1° Maggio, Aldo Mucci (SGB): “Al sud si muore dentro ogni giorno. Che vuoi festeggiare?\”

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Il 1° maggio ha il sapore di una ricetta antica. Sui grandi palchi sparsi per l’Italia, si rinnovano gli artisti, i politici e qualche volta anche i preti. Gli “slogan” urlati per l’occasione sono sempre gli stessi: il lavoro che non c’è. Aggiungo che quel poco a volte uccide. Alla fine della giornata il ripetersi dell’atto finale : “scenderemo nelle piazze” Quest’anno ricorrono i 75 anni della nostra Costituzione, nata dalla resistenza e dalla lotta di liberazione dal fascismo e dal nazismo. Quale migliore occasione per “buttare” giù frasi importanti: “vogliamo ottenere riforme capaci di applicare e attuare i valori e i principi della Carta Costituzionale a partire dalla centralità del lavoro,della giustizia sociale e dell’unità del paese”. Andiamo tutti al Sud, simbolo di fame e disoccupazione. Simbolo di povertà mortificante. Simbolo di dispersione scolastica, di povertà educativa. Un Sud da sempre abusato, dilaniato dalla diversità sociale. Un Sud dove le famiglie e i giovani sono abbandonati a se stessi. Un Sud dove i sogni degli adolescenti si fanno sempre più stretti. Un Sud ricordato solo in campagna elettorale. Un Sud dove ancora oggi si distribuiscono sacchetti di pasta e pomodoro in cambio di qualche voto. Un Sud dove il “galletto” mafioso di quartiere diventa l’idolo assoluto dei giovani. Tema caro ai mafiosi. Un Sud dove ancora oggi gli addetti alle mense scolastiche, alle pulizie, centralini e vigilanza sono sfruttati da gare che anno dopo anno impongono sempre nuovi ribassi e tagli, con stipendi da fame grazie a scellerati CCNL sottoscritti da chi li rappresenta ai tavoli istituzionali. Un Sud dove Concetta si sente fortunata a non avere figli. Aggiunge: “comu li campu”. Un Sud che ha donato senza fiatare, braccia e mente al Paese in crisi durante la pandemia. Mi riferisco ai lavoratori della scuola. Un Sud dove ancora oggi incontri la vecchia moto ape del “raccoglitore di cartone” di ferro e alluminio. Un Sud che attende con ansia L’autonomia Differenziata. Un Sud abituato alla “Guerra” quotidiana contro la fame. Un Sud dove si muore dentro ogni giorno. Ai politici, sindacalisti e preti che si affacceranno “sgomitando” dai palchi del 1° maggio sparsi per l’Italia, voglio ricordare le parole di  Giustino Fortunato: “Che esista una questione meridionale, nel significato economico e politico della parola, nessuno più mette in dubbio” conclude Aldo Mucci del direttivo nazionale SGB.

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