Mancanza di mascherine e dispositivi di protezione individuale per il personale sanitario, la Cisl Fp: “Avviare misure straordinarie per contenere il rischio contagio”

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Potenziare il servizio di disinfezione di camici e indumenti, migliorare le procedure di gestione dei casi sospetti di Covid-19 e realizzare spazi specificatamente destinati a dipendenti che dovessero essere contagiati o in attesa di tampone, in modo che gli stessi non lascino l’ospedale fino al completamento delle procedure diagnostiche.

Sono questi alcune delle richieste avanzate alla direzione dell’ospedale “San Giovanni di Dio” dal segretario generale della Cisl Fp di Agrigento, Caltanissetta ed Enna Floriana Russo Introito, dal responsabile del Dipartimento sanità pubblica e privata Giovanni Farruggia e dal responsabile sindacale aziendale del nosocomio agrigentino Alessandro Farruggia.

La situazione dei nostri Ospedali negli ultimi giorni, è connotata dal susseguirsi di atti di accusa fatti nei confronti della Direzione generale – dicono – . Siamo consci del fatto tuttavia che se non mettessimo in campo un’azione coesa, coerente e mossa soprattutto da unità di intenti ma ci limitassimo a lanciare moniti e accuse ben consapevoli che i problemi sul rifornimento dei Dpi è un problema nazionale e non locale, non faremmo correttamente il nostro dovere a tutela di lavoratori e cittadini”.

Quindi, preso atto che la carenza di mascherine e guanti è per certi versi una questione non immediatamente superabile, stante l’impossibilità all’approvvigionamento, la Cisl propone che “in un quadro del genere, dove il personale sanitario, da un lato mette a repentaglio la propria salute, dall’altro rischia di diventare esso stesso grave strumento di diffusione del virus” si tenti di arginare l’eventuale diffusione del Covid-19 “sia controllando gli accessi esterni alle unità operative, sia evitando il propagarsi dello stesso attraverso gli stessi operatori. In tal senso abbiamo chiesto alla Direzione generale già questa mattina che si possano individuare i locali preposti all’accoglienza del personale dipendente nel caso dovesse essere contagiato o nel caso fosse, esso stesso, in attesa di esito del tampone”.

In particolare è stato chiesto alla direzione del nosocomio di mettere a disposizione locali specifici al fine di garantire la permanenza nel proprio presidio ospedaliero, almeno per i giorni previsti dal turno, dei lavoratori e di realizzare certificazione speciale per tutto il personale sanitario turnista per “favorire una celere procedura di identificazione in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine”.

Abbiamo, inoltre, chiesto di attivare una convenzione tramite una lavanderia interna per la disinfezione delle divise e degli indumenti da lavoro ed infine, delle postazioni ambulatoriali come filtro all’ingresso nelle unità operative complesse – proseguono -. Tutto ciò dipende certamente dalla Direzione generale che reputiamo stia lavorando con il massimo impegno possibile, e che riteniamo in grado di gestire tale difficile situazione, ma su queste richieste, per quanto ci riguarda, potremo avere validi motivi per atti di accusa e di biasimo che, al momento, ci appaiono del tutto sterili. Riteniamo che per ogni presidio ospedaliero ci si debba fare immediato carico per tutte le esigenze sopra espresse, provvedendo con la massima sollecitudine, al fine di consentire che gli operatori svolgano la loro attività in sicurezza”.

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