare il gravissimo problema occorrerebbe un modesto lavoro di mezza giornata. Si, gravissimo problema. Il problema riguarda i fedeli ioppolesi che si vedono costretti ad entrare dal portoncino secondario ove l’accesso sembra di più essere l’anticamera di una sala giochi che non l’ingresso nella casa di Gesù Cristo. Il Don sostiene: “Aspetto che si muova la Curia…”

Tra l’altro, tenendo chiuso il portone principale rimangono anche chiuse con tanto di catenaccio di tipo carcerario le ringhiere del sagrato, l’avamposto del luogo dove si battono più petti che panni da spolverare.

Don Dino prosegue, non si ferma. Delle 120 sedie presenti per altrettanti peccatori da far stare seduti mentre chiedono scusa a Dio, 40 sono state tolte. Sapere il perchè è più misterioso della fede. Osserva e basta, mancano 40 sedie! Vuol dire che ci saranno 40 pecorelle smarrite che fustigheranno le proprie anime in piedi. Preghiamo!

Poi ci sono i più cattivi. Leggete cosa mormorano: “Don Dino vuole spostare le Comunioni a dicembre…”. Mah. Sarà vero?

 


Si sussurra che manca l’acqua benedetta contenuta nelle acquesantiere. Strano. Ma ancora più lugubre, tetro, misterioso e inspiegabile sarebbe il motivo della mancanza: qualcuno la porta a casa per mettere in atto veri e propri riti satanici!

Ma no, dai, non ci crediamo affatto. Ioppolo è così bella, così carina, così accogliente che allontana simili pensieri almeno anni luce. Però si è sussurrato.

Che dire? Don Dino molti di questi quesiti potrebbe spiegarli. Non tanto, magari, per rivelarci chissà quali riti satanici si svolgono in paese, ma da buon Pastore potrebbe spiegare perchè tiene 40 pecorelle smarrite in piedi!

Preghiamo.

 

L’ex segretario della Confael, il sindacalista agrigentino Manlio Cardella, è stato scagionato dall’imputazione di diffamazione che gli è stata contestata perché querelato dall’azienda “Ecoface” di Ravanusa il 25 giugno del 2019. Sono state incriminate alcune dichiarazioni che Manlio Cardella rese alla stampa. In particolare, Cardella descrisse la “Ecoface” come: “un luogo di lavoro ove i lavoratori venivano osteggiati da parte dei datori di lavoro, mediante rappresaglie ritorsive”. La Procura di Agrigento ha ascoltato alcuni lavoratori a sommarie informazioni e avrebbe riscontrato che nei mesi di aprile e maggio 2019 l’ambiente lavorativo sarebbe stato pesante e stressante, e che a fronte di ciò alcuni lavoratori si sono rivolti al sindacato Confael per ottenere la necessaria tutela nei confronti dell’azienda, la quale avrebbe reagito licenziando alcuni degli operai che si erano rivolti al sindacato. Il difensore di Cardella, l’avvocato Francesco Montanari, spiega: “Pertanto, proprio con riferimento alla critica sindacale, sussiste l’esimente dell’ esercizio del diritto di critica sindacale (articolo 51 codice penale) qualora il rappresentante di un sindacato, intervenendo a tutela dei lavoratori nella veste di rappresentante di categoria, ipotizzi a carico della parte lesa la realizzazione di comportamenti penalmente rilevanti, allorchè si tratti di critica volta a stigmatizzare, ancorchè con toni aspri ma conferenti all’oggetto della vertenza, le iniziative intraprese dall’azienda e ritenute illegittime. Per tali ragioni la Procura di Agrigento ha disposto l’archiviazione del procedimento a carico del sindacalista Manlio Cardella”.

Positivo all’alcol e a tre diversi tipi di droga si schiantò con la moto contro un’auto che proveniva dalla direzione opposta, provocando la morte del 32enne nisseno Andrea Alessi (foto), seduto come passeggero dietro di lui. G.B., 41enne di Caltanissetta, è stato condannato a 7 anni di reclusione per omicidio stradale. La madre e il fratello di Andrea Alessi sono assistiti da Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime della strada, che ha seguito e sta seguendo il caso tramite l’avvocato fiduciario Rita Parla. L’incidente si verificò nel pomeriggio del giorno di Pasquetta dello scorso anno. Il 41enne aveva imboccato via Pietro Leone a bordo della sua Suzuki, superando il limite di velocità. Seduto dietro di lui il 32enne Andrea Alessi. Arrivati all’altezza del ristorante giapponese Gohan, la moto invase la corsia opposta e si schiantò contro una Golf. Andrea Alessi fu sbalzato dalla moto per circa 20 metri e cadde sull’asfalto. Nonostante i disperati tentativi di salvarlo, non ci fu nulla da fare. “Oltre alla velocità eccessiva – dice Diego Ferraro, responsabile della sede di Giesse Risarcimento Danni ad Agrigento – la Procura ha contestato all’imputato anche la guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Dall’analisi delle urine è emersa la presenza di cannabinoidi, cocaina e benzodiazepine. Come se non bastasse, G.B. guidava contro mano, sprovvisto di patente, copertura assicurativa e con la revisione scaduta”.

