Regione, il cantiere elezioni

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Incontro rappacificatore tra Musumeci e il segretario della Lega, Minardo. Si ricuciono i rapporti tra gli alleati del centrodestra. Miccichè rilancia il modello “Draghi” in Sicilia.

Nello Musumeci ricuce i rapporti con gli alleati del centrodestra dopo le polemiche incrociate divampate tra il presidente della Regione in carica e il leader della Lega, Matteo Salvini, che non ha escluso la proposta di candidare alla Presidenza alle elezioni in Sicilia nell’autunno 2022 il segretario regionale del Carroccio, Nino Minardo. Ebbene, Musumeci e Minardo si sono incontrati e hanno deposto le armi.

Il leghista ha ribadito la volontà del partito di proseguire fino alla conclusione della legislatura nella coalizione del governo regionale, “apportando – sono sue parole – un ulteriore contributo di idee e di obiettivi. In ragione di ciò ci confronteremo prossimamente su alcuni temi ritenuti prioritari”. Musumeci ha già incontrato la delegazione dell’Udc, capitanata dal segretario nazionale, Lorenzo Cesa. E a breve incontrerà la delegazione regionale di Fratelli d’Italia.

Nel frattempo, ancora in riferimento alla candidatura alla presidenza della Regione e, soprattutto, alla formazione della coalizione a sostegno, il presidente dell’Assemblea Regionale, e coordinatore regionale di Forza Italia, Gianfranco Miccichè, rilancia la sua proposta di importare in Sicilia il modello “Draghi”. E ribadisce: “Sposiamo una linea identica a quella di Roma, oppure rischiamo davvero grosso. Ci salviamo solo grazie all’enorme credibilità di Mario Draghi. Mi interessa di più avere un modello di governo uguale a quello nazionale, convinto come sono che a Roma non si potrà fare a meno di trovare una soluzione affinchè il successore di Draghi sia ancora Draghi. Inoltre, abolirei l’elezione diretta del presidente della Regione. Magari la reintroduciamo tra 10 anni. Se vogliamo evitare quello a cui assistiamo spesso all’Assemblea Regionale, ovvero liti furibonde, guerre, arroganza da una parte e dall’altra, serve una via diversa. Come presidente di Sala d’Ercole mi sono spesso trovato in imbarazzo e difficoltà davanti a questa chiara volontà di creare ogni volta lo scontro”- conclude.

E non solo modello “Draghi” ed elezione diretta del presidente della Regione: Miccichè propone anche il ripristino del sistema proporzionale. E aggiunge: “Io sono stato a lungo uno dei più convinti assertori del maggioritario, ma oggi ho capito che per l’Italia è il sistema sbagliato. Appena uno vince le elezioni, gli altri si mettono insieme fra loro e d’accordo con le Procure per farlo cadere. E’ un inarrestabile meccanismo di odio. Accantoniamo il maggioritario e torniamo al proporzionale”.

E poi, ancora Gianfranco Miccichè commenta così la paventata candidatura di Leoluca Orlando alla presidenza della Regione, e replica: “Non ha oggettivamente senso. Se dovessi passare una serata con lui glielo sconsiglierei fortemente, non credo sia più nelle condizioni, nell’età, nella lucidità digitale. Lui è il massimo dell’analogico, come me, per guidare la Regione”. E un’altra stoccata Miccichè la riserva al parlamentare del Partito Democratico, Antonello Cracolici, così: “Il centrodestra è la mia vita da 25 anni e ne sono felice. Cracolici forse ha ragione quando dice ‘c’è ancora il centrodestra?’. Ma io ho altrettanto ragione quando gli rispondo “ma c’è mai stato il centrosinistra?’. E’ chiaro che c’e’ una crisi complessiva”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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