Il perché dell’ordinanza Musumeci

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Monitoraggio della Protezione civile. In Sicilia il tasso di positività al record del 29%. Ecco il perché dell’ordinanza rossa del presidente Musumeci

In Sicilia si prospettano altri giorni cruciali per comprendere l’andamento della pandemia da coronavirus. Le due settimane di zona rossa, appena iniziate, serviranno a piegare una curva dei contagi che fatica a ridursi, come testimoniano i dati del monitoraggio settimanale effettuato dalla Protezione Civile di Palermo. Ebbene, dagli ultimi 7 giorni esaminati, ovvero la settimana dall’11 al 17 gennaio, emergono percentuali davvero raccapriccianti: in Sicilia mai così tanti nuovi e attuali positivi, con un tasso di positività al 29%. Più nel dettaglio, durante la scorsa settimana i nuovi positivi in Sicilia sono stati 12.674, il valore più elevato di sempre. I tamponi positivi sono pari al 29,9% dei test processati. Il numero degli attuali positivi è di 46.425, che è altrettanto il valore più elevato dall’inizio della pandemia. Le persone in isolamento domiciliare sono 44.795, ossia 4.762 in più rispetto alla settimana precedente dal 4 al 10 gennaio. I ricoverati sono complessivamente 1630. E i 208 in terapia intensiva, da una settimana all’altra, sono aumentati di 157 unità. Il numero complessivo dei guariti, 71315, è aumentato di 7494 rispetto alla settimana precedente. Il numero dei morti, pari a 2.989 complessivi, è aumentato, dall’11 al 17 gennaio, di 261 persone decedute rispetto alla settimana precedente. Ecco i numeri che hanno indotto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ad invocare a Roma l’istituzione della zona rossa, e ciò anche se a fronte dell’Rt la Sicilia sarebbe stata, forse, arancione. Tuttavia, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha assecondato le richieste della Trinacria. E non solo: il presidente Musumeci rilancia la prospettiva oltre le due settimane rosse dal 18 al 31 gennaio. E il suo monito è: “Se fra due settimane i dati non ci dovessero convincere, stabiliremo misure maggiormente restrittive e chiuderò anche le scuole primarie e le prime classi della media. E questo nessuno potrà impedircelo. Allo stato non sono le scuole il focolaio, però, se il dato non cala, tutto quello che sarà necessario sarà fatto” – conclude. E nell’Isola le polemiche imperversano soprattutto sulle scuole, tra i sostenitori della chiusura totale contro coloro invece secondo cui i focolai non insorgono negli ambienti scolastici. Al momento in Sicilia le scuole superiori sono in didattica a distanza al 100%, mentre le scuole primarie e le prime classi delle scuole medie sono in presenza, come secondo ordinanza di Musumeci, ma non in tutti i Comuni. Alcuni sindaci infatti, come accaduto ad Agrigento, hanno, con il parere delle Aziende sanitarie di competenza, emanato ordinanze per chiudere le scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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