E’ stata pirateria. Anche la consegna del denaro e dei cellulari in cambio del traino del barchino, per fare avvicinare i migranti a Lampedusa, è stata un’attività di pirateria e non di estorsione per come l’aveva qualificata il gip del tribunale di Agrigento. Lo ha stabilito il tribunale del Riesame di Palermo, al quale la Procura di Agrigento con l’aggiunto Salvatore Vella e il pm Gaspare Bentivegna, ha fatto ricorso. Il caso è quello, di fine luglio scorso, del fermo del comandante di un motopesca tunisino e dei 3 componenti dell’equipaggio che, in acque internazionali, rubarono il motore del barchino con a bordo 40 migranti e si fecero consegnare, in cambio della promessa di traino del natante fino a Lampedusa, i cellulari e i soldi che i profughi avevano in tasca.

Il gip di Agrigento, Iacopo Mazzullo, allora riconobbe l’attività di pirateria nella sottrazione del motore, fatto con violenza e minacciando con coltelli i migranti. La consegna di cellulari e denaro avvennero come una sorta di contrattazione e per questo la rapina di soldi e cellulari furono qualificati come estorsione aggravata, reato su cui, essendo avvenuto in acque internazionali, la Procura non ha alcuna giurisdizione. Per il Riesame “gli atti di depredazione rientrano nell’articolo 1135 del codice della navigazione”.

Il sindaco Miccichè: “Il Comune di Agrigento sposa questo importante progetto”

Una biennale di Arte e Architettura nella Valle dei Templi: gli architetti rilanciano l’idea in occasione della terza tappa del ciclo di eventi organizzati dall’Ordine di Agrigento per celebrare il centenario della fondazione degli Ordini professionali di Architetti e Ingegneri e il progetto piace al sindaco Miccichè che condivide l’idea degli architetti e sposa il progetto.

Dopo gli eventi di marzo e giugno, che hanno ospitato grandi nomi dell’architettura contemporanea, come Giuseppina Grasso Cannizzo e Franco Purini, l’Ordine degli architetti, nel pomeriggio di ieri, a Casa Sanfilippo, ha ospitato una lectio magistralis  tenuta dal professore Alberto Ferlenga, noto esponente nello scenario dell’architettura italiana, che ha relazionato  sul tema  “Architettura, la differenza italiana”, descrivendo il privilegiato rapporto tra l’architettura e l’Italia che ha alimentato nel Paese un notevole patrimonio architettonico.

“Agrigento, come altre città italiane – chiosa Ferlenga – è una vera lezione di architettura; qui architetti e architettura hanno delle chance in più dentro uno scenario che, da un lato, fa sempre più fatica a controllare l’espansione urbana e a generare qualità e dall’altro, può puntare su un patrimonio culturale eccezionale, da valorizzare”.

Prendendo spunto dalle riflessioni dell’illustre ospite d’onore, durante la manifestazione è stata rilanciata l’idea di costituire, in occasione di Agrigento capitale italiana della cultura 2025, “Mediterranea”, la biennale di Arte e Architettura nella Valle dei Templi, che chiamerebbe artisti e architetti di chiara fama internazionale ad offrire, con cadenza biennale, il loro contributo artistico e professionale per alimentare un crescente confronto culturale tra i  Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, stimolando contestualmente nuova arte e nuova architettura contemporanea di qualità.

“Gli architetti – afferma il Presidente dell’Ordine, Rino La Mendola – sono pronti a offrire il proprio contributo per la fondazione, nel cuore della Valle dei Templi, della biennale “Mediterranea”, elemento di grande attrazione turistico-culturale importante per rilanciare autorevolmente il ruolo della Città dei Templi quale Porta di Europa nel Mediterraneo, non solo dal punto di vista culturale, ma anche economico e commerciale”.

