La deputata nazionale del Partito Democratico, Maria Iacono, annuncia che è stato redatto un manifesto sulle ragione del sì al referendum sulla legge costituzione che si svolgerà il prossimo ottobre. Il manifesto conta già le prime 50 firme, tra amministratori, professionisti e semplici cittadini, “uomini e donne della provincia di Agrigento – sottolinea Maria Iacono – che testimoniano quanto diffusa ed estesa sia l’esigenza di costruire una nuova impalcatura democratica, mantenendo ben saldi i principi costituenti”. E la Iacono aggiunge : “Il manifesto costituisce uno spunto di riflessione attorno al tema del rinnovamento della nostra democrazia, e le tante adesioni, arrivate in queste ore dimostrano l’attenzione dei cittadini per far fare al nostro Paese un passo in avanti in termini di efficienza, riduzione dei costi della politica, durata del processo legislativo e governabilità.Le adesioni sono aperte e chi volesse può sempre farlo attraverso la pagina Facebook: Agrigento dice sì alle riforme costituzionali, oppure inviando una mail ad agrigentodicesi@libero.it . (27.05.2016)
Ecco il Manifesto integrale con le prime 50 firme :
MANIFESTO
le ragioni del si
Agrigento dice SI alle riforme costituzionaliIl referendum, del prossimo Ottobre, sulle riforme costituzionali rappresenta una tappa decisiva nel percorso di rinnovamento dell’impalcatura democratica del nostro Paese.
La riforma della seconda parte della Costituzione costituisce l’asse portante dell’azione legislativa del nostro Parlamento.
Inoltre, la modifica della nostra Carta Costituente rappresenta il cuore pulsante della stagione di Riforme inaugurate, nel corso di questa legislatura.
La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il disegno di legge costituzionale recante “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione”.
Dopo due anni d’intenso lavoro e con un dibattito, non sempre sereno e costruttivo, si è concluso l’iter parlamentare avviato, al Senato, il 15 Aprile 2014.
L’approvazione definitiva della riforma, sarà affidata, proprio al referendum ovvero al voto sovrano e democratico del popolo Italiano.
Per la verità l’esigenza di una riforma Costituzionale, in grado di mettere il nostro Paese in linea con le grandi democrazie occidentali sul piano del percorso legislativo, della riduzione dei costi e della governabilità è stata più volte al centro del dibattito politico ed ha percorso gli ultimi trent’anni di vita democratica del nostro Paese.
Negli anni, infatti, diversi tentativi si sono susseguiti per mettere mano alla riforma del sistema costituzionale italiano, pensiamo alle commissioni bicamerali Bozzi, De Mita- Iotti, e D’Alema.
Questi tentativi hanno prodotto un nulla di fatto, in quanto, si è sempre preferito anteporre tatticismi politici e strumentalizzazioni di ogni ordine e grado all’esigenza primaria di riformare il nostro Paese.
La riforma costituzionale, approvata dal Parlamento, prende forma così dall’esigenza di rendere il sistema parlamentare meno ingessato, un sistema che ha prodotto in settant’anni 63 governi, caratterizzato quindi da una forte instabilità e da procedure farraginose che all’unanimità le forze politiche concordano da decenni di voler cambiare.
L’attuale governo, presentando il progetto di legge nell’aprile 2014 si è assunto la responsabilità di portare a compimento tale processo riformatore anche un clima difficile e complesso.
Questa riforma serve, quindi, al Paese e pensiamo che sia in errore chi pensa che si è perso tempo a discuterla mentre i problemi dell’Italia sono altri. Cosi come sbaglia chi sostiene che il referendum di Ottobre sia una prova di forza per il Governo, in ballo c’è solo la credibilità ed il futuro del nostro Paese .
La scelta che saremo chiamati a fare ad Ottobre avrà effetti sulla nostra Democrazia e faremmo bene a mettere in primo piano solo il bene dell’Italia.
Costruire uno Stato più efficiente, libero da una burocrazia asfissiante, ridurre i costi e i privilegi della politica, restituire credibilità alle istituzioni, sono queste le sfide della riforma e rappresentano le condizioni irrinunciabili per dare soluzione ai problemi dei cittadini .
Un affermazione del SI consentirebbe, finalmente, il superamento del bicameralismo perfetto e con esso la farraginosa e fallimentare stagione della legislazione concorrente tra Stato e Regioni.
