La Sicilia.
Bella da togliere il fiato.
Terra di sole e di mare, di cibo buono e profumo di agrumi, di dolci e aria salmastra.
La Sicilia.
L’Etna, la Valle dei Templi, San Vito lo Capo, la riserva dello Zingaro, la Scala dei Turchi, il Teatro Massimo, Favignana, i faraglioni di Acitrezza, Ortigia, le Gole dell’Alcantara … e potrei continuare all’infinito.
La Sicilia.
La terra di Luigi Pirandello, di Leonardo Sciascia, di Giovanni Verga, di Ettore Majorana, di Renato Guttuso, di Vincenzo Bellini.
La Sicilia.
La regione a statuto speciale, che in materia di autonomia e competenza esclusiva, contempla anche urbanistica e lavori pubblici.
La Sicilia, così bella che non mi meraviglio se un norvegese scelga di visitarla in lungo e in largo, decidendo, per esempio, di fare scalo all’aeroporto di Punta Raisi e, dopo essersi goduto a pieno la splendida Palermo, decida di prendere a noleggio una macchina e di fare un salto ad Agrigento nella Valle dei Templi.
Qui scattano due opzioni. O sto zitta, o parlo.
Facciamo che parlo, perché di stare zitta, davanti a tanto scempio, dopo averla percorsa quella strada, proprio non ci riesco.
La Palermo-Agrigento, non è una “strada a scorrimento veloce” come risulta sulla carta, ma è una condanna, una specie di missione, che costringe coloro che la percorrono ad imbattersi in un vero e proprio viaggio della fortuna. Ci vogliono circa 2 ore e tre quarti (se va bene) per percorrere 106 km.
Caro norvegese, che atterri a Palermo e vuoi vedere la Valle dei Templi, sappi che le due arterie – la Strada Statale 121 e la Strada Statale 189 – sono collegate senza soluzione di continuità, e la tratta non è solo inadeguata per un eventuale traffico veloce, ma è un vero e proprio continuo cantiere a cielo aperto. Deviazioni, interruzioni, semafori, strade che si restringono e che impediscono un viaggio su strada che possa dirsi tale in un paese civilizzato. Perché se fossimo nei paesi del terzo mondo, allora si potrebbe anche far finta di niente, ma che nell’Isola più grande d’Italia, in una terra che del turismo dovrebbe farne il fiore all’occhiello e che dunque dovrebbe essere in grado di accogliere al meglio i suoi turisti, non è contemplabile che a tutt’oggi non siano stati completati i lavori di ammodernamento, rendendo dunque quella strada quasi impraticabile.
Quella come altre, si intende.
Per la serie che sai quando parti e non sai né quando né se, arriverai.
I grovigli di deviazioni, persi dai navigatori, semafori che tengono a bada un traffico selvaggio, ruspe ovunque e nessuna pompa di benzina; pertanto, caro norvegese, se sei a riserva, e speri di poter far rifornimento lungo il tragitto, sappi che rimarrai per strada. Per non parlare della pericolosità di quella strada, di quei viadotti sospesi, che se rappresentano un percorso della fortuna di giorno, si immagini cosa possano diventare quelle strade di notte. C’è una viabilità difficile e poco sicura; ma c’è anche un calo di traffico veicolare, con ricadute – ovviamente – anche economiche sulle attività delle zone interessate dalla tratta.
Chi conosce quella tratta, la evita, dunque, fa percorsi alternativi. Ma il norvegese che non lo sa, la percorrerà in quelle condizioni. Ma a parte i turisti ignari, ci sono professionisti pendolari che devono fare quella strada tutti i giorni, destino che tocca anche a quelle persone che per motivi di salute (vedi i dializzati, i malati di cancro) devono recarsi negli ospedali e quindi sono costretti ad affrontare questo scempio, perché di scempio si tratta.
E tu, crocerista che con le navi da crociera giungi a Palermo e pensi in un’oretta, di raggiungere la bella Agrigento, che so, per fare un bagno vicino alla Scala dei Turchi, sappi che non ce la farai mai, che è un sogno che dovrai archiviare e che dovrai farti bastare la passeggiata a Via Maqueda a Palermo.
Chi ha la titolarità di quei lavori?
L’Anas, con il gruppo Cmc che ne ha in carico il progetto. Soldi non ce ne sarebbero per ultimare i lavori del maxilotto. Sarebbero previste numerose opere, in particolare una galleria artificiale, 5 nuovi viadotti, 12 svincoli, oltre ad interventi di restauro, miglioramento sismico e adeguamento di 16 viadotti e ponti esistenti. Ma ad oggi – come anche ieri e ieri l’altro, e come domani e quello ancora dopo – la situazione resta e resterà chissà per quanto così, sospesa nel nulla.
Eppure nel febbraio di quest’anno, attraverso una nota diffusa dall’Ansa, il Gruppo Cmc in merito al caso della Palermo-Agrigento, dichiarava che sarebbero ripartiti i lavori. Era febbraio, siamo a giugno.
Viene da domandarsi perché questa situazione non rappresenti un’emergenza sul tavolo del governo. Un’avventura o una vergogna?
[E così tornando a casa, dopo aver attraccato a Villa San Giovanni, imboccata la Ex Salerno-Reggio Calabria, mi sono sentita come sulle strade della California]
Simona Stammelluti
Bell’articolo preciso, ma la CMC è in decozione, quindi la strada tra trent’anni si finirà? IKo sicuramenmte data la mia età non ci sarò, ma i miei figli e nipoti la vedranno? Era meglio lasciare la vecchiatrazzera, si arrivava prima ora con le doppie corsie non si arriva mai
Pura e sacrosanta realtà…… Che schifo!!