Relazione semestrale Dia: Cosa Nostra e Stidda a braccetto nell’Agrigentino

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È stata pubblicata questa mattina la Relazione della Direzione Investigativa Antimafia relativa al secondo semestre del 2022 sull’attività investigativa svolta e sull’analisi del fenomeno mafioso. Un report che fotografa la situazione della criminalità organizzata nel territorio della provincia di Agrigento nel periodo tra luglio e dicembre 2022. Dalla relazione degli investigatori della Dia emerge un “accordo di pace” tra cosa nostra e stidda nell’agrigentino con “rapporti finalizzati alla risoluzione di problematiche e alla spartizione delle attività illecite”. Nell’agrigentino, sebbene sia sempre più evidente la presenza di stidda, “famigliedde” e “paracchi”, è sempre Cosa nostra la principale consorteria mafiosa: sono stati individuati 7 mandamenti e 42 famiglie sparse nel territorio della provincia. Ecco la relazione completa:

COSA NOSTRA, STIDDA E PARACCHI

“Nel territorio della provincia di Agrigento coesistono due distinte organizzazioni criminali: cosa nostra e stidda. Dagli esiti dell’indagine “Xydy”, conclusa nel 2021, è emerso, infatti, come cosa nostra e stidda abbiamo sancito un reciproco accordo di “pace” con cui avrebbero instaurato anche rapporti finalizzati alla risoluzione di problematiche ed alla individuazione e spartizione delle rispettive attività criminali. L’inchiesta ha altresì documentato numerosi summit, tra i rappresentanti delle due compagini criminali, nello studio legale di una “…nota penalista agrigentina impegnata nell’intero Distretto di Palermo in numerosi processi alle cosche mafiose nonché compagna dell’uomo d’onore già condannato per partecipazione all’associazione mafiosa…”, la quale “aveva deciso di dismettere la toga ed indossare i panni della sodale mafiosa, assurgendo pian piano addirittura al ruolo di vera e propria organizzatrice del mandamento mafioso di Canicattì. Tuttavia, nonostante la presenza nel territorio della stidda e di alcuni gruppi criminali su base familiare, denominati famigghiedde e paracchi, ancora oggi la principale consorteria mafiosa resta sempre cosa nostra, articolata in 7 mandamenti (Agrigento, Burgio, del Belice, Santa Elisabetta, Cianciana, Canicattì e Palma di Montechiaro) nel cui ambito opererebbero 42 famiglie. La mafia agrigentina, sebbene ancorata alle tradizioni, cerca di mutare strategia preferendo le pratiche corruttive all’uso della violenza, benché tra alcune articolazioni nel tempo si siano registrati contrasti interni che hanno generato azioni violente. In tale quadro, si evidenzia che il 31 ottobre 2022 nell’agro del Comune di Palma di Montechiaro è stato rinvenuto il cadavere di un pregiudicato attinto da diversi colpi di arma da fuoco. La vittima era stata tratta in arresto nel 2020 nell’ambito di una inchiesta che aveva permesso di far luce su due omicidi consumati nello stesso territorio e riconducibili ad una faida tra due gruppi familiari contrapposti, dediti a reati contro la persona ed il patrimonio. Il 6 dicembre 2022 si rileva anche l’omicidio tentato nei confronti di un pregiudicato per reati concernenti gli stupefacenti, verosimilmente maturato nell’ambito di dinamiche riconducibili alla criminalità comune. Negli ultimi anni, si sta assistendo anche al peculiare fenomeno dell’emigrazione criminale, basato sulla determinazione dell’organizzazione agrigentina di trasferire i propri interessi illeciti al di fuori dei tradizionali confini provinciali. Molteplici, infatti, sono le risultanze investigative che hanno comprovato l’operatività di criminali agrigentini in altri contesti territoriali italiani ed esteri, indipendenti dalle dinamiche della provincia.”

IL RACKET E LE ESTORSIONI 

“Nel periodo di riferimento, si richiamano gli esiti dell’inchiesta “Propaggine 2”, conclusa dalla DIA il 9 novembre 2022 che, sebbene incentrata sulle dinamiche di una locale di ‘ndrangheta attiva nella Capitale, ha anche evidenziato il coinvolgimento di un agrigentino, indagato per associazione di tipo mafioso “…con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa ‘ndrangheta…”, al quale è stata fittiziamente attribuita “…la titolarità dell’intero capitale della società …omissis… con sede a Roma…mediante la quale dal 7.05.2019 veniva gestito il Bar …omissis…” di fatto controllato dall’articolazione ‘ndranghetista operante nella Capitale. Nel semestre di riferimento sono stati registrati alcuni tentativi di estorsione in danno di attività imprenditoriali, a conferma che le mafie agrigentine non rinunciano al racket quale valido strumento per “rimpinguare” le “casse” dell’organizzazione e per continuare a esercitare forme pervasive di controllo del territorio. In proposito, il 15 ottobre 2022 la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare a carico di 3 soggetti ritenuti responsabili di tentata estorsione in danno di tre imprese, operanti nei settori delle costruzioni e dei rifiuti. Talune inchieste hanno poi consentito di riscontrare nel medesimo territorio l’operatività di altre organizzazioni criminali attive sia nel traffico di sostanze stupefacenti, nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e nel settore dei giochi e delle scommesse, sia nelle interferenze illecite nel settore assistenziale e nei tentativi di penetrazione nella pubblica amministrazione per l’ottenimento di commesse ed autorizzazioni tramite taluni imprenditori.”

