“Covid”, il punto di Musumeci

Condividi

I dati del contagio in Sicilia, ricoveri e morti, l’impegno del Governo nazionale e delle Regioni, le scuole: l’intervento del presidente della Regione, Nello Musumeci.

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, interviene nel merito della gestione della pandemia coronavirus in Sicilia, e puntualizza che non ricorre allarme. Le sue parole: “I dati sono fisiologici, non allarmanti: è cresciuto il numero dei contagi negli ultimi giorni, ma non c’è pressione sugli ospedali e gli ingressi in terapia intensiva sono limitati. Continuiamo a perdere vite umane, ma è un dato assolutamente diverso rispetto alle settimane passate”. Poi, in prospettiva, verso il mese di aprile, Musumeci prospetta: “Siamo convinti che in questo mese di aprile bisogna tenere alta l’attenzione. La Sicilia in particolare, per la fragilità del suo tessuto imprenditoriale, ha bisogno di guardare al futuro con ottimismo e anche con immediatezza. Per questo non mi stanco mai di dire al governo centrale di mandare presto i ristori e i sostegni, e che siano concreti”. E poi, sul ruolo e l’impegno del governo nazionale Musumeci riflette così: “L’approccio del presidente Draghi è stato improntato al rigore, forse ci vorrebbe un pizzico in più di generosità, lo dico con serenità. Se non ci fossero state le Regioni i morti li avremmo contati ai bordi delle strade. Lo Stato ha potuto affrontare e in parte superare questa drammatica stagione perché le articolazioni dello Stato, le Regioni, con mille difficoltà e con errori, ma anche con iniziative virtuose, hanno saputo fare fronte ai problemi sul territorio. Il governo nazionale non può pensare di contestare le Regioni quando c’è qualcosa che non va e assumere i meriti a Roma quando le cose vanno bene. Credo che serva maggiore comprensione, linee più chiare dal governo nazionale, una maggiore tolleranza e disponibilità da parte di tutte le Regioni a cominciare dalla mia. La strategia deve essere unitaria fin dove è possibile, poi ogni territorio può avere esigenze particolari”. E poi, in riferimento alle scuole, il presidente della Regione ribadisce: “L’ho sempre sostenuto: l’ultima cosa che chiuderei sono le scuole. La scuola va tenuta, finché è possibile, aperta nell’interesse degli studenti e delle famiglie. I ragazzi meglio tenerli a scuola che farli andare in giro a creare assembramenti o tenerli a casa chiusi in una condizione che sfocia nella depressione”. E dunque? “Dunque, fin quando il Comitato tecnico scientifico non mi dirà di chiudere, perché è in pregiudizio la salute di tutti quanti i siciliani, io terrò aperte le scuole come è stato fino a questo momento. Tranne pochissime parentesi, noi non abbiamo chiuso le scuole, in particolare fino alla prima media, e abbiamo riaperto anche le scuole superiori. Non si può fare pianificazione a media e lunga scadenza in tempo di epidemia, si vive alla giornata, si contano i numeri la mattina e in base a questi si decide cosa fare”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

Notizie correlate

Leave a Comment