Palermo commemora Enza Barillà, figura di spicco del socialismo e del femminismo degli anni ’70. Era nata in provincia di Agrigento

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Enza Catalano Barillà, eminente figura del socialismo e dell’attivismo femminista, si è spenta all’età di 83 anni. Originaria di Santa Margherita di Belice, in provincia di Agrigento, ha lasciato un segno indelebile nella politica e nella lotta per i diritti civili. I suoi funerali si sono tenuti a Palermo, città in cui ha trascorso gran parte della sua vita e ha contribuito significativamente al panorama politico locale. Attiva fin dalla giovinezza, ha militato nella Federazione dei Giovani Socialisti e successivamente nel Partito Socialista Italiano, distinguendosi come consigliere comunale nella capitale siciliana

Negli anni ’70, durante le storiche giunte del centro-sinistra, ha ricoperto il ruolo di assessore, contribuendo alla collaborazione tra la Democrazia Cristiana palermitana e i partiti laici. È stata sempre una strenua difenditrice dei più deboli e dei diritti delle donne, incarnando i valori di competenza, umanità e sensibilità sociale.

Turi Lombardo, già assessore regionale per il Psi, la ricorda con affetto e stima, sottolineando il suo impegno a favore dei lavoratori e della cittadinanza nel suo complesso. Anche Antonio Matasso, presidente della Fondazione socialista antimafia “Carmelo Battaglia”, la omaggia come una delle figure femminili più importanti del socialismo siciliano del Dopoguerra. Matasso sottolinea il suo ruolo nel rappresentare la componente riformista del socialismo siciliano, impegnato a costruire una società libera dalla mafia e dal malaffare.

La sua vita politica è stata contrassegnata da una costante ricerca di giustizia, democrazia e libertà. Non solo ha contribuito alla politica locale, ma ha anche sostenuto cause di rilievo nazionale e internazionale, come il suo sostegno all’Ucraina contro l’aggressione russa di Putin.

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