Falsi certificati per avvicinarsi verso casa, 40 rinviati a giudizio

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Falsi certificati medici per ottenere un trasferimento nella propria provincia di residenza e vari benefici di legge e previdenze: altri 40 rinvii a giudizio nell’ambito dell’udienza preliminare scaturita dall’inchiesta bis, ribattezzata “La carica delle 104”.

A disporli è stato il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Giuseppe Miceli. Sotto accusa quattordici medici, accusati di avere rilasciato false certificazioni per patologie inesistenti o accentuate rispetto alla reale entità, e una trentina pazienti che, grazie a certificati falsi, avrebbero beneficiato di previdenze di vario tipo.

Nella lista anche alcuni insegnanti che, con questo stratagemma, avrebbero ottenuto l’assegnazione di una sede vicino casa. Il “capolista” è ancora il favarese Antonio Alaimo, 61 anni, bidello ed ex consigliere comunale della sua città, ritenuto il personaggio principale delle rete di faccendieri che sarebbe stata messa in piedi. Alcuni imputati sono comuni con la prima inchiesta che è già approdata in aula per il processo e ha portato a decine di patteggiamenti e condanne oltre che di assoluzioni e archiviazioni.

L’inchiesta, in particolare, avrebbe accertato l’esistenza di due bande parallele che avevano messo in piedi un giro di falsi invalidi. Ne avrebbero fatto parte medici compiacenti, che accettavano, talvolta, tangenti di modesta entità per attestare patologie inesistenti o di portata superiore a quella reale, pubblici funzionari e semplici faccendieri, ovvero figure che nulla avevano a che fare col mondo sanitario ma che avrebbero procacciato finti malati a cui faceva comodo ottenere previdenze e indennizzi da parte dello Stato.

Le indagini, svolte sul campo dalla polizia con pedinamenti e intercettazioni, nel settembre del 2014 hanno portato a decine di arresti.

Quarantacinque, in tutto, gli imputati: Sono: Antonio Alaimo, 61 anni di Favara; Alessandra Alfano, 45 anni di Agrigento; Giovanni Baio, 64 anni di Raffadali; Antonina Barbaro, 53 anni di Raffadali; Elisa Rita Capraro, 45 anni di Agrigento; Giusi Cardella, 46 anni di Raffadali; Carmelina Chianetta, 47 anni di Favara; Dario Chriminisi, 42 anni di Agrigento; Serafina Cinquemani, 48 anni di Favara; Anna Rita Consolo, 52 anni di Siculiana; Giuseppa Costanza, 46 anni di Favara; Eleonora Crapanzano, 48 anni di Favara; Maria Distefano, 48 anni di Agrigento; Domenico Drago, 65 anni di Favara; Giovanna Failla, 53 anni di Favara; Maria Grazia Fanara, 45 anni di Favara; Rosaria Fanara, 44 anni di Favara; Nadia Gagliano, 48 anni di Siculiana; Rosario Marturana, 59 anni di Favara; Giovanna Montaperto, 62 anni di Agrigento; Lella Morreale, 58 anni di Agrigento; Giuseppa Moscato, 49 anni di Favara; Antonina Panarisi, 58 anni di Raffadali; Stefano Piazza, 39 anni di Favara; Giuseppina Parello, 43 anni di Favara; Giuseppina Pirrera, 53 anni di Favara; Anna Pullara, 45 anni di Favara; Antonio Ragusa, 55 anni di Raffadali; Riccardo Ragusa, 47 anni di Raffadali; Rossana Rampello, 43 anni di Raffadali; Maria Rizzo, 49 anni di Raffadali; Anna Maria Sammartino, 47 anni di Raffadali; Carlo Scibetta, 65 anni di Porto Empedocle; Carmelinda Sgarito, 46 anni di Favara; Maria Giovanna Varisano, 53 anni di Favara; Silvana Vita, 49 anni di Agrigento; Giuseppa Gallo, 69 anni di Naro; Paolo Santamaria, 67 anni di Aragona; Concetta Rubino, 59 anni di Palermo; Alfonso Russo, 73 anni di Aragona; Antonio Bosco, 69 anni di Favara; Alfonso Lo Zito, 63 anni di Agrigento; Antonia Matina, 65 anni di Favara; Lorenzo Greco, 68 anni di Agrigento; Pasqualino Messina, 56 anni di Cattolica Eraclea e Salvatore Russo, 44 anni di Agrigento.

Per Costanza e Distefano è stata disposta la prescrizione di tutti i reati contestati mentre per Chianetta, Sammartino e Lo Zito è stata dichiarata la nullità della richiesta di rinvio a giudizio perchè la procura non ha notificato in maniera corretta l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

Per gli altri 40 imputati è stato disposto il rinvio a giudizio: per 16 di loro tuttavia alcune singole accuse sono cadute in prescrizione. La prima udienza del processo è in programma il 3 ottobre davanti al giudice monocratico Agata Anna Genna.

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