Una maratona di oltre 5 ore che termina alle 2 del mattino, per assistere a 24 duetti di big che si sono cimentati con le canzoni delle ultime 69 edizioni del festival della canzone italiana. Protagonista assoluta l’orchestra che non solo ha eseguito 24 arrangiamenti nuovi, ma ha avuto il compito di votare le performance, il pezzo meglio eseguito, l’originalità ed il carisma. Non è stato un caso che a vincere sia stata lei, Tosca, la migliore non solo nella kermesse sanremese ma anche in tutto il panorama italiano contemporaneo.
Vince lei, per i maestri dell’orchesta, con il brano che fu di Lucio Dalla “Piazza grande” riarrangiato da Joe Barbieri con il quale la talentuosa artista romana ha stretto da tempo un fortunato sodalizio; lo storico pezzo eseguito in duetto con la cantante spagnola Silvia Perez Cruz, figlia d’arte, polistrumentista e capace di vedere nelle canzoni vere storie da raccontare.
Tosca è carisma, talento, personalità canora; è passione, intonazione, interpretazione; Tosca è arte allo stato puro ed è un dono per la musica, ed anche per Sanremo. Variazioni sul tema per le due cantanti che rivisitano il pezzo di Dalla mentre le due voci si accostano, si fondono, incantano, entusiasmano, anche quando la musica si ferma, prima del finale.
Con loro sul palco anche la talentuosa violoncellista Giovanna Famulari, che da anni lavora con Tosca e Ron.
Sul podio anche Piero Pelù secondo con “Cuore Matto” e terzi i Pingiuni Tattici Nucleari con “settanta volte” e che con la loro performance convincono (anche l’orchestra) e poi svoltano a medley e citano Achille Lauro e la sua “rolls Roy’s”.
Degli altri artisti poco si può dire se non che sembravano tutti “sotto tono”, fuori forma, imprecisi, con duetti a volte improbabili.
Buona la performance sofisticata di Gualazzi che canta “e se domani” con Simona Molinari. E poi ancora Achille Lauro che si piazza 16esimo, omaggia con il suo look da Ziggy Stardust uno dei tanti alter ego di David Bowie, con quel trucco che all’epoca era glam rock; si accompagna sul palco dell’Ariston con Annalisa, una delle voci più belle uscite dal Talent della De Filippi mentre interpretano “Gli uomini non cambiano” che fu di Mia Martini scritta da Bigazzi e Falagiani. Sceglie Mia Martini anche Giordana Angi che canta “la nevicata del 56” ma non convince l’orchestra è finisce al 18 posto in classifica malgrado la performance sia stata buona e con lei sul palco c’erano anche i talentuosi Solis String Quartet.
Anastasio 4º in classifica dopo il voto dell’orchestra sceglie la PFM per esibirsi, un pezzo di storia insomma e il pezzo è “spalle al muro” di Mariella Nava.
Aleggia l’anima di Enzo Jannacci all’Ariston nella sua “se me lo dicevi prima” eseguita da suo figlio Paolo che tanto lo ricorda in movenze e voce e che si assesta al 7º posto.
Tra le peggiori performance quella di Alberto Urso 20esimo che paga lo scotto di fare il duetto con una Ornella Vanoni che non ce la fa più e che dovrebbe ritirarsi dalle scene; stonata e fuori tempo, trascina nel baratro anche il giovane tenore.
Fuori forma o troppo audace Arisa, scelta da Marco Masini per il duetto di “vacanze romane”. Strozzata nelle note alte, stentiamo a riconoscere colei che vinse Sanremo cantando in maniera impeccabile e deliziosa “controvento” nel non lontano 2014.
La serata è orfana di Fiorello, ma scorre ugualmente tra coreografie del corpo di ballo, un Tiziano Ferro che canta decisamente meglio delle altre sere un suo bel brano “dentro a questo inverno”. Tra i super ospiti Mika bravissimo, che racconta come l’Italia più la conosci meno la capisci, e come le canzoni di De Andrè gli hanno fatto capire tante cose dell’Italia “Ha scritto una canzone che dice la stessa cose che penso io. C’è amore nel mondo ma non basta per tutti e allora dobbiamo passarcelo e perdonare quando se ne va” – dice ancora Mika che poi esegue “Amore che vieni amore che vai” in un arrangiamento stupendo.
Ospite della terza puntata del festival di Sanremo anche Roberto Benigni in gran forma, che decanta il “cantico dei cantici” e che a suo dire è un testo erotico santissimo. La sacra scrittura – dice – ama l’amore e le gioie del sesso. È il libro del desiderio che però è diverso dal bisogno. Perché l’amore non è possesso ma continua conquista. Il desidero non si placa mai. È la coppia protagonista, lei e lui che si amano, in ogni luogo e in ogni epoca – continua Benigni – Il cantico rappresenta tutte le copie che si amano. Ogni persona umana che ama. Il cantico è il luogo dove si compie l’amore. Chi l’ha scritto – conclude Benigni – è orafo della parola e ha lavorato per l’eternità. Ha creato un diadema pronto ad essere indossato e dopo 2400 anni si posa sui nostro cuori”.
Ospite canoro Lewis Capaldi il cantautore britannico famoso per il suo singolo “Someone You Loved” che nel marzo 2019 ha conquistato la classifica dei singoli nel Regno Unito, ma la performance ieri sera a Sanremo è stata deludente; sembra che questi grandi artisti, fuori dalle sale di incisione, perdano ogni magia canora.
Ad affiancare Amadeus la modella argentina Georgina Rodriguez compagna di Ronaldo che non azzecca una parola in italiano (studiare quelle 4 battute no?) e che si lancia in un tango con tutta prorompenza ma senza la leggiadria che su quel palco fu di Belen.
Al fianco del presentatore anche la conduttrice televisiva albanese Alketa Vejsiu biondissima, impeccabile nel suo abito Dolce&Gabbana, che sfoggia un italiano impeccabile e che a notte fonda prima della classifica finale, regala un monologo in cui ricorda il sogno italiano per loro che dall’Albania raggiungevano il bel paese dall’altra parte dell’Adriatico; racconta di quell’Italia in cui la musica è stata sempre un faro per il resto del continente.
Simona Stammelluti