Al netto della delusione di vedere il più talentuoso fuori dalla finale di Amici, credo che sia stato un bene per Niccolò non finire nel tritacarne preimpostato per il vincitore della categoria canto.
La sua permanenza nella scuola non lo ha fatto crescere; lì dentro non ha studiato canto per come avrebbe dovuto, non ha avuto un repertorio adatto alla sua voce, alle sue peculiarità e dunque, questi mesi a mio avviso sono stati assolutamente sprecati.
Però adesso può riprendersi il suo talento, le sue potenzialità ed i suoi sogni e può andare a studiare all’estero, magari alla Berklee la più prestigiosa scuola di canto al mondo, magari quel suo premio di consolazione (10 mila euro offerti dallo sponsor) lo può usare per studiare e studiare ancora. Perché la strada è ancora lunga e lui è così giovane.
Pensate a quelle canzonette scritte dai soliti autori, cantate negli store per un anno e poi puff niente più. Quel tritacarne precostituito per far contenti tutti gli altri, ma non lui. Perché non credo che lui voglia questo. Credo che lui voglia lasciare un segno e così sarà, ma quel giorno non è oggi.
E dunque tocca fare il tifo per i ballerini; Daniele, Francesco ed Alessia, talentuosi, capaci, scaltri, la cui abnegazione ha pagato il biglietto non solo per la finalissima di Amici ma anche per quelli stage e quegli ingaggi che la trasmissione mette a disposizione di tutti i ballerini fin qui giunti. Ci si chiede come mai la danza sia sempre così valorizzata, così ben giudicata, così fortemente costruita sul talento e sullo studio, mentre per il canto, professori improbabili e giudici non esperti decretano le sorti di un arte spesso a perdere.
Nella edizione segnata dall’autotune a palla e dalle ingiustizie, c’è chi invita a boicottare la finalissima, per dissenso contro l’eliminazione di Niccolò, definita dal popolo della rete decisa a tavolino.
Intanto sono già aperti i nuovi casting.
Altro giro altra corsa.
Tanto nulla cambia.
Ormai è tutto così chiaro.
Ma spesso non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Ci sono molti sordi, in giro. Ed anche tanti soldi, che girano.
Nella serata al netto delle esibizioni dei ballerini, tutti e tre bravissimi che hanno meritato la finale, ha spiccato il monologo di Geppi Cucciari che in definitiva invita tutti ad esercitare la libertà di decidere, di scegliere, consapevolmente, con giudizio critico e senza mai piegarsi alle logiche del potere. Hai visto mai che le sue parole possano ridisegnare il futuro?
Non so rispondere, ma so ancora sperare.