La riforma non è perfetta ma lo status quo è peggiore.
Le critiche, che vanno comunque rispettate, non tengono conto però del fatto che proseguire così significherebbe continuare ad incentivare la paralisi, accentuare la conflittualità tra i vari livelli istituzionali, aumentare il ricorso alla decretazione d’urgenza .
La crisi della politica e la distanza tra cittadini partiti e istituzioni, in questi anni, hanno raggiunto livelli preoccupanti, noi riteniamo invece che la politica possa tornare ad essere credibile anche attraverso uno rinnovato slancio verso il cambiamento mettendo in discussione se stessa.
Una volta entrata in vigore la riforma contribuirà a rendere il paese moderno ed efficiente, in linea con le altre grandi democrazie occidentali.
Le principali novità saranno:
Fine del bicameralismo paritario.
Una sola Camera, quella dei deputati, darà la fiducia al Governo e, salvo alcune materie, svolgerà la funzione legislativa esclusiva.
Il Senato sarà più snello e avrà competenze solo su leggi costituzionali, leggi sugli Enti locali e trattati internazionali. Viene sanata inoltre l’incongruenza democratica di due camere con gli stessi poteri ma alla cui elezione non partecipano i cittadini fra i diciotto e i venticinque anni.
Iter legislativo semplificato.
L’iter di approvazione di una legge avrà tempi certi e ridotti. Meno decreti legge e priorità ai disegni di legge del Governo considerati essenziali per attuare il programma.
Il nuovo Senato sarà composto da 100 senatori (contro i 315 attuali), di cui 95 eletti e 5 nominati dal Presidente della repubblica. Tra i 95 senatori eletti, 74 saranno votati da parte dei consiglieri regionali e delle province autonome, tra i consiglieri stessi; mentre 21 saranno votati, sempre dai consiglieri regionali e delle province autonome, trai i sindaci. I 100 senatori non avranno indennità.
Nuovo rapporto tra Stato e Regioni, soprattutto per quanto riguarda le rispettive competenze legislative. L’autonomia delle Regioni sarà legata alla correttezza dei bilanci: sarà maggiore per quelle con i conti a posto mentre in caso di accertato grave dissesto finanziario, Regioni ed enti locali potranno essere commissariati dallo Stato centrale.
Abolizione di CNEL e delle Province.
Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro sparisce definitivamente dalla Carta costituzionale. Lo stesso vale per le Province, che saranno sostituite da nuove forme di coordinamento territoriale, indispensabile per supportare le attività dei Comuni sui temi di carattere comprensoriale.
Novità sui referendum.
Modificati i quorum di validità del voto per i referendum abrogativi: il quorum resta la maggioranza degli aventi diritto se la proposta di abrogazione è presentata da 500.000 firme, mentre scende alla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni della Camera dei Deputati se la proposta è presentata da 800.000 firme. Introdotta anche la possibilità di indire referendum popolari propositivi e d’indirizzo e altre forme di consultazione popolari oggi non previsti costituzionalmente. La legge ne indicherà poi i metodi concreti di attuazione.
Leggi di iniziativa popolare.
I regolamenti parlamentari dovranno garantire forme e tempi certi sia della discussione che della deliberazione sulle proposte di legge di iniziativa popolare, che dovranno essere presentate da 150.000 elettori.
Vincolo di trasparenza in Costituzione. Inserito nell’articolo 97 della Costituzione l’obbligo di assicurare il buon andamento, l’imparzialità e la trasparenza dell’amministrazione.
Elezione Presidente della Repubblica.
Modificato il quorum per la sua elezione: è richiesta la maggioranza dei due/terzi del parlamento in seduta comune (ma senza i delegati regionali) nei primi tre scrutini, dei tre/quinti dal quarto al sesto scrutinio e la maggioranza dei tre/quinti dei votanti dal settimo scrutinio in poi.
Corte Costituzionale.
Introdotto il giudizio preventivo di costituzionalità per le leggi elettorali e modificata la modalità di nomina dei giudici costituzionali: tre saranno eletti dalla Camera e due dal Senato.
Tagli ai costi della politica.
Eliminati i rimborsi pubblici ai gruppi politici regionali e stabilito un tetto agli stipendi di Presidenti e consiglieri regionali, che dovranno essere pari o inferiori a quello dei sindaci dei Comuni capoluogo di Regione.
