Omicidio Lorena, prima una coltellata all’addome e poi il soffocamento a mani nude

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Antonio De Pace, il 28enne studente di Dasà paese del Vibonese in Calabria, auto accusatosi di aver ucciso la fidanzata 27enne Lorena Quaranta in un’abitazione di Furci Siculo, nel Messinese non ha voluto minimamente collaborare con gli inquirenti. Trincerato nel suo silenzio non ha aperto bocca davanti al giudice Eugenio Fiorentino per l’udienza di convalida.

Il ragazzo oggi pomeriggio in un’aula del carcere di Gazzi, durante l’interrogatorio di garanzia, ha fatto scena muta, è rimasto completante in silenzio davanti al gip e pare non abbia neanche pronunciato il suo nome. Intanto nella tarda mattinata era stato conferito l’incarico al medico legale Daniela Sapienza per l’autopsia che ha già dato le prime indicazioni su come si sarebbe consumato l’efferato femminicidio. Tutto ha avuto inizio alcune ore prima rispetto alla chiamata fatta dallo stesso assassino il quale ha prima ferito all’addome con un lungo coltello da cucina la sua fidanzata, che forse ha perso i sensi, e poi l’ha strangolata a mani nude.

Quindi ha vagato per diverso tempo su e giù per la casa procurandosi anche una serie di ferite ai polsi nel tentativo forse di suicidarsi, probabilmente con lo stesso coltello adoperato per ferire la povera Lorena.  Infine intorno alle ore 8.00 la telefonata ai carabinieri di Santa Teresa di Riva confessando già al telefono di avere ucciso la sua fidanzata.

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