“Credo fortemente nella proposta degli architetti di fondare, nella Valle dei Templi, una biennale di Arte e Architettura – sostiene il sindaco Miccichè – che arricchirebbe notevolmente il progetto di Agrigento Capitale della Cultura 2025 e rilancerebbe la città dei templi quale cerniera culturale del Mediterraneo”.

“Celebrare l’architettura con la lezione di Ferlenga e farlo in questi luoghi, ritengo sia davvero molto importante – dice Gianfranco Tuzzolino, presidente del Polo territoriale universitario di Agrigento – L’Università sta facendo tanto; rilanceremo la facoltà di Architettura e porteremo avanti una serie di iniziative con l’Ordine degli architetti, anche in funzione di Agrigento Capitale della Cultura 2025”.

“Questo è un momento di scambio culturale utile per esaltare la bellezza dei nostri luoghi e territori – dichiara Giuseppe Falzea, presidente della Consulta regionale degli architetti – L’Architettura, d’altronde, è un bene comune che va diffusa a vantaggio della collettività”.

Dopo la lectio magistralis e l’intervallo musicale a cura di Francesco e Giovanni Buzzurro, famosi e apprezzati interpreti della scena musicale contemporanea, Piero Fiaccabrino, presidente della Fondazione Architetti nel Mediterraneo, ha presentato la 35 edizione della rivista Aa edita dall’Ordine degli architetti.

L’Ordine degli architetti di Agrigento ha conferito al professore Alberto Ferlenga il “Premio Penna d’Oro”, il prestigioso riconoscimento istituito in occasione del centenario della fondazione degli ordini professionali degli architetti e degli ingegneri.

“La rivista Aa ospita contributi di luminari nel campo dell’architettura, tra i quali anche quelli del professore Ferlenga – dettaglia Piero Fiaccabrino – Questa sera abbiamo anche voluto celebrare lo stretto legame che lega la musica con l’architettura fin dai tempi antichi”.

L’evento, organizzato dall’Ordine degli architetti e dalla Fondazione Architetti nel Mediterraneo, con il supporto operativo degli architetti Giacomo Cascio, Melinda Drago, Maria Antonietta Di Liberto, Giuseppe La Greca, Alfonso Miccichè, Alfredo Pinelli, Giuseppe Vita e Raimondo Zambuto, è stato patrocinato dal Parco Valle dei Templi, dal Comune di Agrigento, dal Polo Universitario di Agrigento e dalla Consulta regionale degli Ordini degli architetti.

I trasporti marittimi tramite nave verso Lampedusa e Linosa sono assicurati per i prossimi cinque anni. La Regione, infatti, ha aggiudicato alla Caronte&Tourist i collegamenti di linea, per un importo complessivo di 40 milioni di euro. Alessandro Aricò, assessore regionale alla Mobilità, spiega: “Il servizio prevede il trasporto di passeggeri e merci (anche pericolose) con mezzi navali in regime di servizio pubblico con compensazione finanziaria per la continuità territoriale marittima. Si concluderà a breve la procedura negoziata relativa alle Eolie, alle Egadi, a Pantelleria e a Ustica”.

Una seduta della Commissione Ambiente e Territorio all’Assemblea Regionale sarà riservata al monitoraggio dei lavori di adeguamento della rete fognaria e degli impianti di depurazione nei Comuni di Agrigento, Favara, Porto Empedocle, Ribera e Sciacca. Così annuncia la deputata regionale di Fratelli d’Italia, Giusi Savarino, che ha proposto la riunione. E afferma: “Anche in considerazione della recente nomina del nuovo Commissario Unico alla depurazione, Fabio Fatuzzo, dobbiamo tenere alta l’attenzione sullo stato di avanzamento di questi interventi. E’ mio auspicio che, oltre a convocare il dottor Fatuzzo e i sindaci dei Comuni interessati per fare chiarezza sulla situazione, si possano coinvolgere anche i primi cittadini di Bivona e Santo Stefano di Quisquina per maggiori chiarimenti sul finanziamento del loro depuratore”.

Accogliendo le tesi del difensore, l’avvocato Carmelo Amoroso, il Tribunale di Agrigento ha assolto i fratelli Gerlando e Calogero Lo Cicero, di Casteltermini, imputati del reato di violenza privata in concorso per l’interruzione della festa del Tataratà a Casteltermini il primo giugno del 2019. In particolare, il giudice Sciarrotta ha riconosciuto che non sono stati i fratelli Lo Cicero a commettere il reato.