Questa riforma rappresenta una grande occasione per il nostro Paese e per la nostra Democrazia per questo è giusto essere in prima linea per il sostegno al referendum costituzionale .
On.Calogero Pumilia- ex sindaco di Caltabellotta
Caterina Greco – soprintendente ai Beni Culturali di Agrigento
Maurizio Masone- formatore
Domenico Catuara- segretario provinciale giovani democratici
Daniele Camilleri- avvocato
Leo Ciaccio- sindaco di Sambuca di Sicilia
Filippo Marciante- avvocato-forum naz. Giustizia pd
Nello Hamel – consigliere comunale di Agrigento
Francesco Cacciatore- sindao di Santo Stefano di Quisquina
Giuseppe Minio- avvocato
Gabriele Pecoraro- segretario generale
Giandomenico Vivacqua- avvocato
Gianfranco Tuzzolino- facoltà architettura Palermo
Calogero Impastato- sindaco di Montevago
Gerlando Brucceri- medico
Pietro Agnello – ex sindaco di Grotte
Manuele Abissi- segretario circolo PD Joppolo Giancaxio
Liborio Giracello – ex sindaco San Giovanni Gemini
Sandra Scicolone – dirigente scolastico
Luigi Mula- giornalista
Casare Lo Leggio- musicista
Franco Giordano- medico
Marinella Piazza- Direttrice di banca
Mario Abruzzo- consigliere comunale di Caltabellotta
Emanuele Fiorica- assessore comunale di Realmonte
Simone Di Paola- consigliere comunale di Sciacca
Giancarlo Rosato- avvocato
Antonella Gallo Carrabba-resp. Centro antiviolenza telefono aiuto Agrigento
Domenico Contino-medico
Maurizio Costa- ingegnere
Nino Terrana- Assessore comunale comune di Comitini
Rosario Manganella- sindaco di Favara
Valeria Scavone- università di Palermo
Pietro Fattori- giornalista-operatore culturale
Luigi Bonsignore- dottore commercialista
Diego Aprile- avvocato
Rosalinda Tornetta consigliere comunale di Caltabellotta
Annalia Todaro – dirigente scolastico
Nicolò Termine- sindaco do Cattolica Eraclea
Antonio Alba- imprenditore
Rosaria manzone- assistente sociale
Fabio Sardo- avvocato
Gerlando Pilato- vice sindaco Realmonte
Debora Prato- farmacista
Ina Picarella-consigliere comunale Ribera
Salvatore Lentini-infermiere professionale
Vito Di Leo- dipendente Comune di Sciacca
Francesco Santoro- presidente cantina sociale CORBERA
Serena Sanzo- docente
Giusi Pnaepinto- docente
Agata Gueli- dirigente scolastico
Bernardo Agrò- funzionario sovrintendenza Agrigento
le ragioni del si
Agrigento dice SI alle riforme costituzionaliIl referendum, del prossimo Ottobre, sulle riforme costituzionali rappresenta una tappa decisiva nel percorso di rinnovamento dell’impalcatura democratica del nostro Paese.
La riforma della seconda parte della Costituzione costituisce l’asse portante dell’azione legislativa del nostro Parlamento.
Inoltre, la modifica della nostra Carta Costituente rappresenta il cuore pulsante della stagione di Riforme inaugurate, nel corso di questa legislatura.
La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il disegno di legge costituzionale recante “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione”.
Dopo due anni d’intenso lavoro e con un dibattito, non sempre sereno e costruttivo, si è concluso l’iter parlamentare avviato, al Senato, il 15 Aprile 2014.
L’approvazione definitiva della riforma, sarà affidata, proprio al referendum ovvero al voto sovrano e democratico del popolo Italiano.
Per la verità l’esigenza di una riforma Costituzionale, in grado di mettere il nostro Paese in linea con le grandi democrazie occidentali sul piano del percorso legislativo, della riduzione dei costi e della governabilità è stata più volte al centro del dibattito politico ed ha percorso gli ultimi trent’anni di vita democratica del nostro Paese.
Negli anni, infatti, diversi tentativi si sono susseguiti per mettere mano alla riforma del sistema costituzionale italiano, pensiamo alle commissioni bicamerali Bozzi, De Mita- Iotti, e D’Alema.
Questi tentativi hanno prodotto un nulla di fatto, in quanto, si è sempre preferito anteporre tatticismi politici e strumentalizzazioni di ogni ordine e grado all’esigenza primaria di riformare il nostro Paese.
