Rifiuti, Adriano Barba: “Chissi semu!”

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Avv. Adriano Barba 

Le aziende hanno tutti gli strumenti per recuperare i crediti e pagare i LORO dipendenti. Le aziende possono proporre ricorsi per decreti ingiuntivi, precetti e pignoramenti.

La stragrande maggioranza delle aziende (piccole o grandi) che lavora con il pubblico è consapevole della tempistica che ci si mette per la messa in liquidazione delle loro fatture. Il procedimento monitorio di recupero del credito, tuttavia, esiste proprio per questo motivo e non mi sembra che in giro si vedano costantemente interruzioni di pubblico servizio (e che servizio!) per ritardo dei pagamenti.

Esiste qualcosa che si chiama “rischio d’impresa” e se non si vuole supportare il ritardo esistono due soluzioni: risolvere il contratto per inadempimento legato al tardivo pagamento o avviare la procedura monitoria per il recupero del credito altre soluzioni come quelle poste in essere in questi anni, senza alcun preavviso, vengono definite INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO (art. 340 c.p.) e quanti definiamo vandali da anni e non riusciamo a sanzionare nonostante gli strumenti in dotazione creando o incentivando vere e proprie “aree ecologiche” o rectius discariche a cielo aperto (magari in prossimita di falde) rispondo di INQUINAMENTO AMBIENTALE (art. 452 bis c.p.) entrambi perseguibili d’ufficio ma azionarli per tempo con denuncia significa promuovere ed incentivarne le indagini.
Invero sarebbe bastato che dette aziende si dotassero di un MOG 231 (D. Lgs. 231/01) approvato dal loro organo amministrativo con contestuale costituzione di un Organismo di Vigilanza per essere bacchettati dal loro stesso OdV al fine di prevenire attraverso procedure aziendali la commissione di fattispecie di reato e scongiurare la revoca di licenze quale misura accessoria applicata alla personalità giuridica dell’azienda oltre a quella personale degli amministratori.

Non si sono curati di dotarsi di un Modello Organizzativo di Gestione e Controllo e si sono pure esposti, con incuranza, al rischio di revoca di licenza, concessioni e autorizzazioni con ripercussioni potenziali anche nell’espletamento del servizio presso altri comuni.
Non esiste Mog231.
Non esistono vertenze nei confronti del datore di lavoro.
Non esistono tentativi di recupero del credito.
Non esistono denunce di interruzione di pubblico servizio e/o di inquinamento ambientale.
Non esistono risuluzioni contrattuali.
Non esistono organismi di vigilanza.
Non esistono commissioni consiliari di vigilanza.
Non esiste una visione amministrativa per la riscossione dei tributi.
Non esiste una visione amministrativa nella risuluzione del problema.
Non esistono fototrappole (e se esistono non funzionano).
Non esiste educazione civica per il rispetto dell’ambiente.
Esistono solo un mucchio di chiacchiere e le chiacchiere stanno a zero e, forse, come disse un mio caro amico: “chissi semu!”.

Via Siciliaonpress

 

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