Stragi ’93, indagato Dell’Utri. La replica della difesa

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Sarà interrogato il prossimo 18 luglio Marcello Dell’Utri, indagato quale mandante delle stragi del ’93. La replica del difensore: “Tesi accusatoria del tutto incredibile e fantasiosa”.

Personale delle Dia, le Direzioni investigative antimafia, di Firenze e di Milano si sono presentati a casa di Marcello Dell’Utri e nei suoi uffici in via Senato a Milano. E hanno perquisito su incarico della Procura di Firenze che, nel frattempo, gli ha notificato un avviso di garanzia. E’ indagato come presunto mandante delle stragi di Cosa Nostra del 1993, le bombe fuori dalla Sicilia, a Roma, Firenze e Milano, contro il patrimonio culturale: 10 morti e 95 feriti. Nel decreto di perquisizione si legge che “le bombe del 93 servirono per indebolire il governo Ciampi, che in quel momento guidava il Paese, diffondendo il panico e la paura tra i cittadini, in modo da favorire l’affermazione del progetto politico di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri, ovvero Forza Italia”. Dell’Utri, che ha già scontato una sentenza definitiva a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, “avrebbe – si legge ancora nel decreto – istigato il boss Giuseppe Graviano a organizzare e attuare la campagna stragista e, comunque, a proseguirla, al fine di contribuire a creare le condizioni per l’affermazione di Forza Italia in cambio della promessa, a seguito del favorevole risultato elettorale ottenuto da Berlusconi, di indirizzare la politica legislativa del governo verso provvedimenti favorevoli a Cosa nostra in tema di trattamento carcerario, collaboratori di giustizia e sequestro di patrimoni, ricevendo altresì da Cosa Nostra l’appoggio elettorale in occasione delle elezioni Politiche del marzo 1994”. L’inchiesta comprende anche il tanto denaro che sarebbe stato pagato per diversi anni da Berlusconi alla famiglia Dell’Utri, e che – secondo i magistrati fiorentini – sarebbe stato una contropartita per le condanne patite e il suo silenzio nei processi penali a suo carico. In riferimento ad alcuni ingenti trasferimenti di denaro è indagata per trasferimento fraudolento di valori anche Miranda Ratti, moglie di Marcello Dell’Utri, che sarà interrogato il prossimo 18 luglio. Il difensore dell’ex senatore, l’avvocato Francesco Centonze, replica: “Quella della Procura di Firenze è una tesi che già a prima vista appare del tutto incredibile e fantasiosa. Voglio prima aspettare i risultati degli accertamenti della Procura di Firenze, sicuro comunque che, da quello che è stato possibile apprendere in questa fase, si tratterebbe di materiale probatorio che è stato già ampiamente seminato dalle autorità giudiziarie che, negli ultimi 30 anni, si sono occupate dello stesso periodo storico ancora oggetto di indagine da parte dei magistrati fiorentini. Storie vecchie quindi e già messe da parte dai magistrati inquirenti, come nel caso della Corte d’Assise d’Appello di Palermo e la Corte di Cassazione, che avevano già assolto Dell’Utri nel lungo processo sulla presunta trattativa Stato-Mafia. Quel che mi colpisce è la singolare trasposizione mediatica ‘a specchio’ di ogni iniziativa istruttoria della Procura di Firenze. Atti e documenti coperti da segreto istruttorio continuano a essere oggetto di illegittima rivelazione e di successiva pubblicazione su organi di stampa. Proprio su queste fughe di notizie ho già presentato plurimi esposti all’autorità giudiziaria, da cui si attende ancora una decisione”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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