La riforma costituzionale, approvata dal Parlamento, prende forma così dall’esigenza di rendere il sistema parlamentare meno ingessato, un sistema che ha prodotto in settant’anni 63 governi, caratterizzato quindi da una forte instabilità e da procedure farraginose che all’unanimità le forze politiche concordano da decenni di voler cambiare.
L’attuale governo, presentando il progetto di legge nell’aprile 2014 si è assunto la responsabilità di portare a compimento tale processo riformatore anche un clima difficile e complesso.
Questa riforma serve, quindi, al Paese e pensiamo che sia in errore chi pensa che si è perso tempo a discuterla mentre i problemi dell’Italia sono altri. Cosi come sbaglia chi sostiene che il referendum di Ottobre sia una prova di forza per il Governo, in ballo c’è solo la credibilità ed il futuro del nostro Paese .
La scelta che saremo chiamati a fare ad Ottobre avrà effetti sulla nostra Democrazia e faremmo bene a mettere in primo piano solo il bene dell’Italia.
Costruire uno Stato più efficiente, libero da una burocrazia asfissiante, ridurre i costi e i privilegi della politica, restituire credibilità alle istituzioni, sono queste le sfide della riforma e rappresentano le condizioni irrinunciabili per dare soluzione ai problemi dei cittadini .
Un affermazione del SI consentirebbe, finalmente, il superamento del bicameralismo perfetto e con esso la farraginosa e fallimentare stagione della legislazione concorrente tra Stato e Regioni.
La riforma non è perfetta ma lo status quo è peggiore.
Le critiche, che vanno comunque rispettate, non tengono conto però del fatto che proseguire così significherebbe continuare ad incentivare la paralisi, accentuare la conflittualità tra i vari livelli istituzionali, aumentare il ricorso alla decretazione d’urgenza .
La crisi della politica e la distanza tra cittadini partiti e istituzioni, in questi anni, hanno raggiunto livelli preoccupanti, noi riteniamo invece che la politica possa tornare ad essere credibile anche attraverso uno rinnovato slancio verso il cambiamento mettendo in discussione se stessa.
Una volta entrata in vigore la riforma contribuirà a rendere il paese moderno ed efficiente, in linea con le altre grandi democrazie occidentali.
Le principali novità saranno:
Fine del bicameralismo paritario.
Una sola Camera, quella dei deputati, darà la fiducia al Governo e, salvo alcune materie, svolgerà la funzione legislativa esclusiva.
Il Senato sarà più snello e avrà competenze solo su leggi costituzionali, leggi sugli Enti locali e trattati internazionali. Viene sanata inoltre l’incongruenza democratica di due camere con gli stessi poteri ma alla cui elezione non partecipano i cittadini fra i diciotto e i venticinque anni.
Iter legislativo semplificato.
L’iter di approvazione di una legge avrà tempi certi e ridotti. Meno decreti legge e priorità ai disegni di legge del Governo considerati essenziali per attuare il programma.
Il nuovo Senato sarà composto da 100 senatori (contro i 315 attuali), di cui 95 eletti e 5 nominati dal Presidente della repubblica. Tra i 95 senatori eletti, 74 saranno votati da parte dei consiglieri regionali e delle province autonome, tra i consiglieri stessi; mentre 21 saranno votati, sempre dai consiglieri regionali e delle province autonome, trai i sindaci. I 100 senatori non avranno indennità.
Nuovo rapporto tra Stato e Regioni, soprattutto per quanto riguarda le rispettive competenze legislative. L’autonomia delle Regioni sarà legata alla correttezza dei bilanci: sarà maggiore per quelle con i conti a posto mentre in caso di accertato grave dissesto finanziario, Regioni ed enti locali potranno essere commissariati dallo Stato centrale.
Abolizione di CNEL e delle Province.
Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro sparisce definitivamente dalla Carta costituzionale. Lo stesso vale per le Province, che saranno sostituite da nuove forme di coordinamento territoriale, indispensabile per supportare le attività dei Comuni sui temi di carattere comprensoriale.
Novità sui referendum.
