Racalmuto, “cede” la Fondazione?

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Corre l’obbligo di intervenire nella spiacevole vicenda che ha coinvolto in questi ultimi giorni il Sindaco e la sua Giunta, in merito alla notizia della riunione del cda della Fondazione Sciascia che si è tenuta a Palermo, alla quale non ha partecipato il consigliere Dott.Felice Cavallaro, non convocato.
Il comportamento ci lascia sbigottiti e fortemente preoccupati.

Sbigottiti per la caduta di stile istituzionale (già notevolmente carente in questa amministrazione); fortemente preoccupati per gli scenari che tale incomprensibile atteggiamento potrà aprire nel futuro e per il futuro della Fondazione.

La motivazione adottata dal Sindaco a giustificazione della mancata convocazione di Cavallaro è la non avvenuta pubblicazione della delibera della Sua nomina a componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione, voluta e votata all’unanimità dal consiglio comunale nel febbraio del 2015. Cavallaro dunque non risulterebbe eletto.

Sicuramente consigliato male, (sarebbe grave pensare di utilizzare tale espediente per una resa di conti all’interno della Fondazione), il sindaco e tutti i presenti alla riunione hanno sottovalutato alcuni aspetti che a noi appaiono come gravi e che meritano essere evidenziati:
Qualcuno si è preoccupato delle conseguenze negative che potrebbero scaturire da questa scelta?
Sono stati valutati correttamente gli effetti della mancata pubblicazione della delibera ?
Può un adempimento inficiare un atto di pubblica e manifesta volontà da parte del Consiglio Comunale?
L’inerzia (o la mala fede) di chi doveva dare seguito al perfezionamento della delibera di consiglio può gravare sulla delibera stessa?

In ragione di tutto ciò, ci chiediamo se non siano allora da valutare le responsabilità dell’ex Presidente del Consiglio Ivana Mantione che, venendo meno ai doveri che la legge le attribuisce, e lasciando inascoltati i ripetuti solleciti da parte dei consiglieri dell’allora minoranza, non ha seguito l’iter che avrebbe portato al perfezionamento dell’atto stesso curandone la sua pubblicazione. Lucida scelta, ignoranza o incuranza? In ogni caso, un comportamento da censurare.

I sottoscritti consiglieri non possono non denunciare la criticità delle altre, innumerevoli delibere degli ultimi anni che aspettano ancora di essere pubblicate nell’Albo Pretorio: su queste attendiamo le decisioni che il sindaco (o chi per lui) non tarderà certamente a comunicare.
E inoltre ci si chiede, da Presidente della Fondazione Sciascia, come pensa il Sindaco Maniglia di giustificare le varie deliberazioni adottate nel frattempo dal dott. Cavallaro unitamente al resto del Cda e che risulterebbero oggi inficiate da vizi gravissimi?

Si teme, infine, che possa profilarsi il serio rischio di un commissariamento del Cda della Fondazione da parte dell’autorità governativa preposta ai sensi dell’art. 25 c.c., poiché alcuni comportamenti appaiono adottati in difformità e in violazione delle norme statutarie, tra le quali emerge quella che prevede il rinnovo ogni cinque anni del collegio dei revisori dei conti.

E’ di tutta evidenza che tale deprecabile ipotesi recherebbe solo danni all’immagine del paese e pregiudicherebbe il rilancio del turismo culturale e dell’intera economia di Racalmuto, poiché all’interno della Fondazione sono custoditi tesori che fanno parte del patrimonio mondiale della cultura e che rappresentano un orgoglio per la nostra comunità e che, soprattutto, sono la testimonianza del legame profondo che univa lo scrittore al suo amato paese.

Ci si augura pertanto che questo spiacevole e increscioso episodio venga chiarito nelle sedi opportune e nel più breve tempo possibile, nel rispetto delle istituzioni democratiche e di tutti i racalmutesi, e a tutela dell’importantissimo bene culturale che la fondazione Sciascia rappresenta per la nostra comunità.

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