“I can’t breathe” – le ultime parole di un condannato a morte. Ma poi perché?

Io ancora mi tormento, ancora mi meraviglio e ancora mi indigno. Temo il giorno in cui tutto sarà “come da ordinaria amministrazione”. Le ultime parole di George Floyd – “non posso respirare” – si sono trasformate nello slogan della manifestazione di protesta ed indignazione, contro la morte dell’afroamericano che 48 ore fa è morto, o forse dovremmo dire è stato ucciso, da 4 poliziotti a Minneapolis, durante un controllo, senza ancora un perché. Però una domanda nasce spontanea: “Vale più un resoconto fatto a parole, o un video dettagliato realizzato…