Sicilia/Isole minori, grido d’allarme sui punti nascita assenti. Più di 450 firme nella petizione rivolta ai sindaci e alla Regione

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Supera la soglia delle 450 firme la petizione lanciata da Francesco Corrieri tramite la piattaforma Change.org per chiedere che la Regione riapra i punti nascita sulle isole minori, oltre a sollecitare l’amministrazione a versare il contributo partorienti destinato alle gestanti delle isole. L’appello si rivolge ai Sindaci dei comuni isolani e al Presidente Nello Musumeci.

“Da troppi anni molte famiglie delle Isole minori”, denuncia il testo, “si trovano ad affrontare il disagio di dover dare alla luce i propri figli lontani dalle loro abitazioni e dalle loro famiglie; venendo meno così il supporto morale, economico e tenendo in considerazione che manca anche la serenità e tranquillità di dover portare una gravidanza avendo il pensiero che ad un problema si corre il rischio di affrontare un volo in elicottero e non tutti all’idea ne sono tranquilli. Negli anni questo tema è stato affrontato molte volte dalle amministrazioni ma non sono arrivate mai soluzioni concrete.”

“Con questa petizione”, prosegue il promotore rivolgendosi ai decisori coinvolti, “rinnoviamo le solite richieste espresse dagli abitanti per ritornare ad avere un punto nascita efficiente (A Bronte (Ct) con più o meno lo stesso numero di parti che ci sono nelle isole il punto nascita è stato riaperto). E sollecitiamo la Regione Sicilia a versare alle famiglie interessate il contributo partorienti per le isole minori, sottolineando che sono mesi e in alcuni casi qualche anno, le famiglie che hanno affrontato spese e non hanno ricevuto nulla; precisiamo che questi bonus servono subito, perché le spese previste gravano nell’immediato ad una nascita, e il senso del contributo stesso deve indicare un aiuto sincero al momento del bisogno, e così purtroppo non è stato.”

“Le petizioni”, conclude il testo, “indicano la volontà di molte persone. Che sia dunque questo tema preso in esame una volta per tutte e con criterio di risposta. Perché di tempo per aspettare c’è n’è sempre meno. A fronte di un quadro sanitario regionale che lascia molto a desiderare, questa può essere la prima di altre petizioni che possono portare la popolazione a chiedere altre soluzioni, anche perché il diritto alla sanità è stato più volte negato, mancando di rispetto al fatto che le tasse vengono pagate dai cittadini, quindi ci si aspetta un ritorno nei servizi quanto meno dignitoso.”

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