IL TRAFFICO DI STUPEFACENTI 

“Per ciò che attiene al traffico di sostanze di stupefacenti, nel periodo di riferimento rileva l’operazione “Fish and Drug” a conclusione della quale, il 24 ottobre 2022, la Polizia di Stato ha tratto in arresto 17 persone ritenute responsabili di detenzione di stupefacenti e tentata estorsione, disvelando nel mercato empedoclino le fonti di approvvigionamento della droga e documentando come, tramite i moto pescherecci, venivano trasbordate ingenti quantità di hashish successivamente immesse nella provincia agrigentina.Nel semestre è stata riscontrata, inoltre, la presenza di alcune compagini criminali di matrice straniera dedite al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, come documentato dall’operazione “Charon”, eseguita, il 6 luglio 2022 dalla Guardia di finanza di Agrigento coadiuvata da quella di Trapani, Caltanissetta, Messina e Siena, con l’arresto di 10 soggetti.”

CORRUZIONE, BENI CONFISCATI E GIOCHI ONLINE

“Anche ad Agrigento figurano episodi di corruttela che vedono coinvolti imprenditori, politici e mafiosi nel costante tentativo di infiltrare e condizionare gli apparati burocratico- amministrativi. Nel senso, si segnala l’operazione eseguita, il 18 novembre 2022 dalla Guardia di finanza in provincia di Palermo e di Agrigento, nei confronti di 2 soggetti: un funzionario della Regione Siciliana ed un imprenditore agrigentino attivo nel settore ambientale e della gestione dei rifiuti. L’indagine ha fatto luce, tra l’altro, sui rapporti intrattenuti dal pubblico ufficiale con altri imprenditori interessati, a vario titolo, al favorevole esito di vari procedimenti amministrativi incardinati al Dipartimento Rifiuti Regionale. L’azione di contrasto delle locali organizzazioni criminali è perseguita anche mediante i sequestri e le confische di prevenzione operati a carico di soggetti collusi con cosa nostra. Il 3 agosto 2022 la DIA ha confiscato, nel Comune di Favara (AG), 5 immobili, 1 azienda operante nel settore di lavori di genio civile, 1a quota societaria, 11 disponibilità finanziarie ed 1 cavallo di razza, per un valore complessivo di 500 mila euro, a carico di due imprenditori attivi nel settore edile e del movimento terra, ritenuti organici alla locale famiglia mafiosa e incaricati del supporto, anche logistico, ad un latitante ospitato all’interno di una loro proprietà ed il cui spessore criminale ben emerge nell’ambito dell’operazione “Montagna”. La menzionata misura ablativa ha consolidato specularmente il sequestro operato nel settembre del 2020 e ha altresì disposto, per entrambi, l’applicazione della misura personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per la durata, rispettivamente, di 3 anni e 3 anni e 6 mesi. Il 21 settembre 2022, sempre la DIA ha eseguito un “Decreto di sequestro preventivo emesso dal Pubblico Ministero in caso di urgenza” di beni, per un valore complessivo di circa 750 mila euro, a carico di una imprenditrice agrigentina. Il 7 ottobre successivo la citata Direzione ha proceduto alla confisca, nei confronti di un imprenditore del settore “giochi e scommesse”, di beni per un valore complessivo di circa 500 mila euro. Essa, eseguita nell’agrigentino e in territorio austriaco, ha riguardato 2 veicoli di notevole pregio, 12 rapporti finanziari e 2 quote societarie nella disponibilità dell’imprenditore. Il provvedimento, che ha consolidato i sequestri operati nell’ottobre del 2020 e nel gennaio del 2021, ha contestualmente disposto l’applicazione della misura personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per la durata di 2 anni. Da ultimo, il 25 novembre 2022 è stato operato, nei confronti di un imprenditore agrigentino attivo in diversificati settori economici e nel recente passato anche ai vertici della governance di una società di gestione della rete idrica della provincia, il sequestro di 9 immobili, 2 società e numerosi rapporti finanziari, per uno stimato valore complessivo di 21 milioni di euro.”

INTIMIDAZIONI E INTERDITTIVE

“Anche nel semestre in esame sono stati registrati taluni atti intimidatori nei confronti di amministratori locali. Il 1° settembre 2022 presso la Prefettura di Agrigento è stato firmato il Patto per la Sicurezza Urbana “Canicattì Sicura”, sottoscritto dal Prefetto e dal Sindaco di Canicattì al fine di contrastare, tra l’altro, il fenomeno della dispersione scolastica e di promuovere un maggior coinvolgimento dei cittadini ed un effettivo miglioramento della sicurezza pubblica. Il Patto mira, inoltre, a realizzare una “cabina di regia” della quale faranno parte i rappresentanti delle Forze di polizia, della Curia Arcivescovile dell’Ufficio Scolastico provinciale. L’attività di contrasto alla criminalità organizzata del medesimo periodo si è sviluppata anche sul fronte della prevenzione amministrativa con l’emissione di 3 provvedimenti interdittivi antimafia emessi, dal Prefetto di Agrigento, a carico di società nei cui confronti erano stati rilevati elementi sintomatici di un condizionamento mafioso.”

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