Aldo Mucci “Ad Agrigento manca l’acqua e l’inerme cittadino non protesta”

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Partiamo da un dato oggettivo. Non ti puoi lavare perché manca l’acqua. Non si parla di un giorno, ma di quattro e non si sa quanto giorni ancora. Nel frattempo riempi il corridoio di casa con bacinelle pronte all’uso. Ti rincuorano le ultime notizie provenienti dal governo della Regione, alle quali si aggiungono quelle nazionali. Mentre cerchi di sciacquarti il viso dopo avere fatto la barba, tua moglie ti informa che a Palazzo d’Orleans si è insediata la cabina di regia per l’emergenza idrica, istituita dalla giunta regionale su iniziativa del presidente della Regione Renato Schifani. È una struttura operativa che dovrà individuare e coordinare interventi rapidi e concreti contro l’emergenza siccità. Una struttura altamente scientifica e piena di accademici i quali si metteranno subito al lavoro per individuare ogni possibile soluzione. Una struttura che monitorerà quotidianamente la grave situazione. Pensate che sono state avviate interlocuzioni con la Protezione civile nazionale, la quale ha fatto sapere che si possono indicare progetti finanziabili. Non dobbiamo dimenticare che abbiamo un ministro siciliano alla Protezione civile e politiche del mare. Gli agrigentini possono stare tranquilli, sono in una botte di ferro, in quanto in questa imponente struttura, voluta fortemente dal  governo regionale  fanno parte, dirigenti di dipartimento tecnico, dirigenti di dipartimento Acqua,  Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia, professori ordinari di Teorie dello sviluppo dei processi chimici del dipartimento di Ingegneria dell’università di Palermo, professori ordinari di Costruzioni idrauliche presso l’università di Palermo, professori di Idraulica dell’università di Catania. Ha perfettamente ragione il Sindaco Miccichè quando asserisce che vi è uno scenario di certo non compatibile con il concetto di “Capitale italiana della cultura” un titolo di cui la città dei templi dovrà fregiarsi nel 2025 con orgoglio. Comprendo anche lo “sfogo” quando asserisce ( ma credo che non lo pensi realmente) che è pronto a rinunciare al titolo di Agrigento capitale italiana della cultura se la città dovesse essere ancora irrimediabilmente attanagliata dalla crisi idrica.    Non leggo invece e non vedo lo sfogo, che dovrebbe essere legittimo, magari organizzando una grande manifestazione – degli agrigentini, i quali rimangono come sempre in silenzio, in attesa che tutto si sistemi.

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