Confcommercio Agrigento scrive a Firetto: “La ripresa deve essere concordata; le associazioni turistiche dettano le condizioni”

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I rappresentanti dell’economia turistica locale vogliono contribuire ad affrontare unitamente i problemi del settore. E’ bene precisare che l’emergenza nazionale di queste settimane, causata dal COVID-19, ha imposto a tutti i livelli governativi ed istituzionali l’adozione di misure che hanno comportato la totale paralisi della maggior parte delle attività imprenditoriali ed economiche. La situazione attuale è drammatica e abbiamo il dovere di contribuire, tutti insieme, a ricostruire il clima di fiducia e promuovere più che mai il senso di comunità e di solidarietà. Ognuno nel proprio ruolo deve agire per pensare, sin da adesso, al “dopo”. Insieme dobbiamo adoperarci per dare soluzioni, aiuti, sostegno affinché ci siano le condizioni di ripartenza, anzi, di ricostruzione.

Riteniamo che, per il nostro ruolo di organizzazioni datoriali e associative del settore dell’accoglienza che rappresentano la totalità di un tessuto economico, indispensabile quale appunto la ricettività per la città, sia sempre più necessaria una condivisione delle azioni da mettere in campo, secondo il principio che rappresentiamo una parte del sistema e non una controparte. È pertanto necessario, come primo passo verso un più completo e razionale esame della situazione, che l’amministrazione metta in campo al più presto azioni concrete in favore delle nostre attività d’impresa, azioni più che mai necessarie per dare ossigeno e prospettiva utile alla ripartenza della città di Agrigento fortemente legata all’attività turistica:

  1. Sospensione per un anno quindi fino a marzo 2021 di tutte le scadenze dei tributi locali. Modifica una tantum dei termini per il versamento dei tributi locali.
  2. Decurtazione della TARI per il periodo di chiusura delle attività ai sensi del DPCM 11 marzo 2020 e s.m.i. per cui non essendo soggetti all’applicazione della tassa i locali e le aree scoperte che … non sono suscettibili di produrre rifiuti”, tra i quali “gli immobili che risultino in obiettive condizioni di inutilizzabilità nel corso dell’anno a causa di forza maggiore”. Il DPCM citato costituisce certamente una causa di forza maggiore (c.d. factum principis) ed è peraltro un fatto notorio, in quanto previsto normativamente; pertanto si chiede di sospendere il tributo in via automatizzata, senza necessità di previa richiesta da parte dei singoli contribuenti oppure mediante comunicazione cumulativa da presentarsi anche tramite le associazioni di categorie. La Tassa, naturalmente, dovrebbe essere ridotta proporzionalmente al numero dei giorni di chiusura nell’anno. Infatti, è indubbio che le attività chiuse non hanno potuto produrre alcun rifiuto.
  3. Sospensione dell’invio degli avvisi di accertamento, degli atti di riscossione e degli avvisi bonari relativi ai tributi locali per tutta la durata dell’emergenza e per i 3 mesi successivi (simile iniziativa è stata assunta dal Comune di Roma Capitale).
  4. Sospensione, per una congrua durata, dei termini di versamento delle rate con scadenza nell’anno, per tutti i piani di dilazione già concordati (simile iniziativa è stata assunta dal Comune di Roma Capitale).
  5. Annullamento della maggiorazione per quanto concerne le sanzioni per ritardato pagamento, quanto meno per le categorie maggiormente colpite dalla crisi. Si chiede di modificare, per l’attuale periodo emergenziale, la prassi relativa alle sanzioni, indicando agli uffici di concedere, anche senza istanza di parte (o in subordine su istanza di parte), l’annullamento delle sanzioni da riscossione previsto dalla legge tributaria per i casi di chi ha commesso il fatto per forza maggiore (art. 6, c. 5, d.lgs. n. 472 del 1997). Le sanzioni per ritardato pagamento ammontano al 30% e tale peso risulterebbe, infatti, assolutamente insostenibile per le aziende che si trovano ormai al limite del collasso e riteniamo che il comune non aumenti le proprie entrare attraverso un sistema sanzionatorio a maggior ragione in una situazione di emergenza economica e sociale.
  6. Riduzione della pressione amministrativa in capo alle aziende rivedendo le misure fin qui adottate in modo da permettere alle aziende di varare le misure necessarie al riavvio delle attività. Le aziende, come detto, in questa fase, subiscono pesantemente la “pressione” di una crisi che ne compromette la stessa sopravvivenza. Riteniamo dunque necessario un allentamento, in generale, della stretta fiscale sulle attività produttive, che aveva peraltro recentemente raggiunto livelli eccessivamente elevati.
  7. Riduzione delle tariffe IMU e TARI a favore degli albergatori. Modifica del regolamento tariffario provvisorio considerando lo stop del sistema turistico che avrà conseguenze non solo locali ma globali. Ad ulteriore subordine, si chiede di intervenire anche utilizzando le risorse della tassa di soggiorno. Inoltre si riterrebbe opportuno che dalla data di cessazione dell’emergenza per un intero anno consentire agli operatori della ricettività di trattenere l’intera tassa di soggiorno, per essere utilizzata dagli stessi per iniziative legate all’incremento turistico.
  8. Avviare concretamente e realmente azioni di repressione nei confronti degli irregolari che oltretutto creano concorrenza sleale al ribasso.
  9. Prevedere ristoro economico percentuale nei confronti delle strutture ricettive dell’imposta di soggiorno versata e non ancora spesa.
  10. Creazione di un tavolo di concertazione per un piano straordinario per il turismo. Ci auguriamo che le proposte sottoscritte siano prese immediatamente in considerazione per avviare realmente una collaborazione con l’amministrazione per concertare azioni comuni in favore dell’economia locale e della pubblica amministrazione. Cogliamo l’occasione per porgere cordiali saluti.

Firmato:

Vittorio Messina, Francesco Picarella, Claudio Spoto, Antonio Siracusa, Giuseppe Pullara, Paolo Pullara, Liliana Magro, Emanuele Farruggia, Domenico Vecchio, Giovanni Lopez, Carmelo Cantone, Fabrizio La Gaipa

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