Amministrative Agrigento, e ora? Tutti con il piattino a chiedere l’elemosina?

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Firetto Miccichè, scontro tra giganti. Non proprio.

Tutto come previsto o quasi. Ci si aspettava di più dal sindaco uscente Lillo Firetto che però, ahimè, ha forse (e non solo lui…) ha fatto male i conti con la realtà.

Miccichè gli da’ un sacco di voti di scarto e il primo Lillo (ma non è l’unico) rimane assai sorpreso.

Ovvio. Sindaco uscente, lui dichiara che “anche i sindaci uscenti pagano i loro prezzi”, e, quindi, il rischio che si deve correre è anche questo. Lui, Firetto, lo corre, lo investe in pieno e adesso, per certi versi, ne paga le conseguenze; paga forse a caro prezzo, perché oggettivamente i conti mentali sciorinati dai “proprietari della verità” erano ben altri.

Del resto ogni candidato del quasi 500 aveva perso la testa, si era ubriacato; non aveva meno di 500 voti! Numeri di una città di 14 milioni di abitanti! New York!

La realtà è ben altra e te ne accorgi solo quando smetti di sognare e apri bene gli occhi. Bocciati inesorabilmente, esclusi, allontanati ma soprattutto “schifiati” dai cittadini.

E adesso? Altri 15 giorni di bordelli, incontri, accordi, sotterfugi, anomalie, tragedie, violenze, meschinità, minacce, testate, occhiali rotti. “Il popolo non mi ha voluto, ma io devo esserci a tutti i costi. Il mio piattino non può rimanere vuoto”, penserà qualcuno.

I tempi regolari sono finiti. Adesso si va ai supplementari e la battaglia si fa ancora più aspra, stancante, difficile.

Miccichè rientra in tutto questo gioco e lo fa a gamba tesa, forse anche a sua insaputa. I numeri sono numeri, incontrovertibili. Le chiacchiere servono solo per passare un quarto d’ora a Porta di Ponte o mentre sei dal barbiere pronto ad azzannarti i capelli.

Che succede adesso? I perdenti, i bocciati, i non voluti dagli agrigentini, i tragediatori, come faranno a rientrare dalla porta secondaria?

Girgenti ha scelto, i giurgiuntani anche. Un pizzico in più di Franco Miccichè e qualcosa di Lillo Firetto. Il resto a casa, via dai maroni perchè si ha la necessità di provare altri lidi. Certo, Firetto non è l’ultimo arrivato, ha governato questi 5 anni e la gente saprà sciegliere. Ed ecco, adesso, l’evolversi dei rapporti incestuosi, snaturati, miseri, inusuali.

Nessuno dei perdenti, da Forza Italia a Fratelli d’Italia, vuol rimanere fuori dalla partita. Bocciati dal popolo sovrano, vogliono e pretendono a tutti i costi una fetta di torta da spartire, al di la di quello che è stato il risultato. Occorre mettere le mani nella marmellata. Il tutto a scapito degli agrigentini.

Firetto e Miccichè (e Di Mauro…), fino a ieri avvolti dalla peggiore scabbia e dal Covid 19, erano da tenere lontano dalla portata degli adulti; oggi, per incanto, son diventati dei gustosi bocconcini alla crema da gustare e inghiottiti in un sol boccone. Piattino in mano, i “grandi partiti”  cacciati via dalla gente, tremano, fervono, leccano, miserano, minacciano e pretendono: “Compà, fratè, ti dugnu i me voti, chi c’è pi mia?”

Corsi di formazione, sottogoverni, un Voltano qualsiasi, un assessorato, una presidenza, un salvagente che li faccia rimanere a galla, come gli stronzi però! I lecchini di turno, adesso, si scateneranno. Un incarico è sempre un incarico!

Non è questa la politica, purtroppo. La politica è tutt’altra cosa e quando si perde non si deve più sperare nei tempi supplementari. Si esce di scena, alla ricerca di altri lidi, come i topi di fogna, nella speranza che il popolo, quello serio ed onesto, non metta in atto una disinfestazione totale e generale tanto da abbattere questo triste film, visto e rivisto tante volte. Non deve essere dimenticato che tra i questuanti con il piattino in mano spiccano i ricattatori, i violenti, gli aggressori e i delinquenti. E questo la magistratura lo sa bene. Altro che servizi segreti!

Nei prossimi giorni vi sveleremo, tra i perdenti, chi sarà il più accattone dei partiti che vorrà riempire le proprie tasche delle miserie della gente bisognosa, onesta, perbene; quella che crede ancora che i tragediatori non esistono più.

Invece di scappare via da una città che li ha sonoramente bocciati, adesso leccano, questuano, pietiscono, sono proni. Lo schifo più totale.

MISERABILI.

N.B. Si è rivisto in tv, dopo due mesi, l’onorevole Michelino Sodano, forse dei 5stelle. Ha parlato di governo centrale e piattaforma Rousseau. Un plauso a lui per come ha supportato la candidatura a sindaco di Marcella Carlisi.

Arrivano le nubi, spariscono le stelle…

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5 Thoughts to “Amministrative Agrigento, e ora? Tutti con il piattino a chiedere l’elemosina?”

  1. filippo triassi

    Ottimo articolo. Bravo Lelio, ma già se vedi Facebook

  2. Antonello

    Ottimo articolo, nudo e crudo che mette in luce il losco gioco dei partiti agrigentini. Direttore di Sicilia24ore sempre pungente e diretto.

  3. “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”
    La semplice verità, il resto chiacchiere da bar.

  4. Lino

    Io anche penso così. Comunque un governo del MoVimento poteva essere sincronismo con Roma e provare a risolvere le cose con i programmi e fondi europei competenze che vecchi politici si sognano ma la città e quella che e e non vuole avere persone onesti per amministrare bene vedi a porto emoedocle e favara

  5. Devo dire che, paradossalmente, in questo contesto di compromessi la sindacatura Firetto rischia di diventare la candidatura della protesta e della novità. Nulla si può dire ancora. Il popolo non è più bue e deciderà secondo l’emozione del momento

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