Violentissimo scontro tra Cuffaro, Lombardo e De Luca. Si aprono scenari incandescenti

Condividi

La settimana scorsa l\’ex Governatore della Sicilia Raffaele Lombardo aveva attaccato duramente la nuova DC di Totò Cuffaro. Oggi, puntuale, arriva la replica del segretario nazionale della DC Totò Cuffaro e crea uno scontro che lascia presupporre scenari incandescenti. Ecco le parole di Cuffaro: “So perfettamente che la Democrazia Cristiana che abbiamo rifatto, purtroppo, non è quella di Moro, Fanfani, Andreotti, Mannino, Mattarella e Nicolosi e neanche quella di Aldisio e di Alessi e, per fortuna, neanche quella di Lombardo e di Cuffaro, ne siamo consapevoli e non pensiamo affatto di volerci paragonare a quella Dc. Ma mi chiedo e chiedo a Lombardo: questi padri della Dc avrebbero mai scelto di stare con la Lega? Io penso che starebbero con la Dc nel Ppe ed è lì, caro Lombardo, che noi della Dc andremo alle prossime elezioni.  Al tempo di quella Dc c’era ‘la politica’ e c’erano i partiti veri, mentre oggi ci sono partiti che non sono partiti ma si professano movimenti autonomisti, altri guidati da giullari un po’ Masanielli cialtroni, un po’ pseudo giustizialisti e, sicuramente, con nulla di politico. La Democrazia Cristiana che stiamo costruendo – continua Cuffaro – vuole essere nuova nelle persone, nella cultura e nel modo di pensare e di rapportarci con le persone e gli elettori. Se ne faccia una ragione Lombardo, non sarà certo lui a sentenziare se siamo legittimati a proseguirne la storia e a custodirne i valori, lo stanno già facendo gli elettori e sono tanti, ed è proprio questo quello che lo disturba. Permane, però, nei nostri cuori l’essenza più sincera dell’esistenza e la convinzione di una partecipazione moderata al consenso della politica e c’è il nostro impegno di donarla e condividerla. C’è, nel contempo, l’esigenza di interrogarci su cos’è diventata la politica e cosa vorremmo che fosse, nel ricordo nostalgico di quella che è stata. Ci manca la politica, quella vera, quella buona”.

Cuffaro non risparmi nemmeno Cateno De Luca. Ecco il passaggio: \”Onorevole Cateno De Luca, non so se, come mi accusi tu, ‘ho stuprato la Sicilia’ – prosegue Cuffaro -, so certamente di averla amata e servita e so di amarla ancora con tutta la passione che posso e di doverla difendere da quelli come te che hanno bisogno di schiamazzare e fare vigliaccherie per procurarsi il consenso in un elettorato sfiduciato ed esasperato e poi utilizzare questo stesso consenso contro tutto e tutti. Ci vogliono i politici, quelli che difendono i valori, quelli che hanno rispetto degli elettori, quelli che hanno il senso delle Istituzioni, quelli che vogliono rappresentare la legalità e farsi carico dei bisogni della gente”.

\"\"

“Mi verrebbe da dire mutuando Tomasi di Lampedusa: quelli furono i gattopardi e i leoni. Oggi ci sono tanti sciacalli e iene. E tutti insieme, gattopardi, leoni, sciacalli, iene e pecore continuiamo a crederci il sale della politica. È questo il vero vostro e nostro problema esimio onorevole De Luca e caro onorevole movimentista Lombardo”, conclude Cuffaro.

E de Luca, con tempismo, replica a Cuffaro: \”. “Sono inorridito dalle parole surreali di Totò Cuffaro. Al netto dell’attacco personale che mi rivolge – ma quello per me è solo una medaglia al valore della legalità e della buona amministrazione – non posso però rimanere in silenzio davanti ad affermazioni aberranti, false ed ipocrite. Totò Cuffaro come fa a definirsi un politico che ha il senso delle istituzioni, che difende i valori e che rappresenta la legalità? La legalità? Siciliane e siciliani a parlarvi è quel Totò Cuffaro condannato per mafia. Ripeto: condannato a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato alla mafia.  presidente della Regione Siciliana e sa bene che non ci sarà spazio per gente come lui\”.

Lo stesso De Luca attacca anche Raffaele Lombardo. Dice: \”In ultimo non posso che sorridere al cospetto della citazione su Lombardo, suo trentennale alleato. Mi sembra la classica scena del bue che dice cornuto all\’asino.  Parliamo dei due compagni di merenda che usano come una marionetta il presidente Schifani e che provengono dalla stessa scuola politica che viene ricordata dai posteri per lo stupro politico che ci ha lasciato in eredità\”.

Notizie correlate

Leave a Comment