Modificati i quorum di validità del voto per i referendum abrogativi: il quorum resta la maggioranza degli aventi diritto se la proposta di abrogazione è presentata da 500.000 firme, mentre scende alla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni della Camera dei Deputati se la proposta è presentata da 800.000 firme. Introdotta anche la possibilità di indire referendum popolari propositivi e d’indirizzo e altre forme di consultazione popolari oggi non previsti costituzionalmente. La legge ne indicherà poi i metodi concreti di attuazione.
Leggi di iniziativa popolare.
I regolamenti parlamentari dovranno garantire forme e tempi certi sia della discussione che della deliberazione sulle proposte di legge di iniziativa popolare, che dovranno essere presentate da 150.000 elettori.
Vincolo di trasparenza in Costituzione. Inserito nell’articolo 97 della Costituzione l’obbligo di assicurare il buon andamento, l’imparzialità e la trasparenza dell’amministrazione.
Elezione Presidente della Repubblica.
Modificato il quorum per la sua elezione: è richiesta la maggioranza dei due/terzi del parlamento in seduta comune (ma senza i delegati regionali) nei primi tre scrutini, dei tre/quinti dal quarto al sesto scrutinio e la maggioranza dei tre/quinti dei votanti dal settimo scrutinio in poi.
Corte Costituzionale.
Introdotto il giudizio preventivo di costituzionalità per le leggi elettorali e modificata la modalità di nomina dei giudici costituzionali: tre saranno eletti dalla Camera e due dal Senato.
Tagli ai costi della politica.
Eliminati i rimborsi pubblici ai gruppi politici regionali e stabilito un tetto agli stipendi di Presidenti e consiglieri regionali, che dovranno essere pari o inferiori a quello dei sindaci dei Comuni capoluogo di Regione.
Questa riforma rappresenta una grande occasione per il nostro Paese e per la nostra Democrazia per questo è giusto essere in prima linea per il sostegno al referendum costituzionale .
On.Calogero Pumilia- ex sindaco di Caltabellotta
Caterina Greco – soprintendente ai Beni Culturali di Agrigento
Maurizio Masone- formatore
Domenico Catuara- segretario provinciale giovani democratici
Daniele Camilleri- avvocato
Leo Ciaccio- sindaco di Sambuca di Sicilia
Filippo Marciante- avvocato-forum naz. Giustizia pd
Nello Hamel – consigliere comunale di Agrigento
Francesco Cacciatore- sindao di Santo Stefano di Quisquina
Giuseppe Minio- avvocato
Gabriele Pecoraro- segretario generale
Giandomenico Vivacqua- avvocato
Gianfranco Tuzzolino- facoltà architettura Palermo
Calogero Impastato- sindaco di Montevago
Gerlando Brucceri- medico
Pietro Agnello – ex sindaco di Grotte
Manuele Abissi- segretario circolo PD Joppolo Giancaxio
Liborio Giracello – ex sindaco San Giovanni Gemini
Sandra Scicolone – dirigente scolastico
Luigi Mula- giornalista
Casare Lo Leggio- musicista
Franco Giordano- medico
Marinella Piazza- Direttrice di banca
Mario Abruzzo- consigliere comunale di Caltabellotta
Emanuele Fiorica- assessore comunale di Realmonte
Simone Di Paola- consigliere comunale di Sciacca
Giancarlo Rosato- avvocato
Antonella Gallo Carrabba-resp. Centro antiviolenza telefono aiuto Agrigento
Domenico Contino-medico
Maurizio Costa- ingegnere
Nino Terrana- Assessore comunale comune di Comitini
Rosario Manganella- sindaco di Favara
Valeria Scavone- università di Palermo
Pietro Fattori- giornalista-operatore culturale
Luigi Bonsignore- dottore commercialista
Diego Aprile- avvocato
Rosalinda Tornetta consigliere comunale di Caltabellotta
Annalia Todaro – dirigente scolastico
Nicolò Termine- sindaco do Cattolica Eraclea
Antonio Alba- imprenditore
Rosaria manzone- assistente sociale
Fabio Sardo- avvocato
Gerlando Pilato- vice sindaco Realmonte
Debora Prato- farmacista
Ina Picarella-consigliere comunale Ribera
Salvatore Lentini-infermiere professionale
Vito Di Leo- dipendente Comune di Sciacca
Francesco Santoro- presidente cantina sociale CORBERA
Serena Sanzo- docente
Giusi Pnaepinto- docente
Agata Gueli- dirigente scolastico
Bernardo Agrò- funzionario sovrintendenza Agrigento