La complessa vicenda ha avuto inizio nell’anno 2012 allorquando la ditta fornitrice di farmaci con decreto ingiuntivo chiedeva al farmacisla somma di euro 120.000,00 oltre interessi e spese legali.
Il farmacista proponeva opposizione evidenziando di avere pagate tutte le fatture oggetto del decreto ingiuntivo, ma il titolare del deposito farmaceutico si difendeva evidenziando che in realtà poiché le fatture erano state pagate in ritardo, se ne chiedevano gli interessi. Il giudizio di opposizione formulato dal farmacista nel primo grado di giudizio veniva rigettato innanzi al Tribunale, e la casa farmaceutica iniziava il giudizio di esecuzione a carico del farmacista così pignorando l’importo di euro 120.000,00 in danno della farmacia.
Il farmacista proponeva appello innanzi la Corte d’Appello di Palermo col patrocinio dell’avv Margherita Bruccoleri.
La Corte d’appello di Palermo condividendo la tesi dell’Avv Margherita Bruccoleri ha accolto l’appello, e revocato il decreto ingiuntivo di euro 120.000,00 oltre interessi e spese a carico del farmacista agrigentino, e pertanto venivano restituite al farmacista le somme precedentemente pignorate.
Avverso la sentenza della Corte d’Appello la casa farmaceutica ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo l’erroneità della sentenza della Corte d’appello ed il proprio diritto al pagamento della somma di euro 120.000,00
La Corte di Cassazione accogliendo le tesi difensive degli Avv.ti Margherita Bruccoleri e Marco Patti difensori della farmacia, ha finalmente messo fine alla vicenda, stabilendo la legittimità e correttezza della sentenza della Corte d’appello, così stabilendo definitivamente che il farmacista nulla doveva al deposito farmaceutico.
Pertanto il farmacista dopo ben dieci anni è riuscito ad ottenere definitivamente giustizia, e non dovrà pagare la somma di euro 120.000,00 oltre interessi, e il titolare del deposito farmaceutico dovrà pagare le spese legali di tre gradi di giudizio.