Emergenza Pronto Soccorso, non c\’è due senza tre. Puleo, dopo essersi proposto… rinuncia. Sarà una maledizione. E Caramanno…

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Sarà sicuramente una maledizione, ma accade. Adesso a preoccupare di più è la frequenza delle maledizioni le quali aumentano in modo esponenziale.

Rosario Puleo, attualmente dirigente medico di Medicina d\’urgenza e Pronto soccorso – Humanitas Research Hospital, una ventina di giorni fa aveva proposto la sua personale presenza al Pronto Soccorso dell\’ospedale San Giovanni di Dio, infarcito di problemi e che ultimamente aveva visto la defaillance di due primari. Il primo, si è dimesso \”perchè si sentiva troppo solo\”, non supportato dai vertici Asp.

E nel bel mezzo della baraonda un altro giovane medico si era proposto a guidare lo scarcagnato reparto agrigentino. Non sappiamo su quale via sia stato fulminato, se in Contrada San Benedetto oppure la cosiddetta Zona Industriale. Insomma un fulmine così forte che il suo onorabile gesto è durato proprio quanto una saetta. In 30 ore, schettu, zitu e maritatu. \”Non vado più al Pronto Soccorso\”.

E vabbè, se non accadessero queste cose nella normalità della vita potremmo anche annoiarci.

Il primario di Cardiologia – Emodinamica Giuseppe Caramanno butta l\’asso, quello d\’oro. \”Prendo in mano la tragica situazione con la speranza di poter migliorare qualcosa ma ho bisogno della collaborazione di tutti\” – aveva giustamente tuonato Caramanno -. Da soli non si va da nessuna parte\”.

Primi giorno con grande speranza, un Pronto Soccorso con il look rifatto (anche l\’occhio vuole la sua parte) e corridoi del reparto praticamnte a zero barelle e, quindi, zero ammalati.

Da una quindicina di giorni sembrava davvero che le cose potessero migliorare. Ed invece no. Ecco le prime spine, ecco i primi fuochi (purtroppo amici…) dei quali parleremo prossimamente. Certo, Caramanno di tutto poteva pensare ma no che a sparargli fosse stato il fuoco delle proprie batterie.

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E\’ notizia di qualche giorno che il Puleo, come detto, per motivi \”amministrativi\” ha rinunciato a quell\’incarico che lui stesso si era etichettato con tanto di lettera all\’Asp agrigentina la quale, seppur con riserva, aveva accettato di buon cuore l\’iniziativa del Puleo.

Ed  ecco la maledizione del San Giovanni di Dio. Puleo rimane al suo posto e Pronto Soccorso ancora nelle buone mani di Caramanno il quale, è doveroso sottolinearlo, nei giorni scorsi nel corso di una intervista aveva precisato che la sua presenza in quel reparto era solo momentanea e che non sarebbero passati tempi biblici per poter ritornare al 5° piano.

Con la rinuncia di Puleo adesso la cosa si complica nuovamente. Il tutto accade in un momento di assoluto silenzio dove la politica, quella maledetta che mette i tentacoli ovunque, nel caso della straziante vicenda del pronto Soccorso di Agrigento, è latitante. Dove sono i politici regionali di riferimento venire in soccorso per questo grande caos? Tutti in silenzio, scappati, dietro una montagna assordante. Di solito, quando si tratta di posti apicali, i politici scendono in campo per azzannare questo o quell\’altro incarico da consegnare al proprio medico non di turno ma di \”straordinaria fiducia\”. Insomma la classica pedina da piazzare nel mosaico che brilla di più.

Anche in questo caso nei prossimi giorni torneremo a parlare di questa strana situazione, e cioè sul silenzio incombente. Perchè di storielle da raccontare ne abbiamo davvero tante con tanto di nomi, riferimenti e super raccomandazioni.

Strano. Si, perchè è davanti agli occhi di tutti cosa è stata capace di fare la politica quando gli interessi sono davvero enormi (vedi La Rocca Ruvolo per l\’ospedale di Ribera) e vedi tanti altri politici che si sono interessati fortemente per nosocomi che, al contrario, dovrebbero esistere solo come un centro di prima accoglienza sanitaria.

Evidentemente il Pronto Soccorso di Agrigento non ha i numeri (lettorali e non solo) per essere attenzionato dai nostri politicanti.

 

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