Agrigento Capitale della cultura 2025. Messina (Assoturismo): comunicare un messaggio che vada oltre la suggestione

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Il dibattito che si sta sviluppando, sugli aspetti organizzativi legati al progetto per promuovere Agrigento Capitale della cultura per il 2025, sta facendo registrare qualche intervento interessante, tuttavia si registra l’assenza del mondo associativo e del mondo economico in generale.

Non voglio dare alcuna chiave di lettura  dei motivi di questi mancati interventi che comunque reputo molto importanti al fine di lavorare tutti nella stessa direzione per condividere un progetto che possa essere espressione di un’unica visione di sviluppo del territorio.

Non c’è dubbio che Agrigento ha sicuramente tutte le caratteristiche per essere definita per nascita capitale della cultura, ma dopo avere ottenuto ufficialmente questo titolo per l’anno 2025 deve diventarlo veramente se vuole cogliere quegli effetti concreti, e positivi, che si possono riverberare sullo sviluppo turistico e sulla fruizione del patrimonio culturale materiale e immateriale della città e non solo. Solo così il titolo diventerà un occasione unica per mostrare a livello internazionale le ricchezze di un territorio e i comportamenti virtuosi dei suoi custodi che sono i cittadini e gli amministratori.

In questa direzione, cittadini e amministratori  dovrebbero comunicare con un’unica voce e lavorare con obiettivi comuni, che non siano limitati al solo 2025, ma per proseguire anche dopo l’edizione di quell’anno. Questo significa che quando una città diviene Capitale della cultura, come prima cosa, deve studiare e attuare un piano di comunicazione, uno stile che faccia da filigrana del progetto per l’intera edizione. Occorre trovare parole chiave per ispirare l’intero programma di eventi, e che diventino motivo e collante per gli operatori culturali, per gli artisti e per il pubblico.

Puntare su temi come l’ecosostenibilità  e l’inclusione per esempio, oggi, consente di proiettarsi su una vetrina internazionale, in modo tale che tutto il mondo culturale si possa riconoscere in quei caratteri e che anche a livello politico la direzione intrapresa sia comune.

Per dare respiro internazionale al programma dell’edizione è indispensabile coinvolgere la popolazione locale con iniziative che guardano alla realizzazione di laboratori, workshop, concerti, mostre, itinerari e percorsi, scuole per bambini, festival letterari, rassegne teatrali, street art, escursioni, iniziative che possono essere occasioni per generare un progetto di sviluppo a base culturale in grado di produrre effetti duraturi per il territorio che ospita gli eventi.

È chiaro anche che attrarre turismo dipende sempre da molteplici fattori, legati al territorio. La presenza di siti archeologici, di monumenti d’interesse storico, di strutture per l’accoglienza, la stessa collocazione geografica della “Capitale” rispetto al mare, sono tutte peculiarità da tener presenti nell’analisi delle risorse di un territorio e per la sua promozione.

L’insieme degli eventi e la strategia rivolta ai partecipanti di manifestazioni del genere rientrano in quello che viene definito marketing culturale, che utilizza il carattere artistico e, appunto, culturale della capitale italiana della cultura  per perseguire l’obiettivo non solo di sedurre i turisti, ma anche  di identificarne le esigenze e le aspettative, realizzando un programma di qualità in grado di risultare il più interessante possibile.

Puntare sulle risorse di un luogo, la sua storia, il suo patrimonio artistico, la gastronomia, significa dunque utilizzare qualunque tipologia di attività abbia a che fare con la cultura, dalle mostre fotografiche e pittoriche alle presentazioni di libri, ai concerti, alle rassegne cinematografiche, ai festival, ai dibattiti, ai luoghi di interesse storico, all’artigianato tipico, alle tradizioni locali, valorizzando queste risorse. Ma prima di interrogarsi su come monetizzare gli eventi, occorre che gli organizzatori valutino  quali siano le aspettative dei potenziali avventori di riferimento.

Per questo, bisogna disporre di una visione di qualità, che sappia generare valore, essendo in grado di definire un percorso comprensibile a molti e che sappia comunicare un messaggio che vada oltre la semplice suggestione.

Per quanto riguarda la costituenda Fondazione, dedicata espressamente alla gestione dell’edizione relativa ad Agrigento Capitale della cultura 2025, sarebbe opportuno, già nella fase di redazione dello statuto,  non solo coinvolgere tutti i soggetti e le istituzioni disposte a sostenere il progetto, piuttosto puntare alla qualità della governance per utilizzare al meglio un’occasione irripetibile.

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